Tesla ha fatto il pieno di utili e aumentato la produzione nonostante il lockdown a Shanghai
Tesla continua a correre, batte le stime degli analisti e registra nuovi record: il fatturato del primo trimestre 2022 è stato di 18,76 miliardi di dollari, per l'87% ottenuto dalla vendita di auto (il resto arriva da batterie ed energia solare). L'utile è di 3,22 dollari per azioni, ben oltre i 2,26 dollari stimati. Il margine operativo è del 19%, mai così alto e più che triplicato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nelle contrattazioni che precedono l'apertura del Nasdaq, il titolo guadagna oltre il 6%.
Margini e fatturato sono sostenuti dall'aumento di auto consegnate e dalla crescita del loro prezzo medio. Le vetture immatricolate sono state, come comunicato da Tesla all'inizio di aprile, 310.048. Si tratta di un leggero incremento rispetto al trimestre precedente ma del 67% anno su anno. La compagnia, inoltre, sta registrando una lenta ma continua migrazione verso i modelli più remunerativi, Model S e Model X. La stragrande maggioranza delle vendite (circa il 95%) riguarda ancora Model 3 e Model Y, ma la loro quota era del 96% il trimestre precedente e al 99% un anno fa. In sostanza, prezzi più elevati e costi di produzione spalmati su volumi maggiori permettono a Tesla di far lievitare i margini.
La crescita della produzione è stata impattata meno del previsto da Shanghai. Nella città cinese bloccata dal lockdown, infatti, sorge quello che è al momento il secondo impianto di Tesla per capacità (450mila vetture l'anno). “La produzione è ripresa a livelli limitati e stiamo lavorando per tornare a pieno regime il prima possibile”, ha spiegato il cfo Zachary Kirkhorn.
La lista di attesa si allunga e alcuni clienti rischiano di ricevere la propria Tesla solo il prossimo anno. Nonostante il rallentamento, il ceo Elon Musk ha affermato che Tesla dovrebbe comunque riuscire a produrre 1,5 milioni di vetture nel 2022, con un incremento oltre 50% rispetto allo scorso anno.
È questo il ritmo che la compagnia prevede di mantenere anche nelle prossime annate: un aumento medio delle vetture consegnate del 50% ogni 12 mesi. Dipenderà, hanno spiegato Musk e Kirkhorn dalla domanda del mercato, dalla rapidità con cui si metteranno in moto le Gigafactory in Germania e Texas, ma anche da fattori esterni al controllo diretto dell'azienda: “Le nostre fabbriche – si legge nella relazione agli azionisti - hanno funzionato al di sotto della loro capacità per diversi trimestri poiché la filiera di approvvigionamento è diventata il principale fattore limitante”. Una condizione che “probabilmente continuerà per il resto del 2022”.
Guardando a un futuro meno prossimo, Tesla si aspetta che ai “profitti legati all'hardware” (cioè auto e batterie) si accompagni “un'accelerazione di quelli legati al software”: soprattutto sistemi di controllo e servizi a bordo o per la gestione dell'auto da remoto. E naturalmente, alla voce software c'è anche la guida autonoma. Musk ha ribadito che la missione è più complicata di quanto si aspettasse e che servirà più tempo del previsto prima di avere veicoli senza guidatore.