AGI - Se Tim Berner Lee, il padre del web, si fosse ritrovato su Twitter tra il 17 e il 18 novembre, probabilmente avrebbe condiviso lo striscione simbolo dell'addio di Totti: “Speravo de mori' prima”. Quando inventò il www, di certo non poteva immaginare al #VioliNation, un fenomeno nato dalla nicchia del calcio romanista e finito tra i top trend mondiali. Una goliardata, nel migliore dei casi. Bullismo, nel peggiore.
Fenomeno VioliNation
VioliNation è uno “spazio” Twitter. Lo scorso maggio il social network ha infatti lanciato questa nuova funzione, replica di Clubhouse: un host apre uno spazio e trasmette solo audio, gli ascoltatori accedono. Se non ne avete mai sentito parlare, è normale: in Italia gli spazi sono, al momento, meno che marginali. Almeno fino a due giorni fa, quando l'account @moussolinho – The Animal Violista ha aperto questa riunione e trasmesso canzoni rivisitate in chiave romanista. Sono tutti brani-parodia tra il goliardico e lo scurrile, senza alcuna pretesa d'intonazione, dedicati a calciatori e dirigenti della Roma.
Già da tempo circolano online, creati e pubblicati da Marco Violi (da cui il nome dello spazio), il giornalista che gestisce Romagiallorossa.it.
Non si sa come, non si sa perché, VioliNation ha attirato circa 5 mila persone e generato una cascata da tweet. Oltre all'ambiente giallorosso, hanno partecipato personaggi noti come la conduttrice Andrea Delogu e la tennista Sara Errani (che si è detta “ipnotizzata”).
Dopo la seconda nottata di trasmissioni, persino l'account twitter della Lega di Serie A ha pubblicato una gif facendo intendere di aver seguito per tutta la notte gli audio di VioliNation. L'hashtag è diventato virale, con una concentrazione anomala negli Stati Uniti e in Canada, cioè ben lontano dai paraggi dell'Olimpico.
Le ragioni (inspiegabili) del successo
C'è poco da spiegare sulle ragioni del successo. Difficile dire come mai un fenomeno locale sia diventato globale, aggregando contenuti già pubblicati e sfruttando un canale che fino a ora si era sentito nominare a malapena. Violi è un bravo cantante? No. Il risultato è ironico? Parliamone. L'attrazione esercitata da VioliNation somiglia più al cosiddetto “effetto gatto spiaccicato”, che si verifica quando lo sguardo viene catturato da qualcosa perché estremamente sgradevole. Capire com'è diventato virale tutto questo è praticamente impossibile. A guardare da dove nasce, però, sorge qualche dubbio sulla sua natura innocua.
Denunce e minacce dietro VioliNation
L'account che ha aperto lo spazio, @moussolinho, fa probabilmente riferimento a Mourinho (attuale allenatore della Roma), a Violiho (il nome con cui Violi pubblica le sue canzoni in omaggio al tecnico portoghese) e a Mussolini. Marco Violi, però, non ne sapeva nulla. E su questo non sembrano esserci dubbi.
Perché oltre a dirlo lui in prima persona, lo hanno confermato indirettamente alcuni account Twitter che da tempo scambiano insulti con Violi e che sembrano i promotori dello spazio. Il profilo @moussolinho non esiste più, ma tra quelli più vicini a VioliNation c'è @LogikSEO, che da mesi pubblica insulti indirizzati a Violi.
In un video pubblicato sul suo sito, giornalista ha parlato di una “schifosa, deprimente e subdola situazione”, della quale lui non è l'autore ma “la vittima”: “Non è un tributo ma un atto per denigrarmi”. Visti i trascorsi visibili (con tweet che si burlano del padre morto, accuse di portare sfortuna alla Roma e petizioni per silenziare le sue telecronache) e gli account coinvolti, VioliNation sembra effettivamente tutto fuorché un omaggio. Il giornalista – che ha già risposto in passato con alcune denunce - va oltre: afferma, senza avere alcuna prova, di sentirsi in pericolo per aver parlato male della precedente proprietà della Roma. VioliNation sarebbe l'ultimo atto di questa strategia diffamatoria orchestrata negli Stati Uniti.
Al di là delle teorie del complotto, ci sono alcune certezze: VioliNation è stato un fenomeno senza precedenti; i profili più vicini al creatore dello spazio parlano di goliardata, non certo gradita a Violi. Una presa in giro, probabilmente sfuggita di mano ai suoi stessi organizzatori, che però sta finendo con il dare notorietà al giornalista: il suo account Twitter ha guadagnato in poche ore qualche centinaio di follower. Le vie della viralità sono infinite.