Facebook ci riprova coi media. Nel rapporto di altalenante odio-amore tra il social network e il mondo dell’informazione, è di nuovo la volta del corteggiamento. La piattaforma guidata da Mark Zuckerberg ha infatti annunciato che finanzierà una serie di tv e media americani per produrre contenuti e programmi giornalistici. Che saranno poi distribuiti a partire da quest’estate su Facebook Watch, la sezione dedicata a contenuti video originali lanciata l’anno scorso dal social network negli Usa ma non ancora disponibile per tutti gli altri suoi utenti.
I programmi, che spazieranno da notizie dell’ultima ora agli approfondimenti, saranno completamente pagati da Facebook - riferiscono vari media statunitensi riportando fonti ufficiose - anche se verranno poi realizzati da vari partner giornalistici, tra cui la tv ABC News, la CNN, Fox News Channel, Univision; editori locali come Advance Local; e media company digitali come ATTN e Mic.
È stata la stessa Facebook a dare la notizia, benché non siano stati forniti dettagli sulla quantità di soldi in ballo o il tipo di accordi pubblicitari che potrebbero esserci, anche successivamente. Per ora, secondo una fonte riservata citata da Adweek, l’approccio verso gli editori sarebbe del tipo: “Venite con un’idea e mandateci il budget”. Anche se è probabile che dopo la prima fase di lancio, l’intenzione sia di far decollare i programmi giornalistici su Facebook Watch con una divisione degli introiti pubblicitari fra la piattaforma e i media.
Per anni il social ha sfornato diverse proposte per agevolare la distribuzione di contenuti informativi, ma con alterni successi. Instant Article, la funzione che permette di caricare articoli più velocemente da mobile, è stata progressivamente abbandonata da molti media. Poco successo, sul medio-lungo termine, anche per i video live, su cui il social aveva cercato di coinvolgere gli editori. Altre iniziative legate all’informazione, come la sezione Trending, che raccoglieva i temi più popolari sulla piattaforma, hanno portato non pochi grattacapi e incidenti - tanto che la stessa sezione è stata chiusa giusto pochi giorni fa. E proprio sul tema della circolazione di possibili “fake news” il social è finito più volte nel mirino dei politici di vari Paesi.
Ora Facebook ci riprova cercando di partire dalla qualità e da una maggiore selezione dei contenuti. In un articolo sul blog aziendale, Campbell Brown, il capo delle partnership media di Facebook, ha spiegato che l’attuale iniziativa legata a Facebook Watch integra la decisione presa a gennaio di dare priorità a contenuti socialmente significativi rispetto a quelli di aziende ed editori. Se quindi la quantità di informazione complessiva potrebbe diminuire, l’idea è che quella rimasta debba essere “affidabile, informativa e locale”. Di qui l’idea di finanziare i programmi che verranno realizzati da giornalisti noti ma anche da volti nuovi, e i formati saranno vari, dalle dirette ai reportage. I partner “avranno pieno controllo editoriale” sui loro contenuti.
Certo, di fronte a simili iniziative, aumenterà la tentazione da parte di molti di classificare Facebook come un editore o un’azienda media. Una definizione sempre respinta finora dal Ceo Mark Zuckerberg anche nelle recenti audizioni di fronte al Parlamento Usa. In ogni caso il potere della sua piattaforma di determinare quello che viene letto o ascoltato da milioni di persone continua a essere ben saldo.