AGI - Oggi ricorre l'anniversario dello sbarco della prima donna nello Spazio. A compiere questa impresa è stata la cosmonauta sovietica Valentina Terekova, partita il 16 giugno 1963 dal cosmodromo di Bajkonur, ha orbitato intorno alla Terra per tre giorni per rientrare il 19. Il volo, durato 2 giorni, 22 ore e 50 minuti, per un totale di 48 giri intorno alla Terra, ha consentito all'astronauta russa di ottenere un altro primato, superare la durata di permanenza nello Spazio di tutti gli americani messi assieme fino a quel momento.
La Terekova è stata la donna dei record: a 26 anni di età è stata l'astronauta più giovane ad andare in orbita. E anche l'ultima per circa un ventennio. Dopo quella missione, infatti, il progetto spaziale al femminile è stato accantonato e solo diciannove anni dopo un'altra cosmonauta russa, Svetlana Savickaja, è tornata nello Spazio. La Terekova è diventata in seguito un simbolo del femminismo e si è dedicata anche alla politica.
Tra il primo viaggio e la passeggiata nello spazio della Savickaja, si inserisce la prima americana a entrare in orbita: esattamente vent'anni dopo la prima donna nello Spazio, l'America ha inviato Sally Ride. Lanciata in orbita il 18 giugno 1983, la Ride ha preso parte a due missioni a bordo dello shuttle Challanger. Nel 1986, inoltre, ha fatto parte della commissione d'indagine sull'incidente del Challenger, dove sono morte altre due donne, una civile e una cosmonauta.
La prima, Christa McAuliffe, era un'insegnante dell'Ohio imbarcata sullo Space Shuttle per diventare il primo civile a sbarcare nello Spazio. L'altra si chiamava Judith Resnik ed era un'astronauta della Nasa. Quella missione è terminata dopo 73 secondi, a causa di un'esplosione del Challenger in cui morì l'intero equipaggio. In tutto nella storia dell'astronautica sono quattro le donne morte in missione, almeno secondo le notizie ufficiali. Le altre due vittime sono sempre americane e volavano sullo Space Shuttle Columbia esploso durante il rientro tra il Texas e la Louisiana 16 minuti prima dell'atterraggio previsto al Kennedy Space Center in Florida: erano Kalpana Chawla e Laurel Clark, morte insieme a tutto l'equipaggio.
Trentun'anni dopo la prima cosmonauta a stabilire il record di permanenza nello spazio è toccato alla terza cosmonauta russa, Elena Kondakova, a stabilire un altro primato: è stata la prima a compiere una missione di lunga durata rimanendo in orbita, sulla stazione spaziale russa, la MIR, per 178 giorni. Partita con la Sojuz TM-20 nell'ottobre del 1994, ha lavorato a numerosi esperimenti scientifici, biomedici e tecnologici.
Gli Usa vantano invece la prima donna astronauta al comando di una missione spaziale. Eileen Collins è decollata per lo Spazio, prima nel 1995 come copilota dello shuttle Discovery, poi come copilota sull'Atlantis nel 1997, comandante del Columbia nel 1999 e infine del Discovery nel 2005.
La prima donna al di fuori delle due superpotenze ad andare nello Spazio è stata la cittadina britannica Helen Sharman, ricercatrice in chimica, che nel 1991 è rimasta sulla stazione spaziale russa Mir una settimana, con lo scopo di effettuare esperimenti scientifici. In ambito europeo, la prima astronauta di professione è stata la francese dell'Agenzia spaziale europea (Esa), Claudie Andrè-Deshays. Per quanto riguarda l'Italia, la prima donna varcare il confine dello Spazio è stata Samantha Cristoforetti, che dopo 5 anni dalla selezione dell'Agenzia spaziale europea (Esa), precisamente il 23 novembre 2014, è divenuta la prima astronauta di nazionalità italiana a effettuare un volo spaziale.
La Cristoforetti ha trascorso in orbita ben 369 giorni, dirigendo più missioni. Al suo ritorno sulla Terra da una missione per l'Organizzazione delle nazioni unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) l'astronauta ha contribuito alla scoperta, a largo di Tahiti, di un'enorme barriera corallina unica nel suo genere. Samantha Cristoforetti è, oltre che un'astronauta, un personaggio molto attivo nella divulgazione scientifica, attraverso stampa, televisione e social network.