AGI - L’obiettivo è fornire sensori ottici a 15 delle prime 20 case automobilistiche mondiali entro il 2025. Questo il piano di Sony, che aveva già annunciato l’intenzione di accelerare nell'industria automobilistica nel 2020 quando ha presentato un prototipo di auto elettrica chiamata Vision-S. Quest'anno poi ha lanciato una divisione di mobilità elettrica e ha annunciato una joint venture con Honda per la produzione di automobili. Il prossimo passo è fornire i sensori, quelli cruciali, per veicoli elettrici e veicoli autonomi, puntando qui non più solo sulla fornitura di tecnologie fotografiche per colossi come Apple, Google e Samsung.
A delineare la strategia della multinazionale giapponese è stato Terushi Shimizu, the head of Sony’s imaging and sensing business. Agli investitori pochi giorni fa ha detto: "Prevediamo di fare affari nei sensori ottici per autoveicoli con il 75% delle prime 20 case automobilistiche globali entro l'anno finanziario 2025". Secondo Shimizu quel 75% di case automobilistiche vorrebbe dire circa l'80% delle auto vendute a livello globale entro tre anni.
Per sviluppare sensori ottici sempre più performanti e soddisfare il piano, Sony conta di spendere circa 900 miliardi di yen (7 miliardi di dollari), quasi il triplo di quanto speso tra il 2015 e il 2017. Una sfida che però deve fare i conti con la crisi dei chip e della catena di approvvigionamento. Una sfida acuta è la sicurezza dei chip, poiché la pandemia ha compresso le catene di approvvigionamento e tagliato drasticamente le scorte delle aziende.
Shimizu ha ricordato agli investitori che Sony ha stretto una joint venture con Taiwan Semiconductor Manufacturing Company per costruire una fabbrica di chip da 7 miliardi di dollari in Giappone per garantire forniture stabili di semiconduttori, in particolare di quelli che vengono utilizzati per controllare il funzionamento dei dispositivi elettronici.