AGI - Un altro passo avanti per il nuovo vaccino proteico a somministrazione nasale. Nuovi risultati preclinici ottenuti con la variante Delta questo inverno dimostrano la sua potenziale efficacia contro il SARS-CoV-2. Guidato dal gruppo di ricerca francese BioMAP, dall'unità di ricerca congiunta Infectiology and Public Health (ISP) gestita dall'INRAE e dall'Université de Tours, questo progetto è sostenuto dal Ministero dell'Istruzione, della Ricerca e dell'Innovazione e accompagnato dall'ANRS Maladies infectieuses émergentes.
Test preclinici avevano dimostrato l'efficacia del vaccino dopo due immunizzazioni nasali somministrate a tre settimane di distanza, sia in termini di risposta immunitaria che di neutralizzazione precoce del virus originale e delle sue varianti, diminuendo notevolmente il rischio di contaminazione da parte di un individuo vaccinato.
I risultati di questo vaccino proteico non adiuvato sono stati confermati alla fine del 2021 da nuovi studi preclinici su roditori che ne hanno validato l'efficacia contro la variante Delta. Il vaccino, costituito dalla proteina spike e dalle proteine virali non mutate, proteggerebbe quindi dal ceppo attualmente in circolazione di SARS-CoV2 nonostante le mutazioni multiple.
Per accelerare lo sviluppo del progetto e consolidare gli annunci di investimento è stata creata la start-up francese LoValTech, etichettata Deeptech da BPI France e questa nuova societa' detiene ora una licenza esclusiva mondiale per sfruttare il brevetto sul vaccino, concesso dall'Universitè de Tours e dall'INRAE.
Obiettivo della start up è gestire il progetto dalle fasi di sviluppo della formulazione del vaccino fino alle sperimentazioni cliniche che portano al lancio sul mercato tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024. Il sostegno dell'ANRS Maladies infectieuses e'mergentes su questo candidato vaccino consentirà il consolidamento del progetto e il monitoraggio di tutte le fasi da svolgere fino al lancio sul mercato.
Passi successivi decisivi sono la raccolta fondi, produzione di lotti di vaccini e prime sperimentazioni cliniche. Questo vaccino, assicurano i produttori, non e' invasivo e richiede uno sforzo logistico inferiore, per questo consentirà una distribuzione più ampia ai Paesi con un tasso di copertura vaccinale soddisfacente come vaccinazione di richiamo al fine di rafforzare la risposta immunitaria, in particolare quella mucosale, per proteggere la popolazione vaccinata dalle forme sintomatiche della malattia e, soprattutto, per evitare la trasmissione del virus.