AGI - WhatsApp deve informare in modo chiaro i consumatori sulle proprie politiche relative ai dati. E ha un mese di tempo per dimostrare alle autorità di protezione dei consumatori che le sue pratiche sono conformi al diritto comunitario. È questo in sintesi il contenuto del nuovo richiamo della Commissione UE alla piattaforma di messaggistica istantanea che fa capo a Meta.
Secondo il commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders “WhatsApp deve garantire che gli utenti comprendano ciò che stanno accettando e come i loro dati personali vengono utilizzati per scopi commerciali, in particolare per offrire servizi ai partner commerciali”.
Dello stesso avviso anche l’Organizzazione europea dei consumatori (BEUC) e la Rete europea delle autorità dei consumatori, secondo i quali WhatsApp non ha spiegato le sue politiche in fatto di privacy in un linguaggio chiaro e comprensibile, violando diritto dei consumatori dell'UE.
Non è chiaro cosa potrebbe accadere se il termine scadesse senza che WhatsApp apporti le modifiche richieste: l'applicazione della legge sulla protezione dei consumatori viene devoluta alle agenzie nazionali e la Commissione in questo caso sta assumendo un ruolo di coordinamento. WhatsApp rischia di ricevere una serie di misure esecutive a livello di stato membro.
La società, in un commento richiesto e riportato da Techcrunch, ha dichiarato: “Il nostro aggiornamento del 2021 non ha modificato il nostro impegno per la privacy degli utenti o il modo in cui gestiamo il nostro servizio, incluso il modo in cui elaboriamo, utilizziamo o condividiamo i dati con chiunque, incluso Meta. Accogliamo con favore il riconoscimento da parte della Commissione europea di aver fornito agli utenti le informazioni necessarie sui nostri aggiornamenti, anche tramite le notifiche in-app e il nostro Centro assistenza. Stiamo esaminando la lettera del CPC e risponderemo a tempo debito”.
Il CPC, che sta per Consumer Protection Cooperation Network, è una rete di cooperazione per la protezione dei consumatori composta dalle autorità responsabili dell'applicazione delle leggi UE sulla protezione dei consumatori nei paesi dell'UE.
La società aveva ricevuto a gennaio 2022 una prima lettera di richiamo dalla rete di cooperazione per la protezione dei consumatori, composta da organismi nazionali di tutela dei consumatori e sostenuta dall'esecutivo dell'UE: si chiedevano chiarimenti sugli aggiornamenti delle policy. In risposta WhatsApp aveva dimostrato di fornire agli utenti le informazioni necessarie sugli ultimi aggiornamenti del 2021, anche tramite notifiche in-app o il suo centro assistenza: informazioni ritenute però "insufficienti e confuse" per gli utenti.
A luglio 2021 sempre l'Organizzazione europea dei consumatori aveva inviato una segnalazione alla Commissione europea e alla rete europea delle autorità dei consumatori contro WhatsApp “per molteplici violazioni dei diritti dei consumatori dell'UE. Da diversi mesi - si legge nel richiamo - WhatsApp esercita pressioni indebite sui propri utenti affinché accettassero le nuove condizioni d'uso e la politica sulla privacy. Termini che non sono né trasparenti né comprensibili per gli utenti”.
A settembre 2021 la Commissione irlandese per la protezione dei dati aveva sanzionato WhatsApp con una multa di 267 milioni di dollari per violazione dei principi di trasparenza del regolamento generale sulla protezione dei dati dell'UE (GDPR) dell'UE (per un’indagine che risaliva a dicembre 2018, prima del controverso aggiornamento della politica sulla privacy su cui le autorità per la protezione dei consumatori hanno sollevato preoccupazioni).