R oma – Il Koala non è pigro, la scimmia non sbadiglia e i delfini non ridono. Ma allora “siamo sicuri di capirci con le altre specie?” Se lo chiedono Lisa Vozza e Giorgio Vallortigara nel libro ‘Piccoli equivoci tra animali’ edito da Zanichelli.Biologa e divulgatrice scientifica lei, neuroetologo lui, i due studiosi distruggono le nostre convinzioni e spiegano che il koala non se ne sta abbracciato a un tronco d’albero perché è tenero e pigrone, ma perché ha caldo. E' un animale incapace di sudare che, nel fresco contatto con il tronco, trova refrigerio dai 40 °C all’ombra. E il delfino non sorride. Non che non sia felice, ma semplicemente perché non ha i muscoli facciali con cui noi esseri umani esprimiamo le emozioni.A volte l’intuito e l’eco di un’evoluzione condivisa ci portano nella giusta direzione, spiegano gli autori. Spesso però non ci azzecchiamo e le nostre intuizioni non colgono quello che scoprono gli etologi e i neuroscienziati che studiano il comportamento animale. “Allora scopriremmo che il cane ha soltanto imparato a riconoscere la faccia allegra o arrabbiata del padrone e associarla alle conseguenze: ‘faccia aggrottata…niente passeggiata oggi’”. E le scimmie non scimmiottano, piuttosto siamo noi a far loro il verso. Se vedete un babbuino che sbadiglia – avvertono - girategli al largo perché è un maschio alfa dominante e sta mostrando i denti agli altri maschi del gruppo come segnale di aggressività. Ma nessuna superbia, noi umani non siamo più in alto delle altre specie in alcun albero evolutivo e, insieme agli altri organismi viventi, siamo tutti ugualmente evoluti: “ci è chiaro che l’evoluzione non è una marcia verso la complessità, ma una passeggiata senza meta”. (AGI)
(18 dicembre 2015)