AGI - Amazon poteva acquisire e salvare Argo AI, l'ormai defunta startup che si occupava dello sviluppo di tecnologie per la guida autonoma, sostenuta da Ford e Volkswagen. Avrebbe potuto farlo, prima che l'accordo saltasse, come riportato da Bloomberg.
La scorsa primavera la società di Bezos era pronta ad investire centinaia di milioni di dollari nel progetto per utilizzare la tecnologia di guida autonoma di Argo e automatizzare alcuni dei furgoni elettrici per le consegne che stava acquisendo da Rivian Automotive.
Ford e Volkswagen erano ansiosi di portare un terzo partner in Argo, per sostenere l'alto costo dello sviluppo della tecnologia di guida autonoma. Tanto che, all'inizio del 2022, l’allora amministratore delegato di VW, Herbert Diess, era andato negli Stati Uniti per discutere l'accordo con il co-fondatore di Amazon, Jeff Bezos.
Le società hanno però faticato a elaborare una struttura di governance per il controllo della startup. Inoltre, il gigante della vendita al dettaglio è stato scoraggiato dall'alto costo della tecnologia di Argo. L’invasione russa dell'Ucraina ha fatto il resto, destabilizzando ulteriormente un'economia globale alle prese con problemi legati alla catena di approvvigionamento e, negli Stati Uniti, con la più alta inflazione degli ultimi 40 anni.
Insomma, spendere miliardi per una tecnologia ancora non provata non sembrava una scommessa così buona. Senza Amazon a bordo, Argo non è stata in grado di attrarre altri investitori e rafforzare la propria credibilità per poi quotarsi in borsa. Ford e VW il mese scorso hanno chiuso Argo, che un tempo valeva oltre 7 miliardi di dollari. Fine della storia o quasi.
Il fallimento di Argo non è un caso isolato. È cresciuto lo scetticismo sulla fattibilità commerciale delle auto a guida completamente autonoma. Le case automobilistiche stanno investendo invece miliardi per passare ai veicoli elettrici, cercando di soddisfare normative sempre più severe per combattere il cambiamento climatico.
Quindi, data la crisi e con l’elettrico come priorità, che ne è stato dei sogni a guida autonoma? Meno di dieci anni fa General Motors, nel 2017, prometteva la produzione in serie di veicoli completamente autonomi nel 2019.
Lyft sosteneva nel 2016 che metà delle sue corse sarebbero state a guida autonoma entro il 2021. Anche Ford aveva parlato del 2021 come data per la distribuzione di questi veicoli su larga scala. Un rapporto di McKinsey sostiene che il settore dei veicoli autonomi abbia raccolto finora 100 miliardi di dollari, ma i risultati sono ancora scarsi. Che cosa è successo?
Il fatto è che non basta che un software guidi un veicolo all'interno di una corsia autostradale (cosa già eccezionale), anche per migliaia di chilometri consecutivi. Un'auto a guida autonoma, senza volante o pedali, deve essere in grado di guidare da sola in ogni situazione possibile.
Con milioni di chilometri percorsi dagli esseri umani ogni giorno, il numero di situazioni difficili e insolite, i cosiddetti casi limite, è enorme. Gli eventi insoliti sono, per definizione, non comuni, ma l'enorme numero di eventi insoliti incontrati da milioni di conducenti in tutto il mondo significa che gli "eventi insoliti" sono comuni.
"È davvero, davvero difficile", aveva detto il ceo di Waymo John Krafcik nel 2018 sulla tecnologia di guida autonoma. "Non sai cosa non sai fino a quando non sei davvero lì dentro e provi a fare le cose”. Di fronte a questi ostacoli i leader di settore hanno ridimensionato gli obiettivi (leggi, quindi, guida assistita e non più autonoma).
Nel 2018 gli analisti stimavano il valore di mercato di Waymo, all’epoca sussidiaria di Alphabet, in 175 miliardi di dollari ma nel corso di un recente round di finanziamento la valutazione era scesa a 30 miliardi, più o meno lo stesso di Cruise.
La startup Aurora Innovation, co-fondata dall'ex capo dei veicoli autonomi di Google, Chris Urmson, ha perso oltre l'85% dall'anno scorso e ora vale meno di 3 miliardi di dollari e rischia di essere svenduta. Nel frattempo la società è passata allo sviluppo di camion a guida autonoma: si muovono principalmente sulle autostrade e sono più facili da padroneggiare.
Nuro, una startup, è passata dalle auto a guida autonoma allo sviluppo dii veicoli completamente autonomi senza una persona all'interno per la consegna delle merci. È una sfida molto più semplice in quanto non ci si deve preoccupare di proteggere le persone all'interno dei veicoli.
Anche le aziende che sviluppano Lidar, considerato un componente chiave per i veicoli a guida autonoma, al pari delle società a guida autonoma, sono precipitate. Velodyne, Quanergy, Luminar e Ouster hanno perso tutte valore.
Tesla, che da anni promette la "guida completamente autonoma", ha offerto una funzione di assistenza alla guida meno ambiziosa che piace ad alcuni, ma è anche un prodotto beta con molto margine di miglioramento. Oltretutto sta anche affrontando diverse indagini governative relative alla sua tecnologia.
Solo l'Argo AI di VW e Ford e la Cruise di GM erano rimaste concentrate esclusivamente sulle auto a guida autonoma. Ora resta Cruise.