Se siete tra quelli che si stanno chiedendo perché sul vostro smartphone spunti insistentemente e in tutte le salse l’annuncio dell’ormai prossimo lancio di OnePlus 7 e non avete idea di cosa OnePlus sia, allora siete sulla pagina giusta. E se vi domandate come mai tutta questa gente ne stia parlando anche se in giro non c’è un solo annuncio pubblicitario… beh, siete sempre sulla pagina giusta.
Perché se per voi il mondo degli smartphone non va oltre marchi come Apple, Samsung e Huawei, allora vi sentirete un po’ spaesati di fronte alla tempesta di indiscrezioni su un certo OnePlus 7 che negli ultimi giorni ha invaso la Rete, nemmeno si fosse di fronte all’ennesima bizzarria di Elon Musk.
E in fondo il paragone non è così peregrino, perché quello che oggi viene presentato a Londra da OnePlus sta agli smartphone come una Tesla sta a un’auto di lusso. Con la differenza che invece di costare di più, costa di meno. Una specie di smartphone di lusso democratico.
Ufficialmente i prezzi dello OnePlus 7 non sono noti, ma in Rete si trova una pletora di indiscrezioni. L’unica certezza è che il 7 Pro, il top di gamma (a eccezione della versione 5G) costerà meno di mille euro. Addirittura meno di 900. Forse poco più di 800. Se si considera che sulla stessa fascia le ammiraglie di Samsung e Huawei costano di listino tra i tre e i quattrocento euro di più e che Apple continua a veleggiare su prezzi totalmente fuori mercato…
Quando alle caratteristiche tecniche, ne sono girate di ogni e si può dire senza tema di smentita che sarà uno degli smartphone più potenti in circolazione, con un comparto fotografico di alto livello e una autonomia invidiabile. In sostanza il meglio della tecnologia in circolazione a un prezzo abbordabile. Ma chi è così folle da mettere sul mercato una macchina simile a un prezzo di un quarto più basso degli altri?
In realtà i visionari sono in due e la loro storia l’abbiamo raccontata qui.
Per farla breve, è la fine del 2013 quando Carl Pei e il suo socio Pete Lau fondano OnePlus. Pei ha 25 anni e Lau 39. Lo fanno, racconterà un anno e mezzo dopo Pei, perché pur lavorando in una azienda che fabbrica smartphone con sistemi operativi Android, entrambi usano ancora iPhone. La ragione è che gli smartphone Android sono brutti e hanno un software meno user-friendly di iOs.
Così decidono di creare lo smartphone che piacerebbe a chi con lo smartphone ci lavora e si mettono in ascolto di quello che gira sui forum per smanettoni. Raccolgono le idee, le sottopongono alla community e nel 2014 lanciano One Plus One, il primo modello della nuova casa. L’obiettivo è vendere 30 mila pezzi, ma ne va via un milione.
Ma come diavolo hanno fatto? Di nuovo l’iconografia aziendale parla di annunci online su un nuovo telefono di fascia alta a prezzi contenuti accompagnati da uno slogan accattivante: “Never settle”. Che si può tradurre con “Mai mettersi comodi” o “Mai riposare sugli allori”, con un messaggio che suona vagamente come un monito per Apple.
Fino a poco prima nessuno aveva sentito parlare di OnePlus e nel giro di pochi mesi è sulla bocca di tutti quelli che frequentano siti come TechRadar, forum per geek e Reddit. L’operazione marketing virale ha funzionato e ha scatenato la frenesia.
Al momento del lancio di OnePlus 2 Pei dice al Wall Street Journal: “Tradizionalmente, i consumatori poco informati pensano che a un prezzo più elevato corrisponda un prodotto migliore. Con la trasparenza di Internet e le recensioni degli utenti, l'intera equazione sta cambiando. Per gli smartphone come per i ristoranti”.
Ma è proprio a questo punto che Pei il suo socio commettono un errore. Entusiasti per il successo che hanno ottenuto con lo One hanno smesso di ascoltare le opinioni e i consigli della community e il risultato è che il modello 2 è un flop. E ancora peggio va con l’X, un tentativo di fare una versione ancora più economica, ma decisamente meno performante. Potrebbe piacere, ma nessuno lo compra perché commercialmente non ha senso. I due soci si rendono conto dell’errore e decidono di raccogliere le idee.
Pei e Lau tornano a interagire sui forum e ad ascoltare i pareri esterni ed è così che nasce One Plus 3. Un nuovo successo. Seguito sei mesi dopo dal 3T. A chi gli contesta di essere caduto nella trappola dei grandi marchi di lanciare un modello ogni sei mesi, Pei risponde che così come non si aspetta un anno per aggiornare un software, allo stesso modo non c’è motivo di aspettare a usare hardware più performanti. Un altro messaggio, nemmeno tanto velato, per Apple. Il 5 e il 5T prima e il 6 dopo replicano il successo. Poi, a fine 2018, arriva il 6T che abbatte il muro della distribuzione solo online che era stata fino ad allora peculiarità della casa e diventa, letteralmente, alla portata di tutti.
In attesa di conoscere il 7 Pro (ma anche il fratello minore 7 e, stando sempre alle indiscrezioni, la versione 5G) una cosa è certa: OnePlus ha ascoltato con estrema attenzione le indicazioni che venivano dalla community e questo smartphone è destinato a segnare una svolta. Nella storia dell’azienda di Pei e Lau, senza dubbio, ma forse in quella della competizione su questo affollato mercato in cui nessuno – ma proprio nessuno – può considerare inviolabili le proprie posizioni.