È possibile imparare la storia e la geografia attraverso un videogioco? Secondo i creatori di Assassin’s Creed, sì. Il programmatori del prodotto dalla Ubisoft, le cui trame narrative si perdono all’interno di varie epoche storiche dell’umanità, hanno deciso che nell’ultima versione, dedicata all’Egitto tolemaico, ci sarebbe stato più spazio per l’apprendimento. Hanno creato una sorta di guida turistica virtuale per conoscere, fino in fondo, una delle civiltà più enigmatiche e affascinanti della Storia. Ma non finisce qui. L’obiettivo parallelo è quello di trovare un nuovo modo per avvicinare insegnanti e studenti in un campo di gioco che sia più congeniale a questi ultimi.
Il problema della violenza
Non è la prima volta che i docenti provano a utilizzare giochi come Assassin’s Creed per raccontare frammenti di storie e porzioni di mondo. Il vero problema, dal punto di vista degli educatori, è l’eccessiva violenza presente all’interno delle avventure, un limite che cancella il potenziale educativo alla base del gioco. Lo sfondo, ricco di particolari, viene cioè dimenticato in favore della guerra e del sangue, dell’impresa e della battaglia. In questa versione, invece, l’aspetto didattico è al centro delle azioni dei protagonisti. Il giocatore può scegliere tra 25 avatar diversi, semplici cittadini o personaggi storici molto noti. Adulti e bambini; egiziani, greci e romani; legionari e commercianti, Cleopatra e Giulio Cesare.
Come una vera guida, una voce fuori campo racconta il mondo in cui l’avatar vive. Con un’infinità di dettagli e oggetti in vista. Dalle ceramiche alle pergamene, dagli attrezzi agricoli ai forni per la cottura del pane. I 75 tour disponibili del gioco raccontano in toto la vita quotidiana, i monumenti, le attività agricole e cittadine degli abitanti. Il giocatore potrà far eseguire al proprio personaggio azioni che si facevano allora. Dal togliere la pagnotta appena sfornata dai carboni ardenti al seminare un campo appena arato. Anche se si è scelto di usare una figura di riguardo come Giulio Cesare. Un lavoro certosino che è stato il frutto della consulenza di storici, ricercatori ed esperti del mondo antico.
Alessandria e la sua biblioteca
In quest’articolo del New York Times, gli sviluppatori del gioco hanno posto l’attenzione su una delle fermate più importanti dell’intero tour. Quella della Biblioteca di Alessandria, una delle grandi meraviglie dell’antico Egitto. Per costruirla, ha spiegato Maxime Durand, principale consulente storico del gioco, si sono presi ad esempio i resti di un’altra biblioteca del passato le cui rovine sono ancora in piedi a Efeso, in Turchia. Quella di Celso.
Ma la Storia, si sa, è ricca di misteri e di ipotesi. Alcuni fatti ci sono stati tramandati tra descrizioni e racconti. Non sono più osservabili dagli occhi umani. Per giustificare scelte e ricostruzioni è stata quindi attivata una funzione, una specie di “dietro le quinte”, dove vengono presentate le ipotesi e i motivi per cui sono state prese alcune decisioni. Un modo per non attuare un insegnamento passivo ma sviluppare nei ragazzi uno spirito critico sempre attivo.
Il test nelle scuole di Montreal
Ma alla fine, i presupposti si sono trasformati in realtà? Marc-André Éthier, professore all'Università di Montreal, ha deciso insieme a Ubisoft di tentare un esperimento che ha coinvolto circa 330 studenti, di età compresa tra 12 e 16 anni, appartenenti a 9 scuole della città canadese. Gli studenti sono stati divisi in gruppi di 40 ed è stato chiesto loro di eseguire un semplice test sull’Egitto Tolemaico. Poi metà di ogni gruppo ha eseguito il tour della Biblioteca di Alessandria mentre l'altra ha ascoltato una lezione classica, all’interno di un’aula, con un insegnante. Alla fine gli studenti hanno fatto un secondo quiz per vedere quanto è stato appresso in un caso e nell’altro. Il gruppo che ha lavorato con un'insegnante ha fatto meglio rispetto a quello che aveva solo fatto il tour. Anche se i punteggi di questi ultimi, dal primo al secondo test, hanno mostrato evidenti miglioramenti, tra il 22% e il 44%. Insomma, i videogiochi funzionano solo se, accanto, c’è qualcuno in grado di svelare, con passione e professionalità, i segreti che vi sono riprodotti.