Sappiate – se vi siete spaventati nel leggere della violazione di dati da 50 milioni di account Facebook negli Usa – che se decidete di uscire oggi dal social network più famoso del mondo, sarete liberi non prima di settembre.
Lo racconta oggi il Guardian, il quotidiano inglese che insieme al New York Times sabato scorso ha rivelato al mondo le violazioni della società di Alexander Nix nei profili degli utenti.
Non è facile cancellarsi da Facebook. O meglio, è molto lungo. Passando dalle impostazioni dell'account, Facebook ti guiderà per "disattivare" l’account, "disabiliterà il tuo profilo e rimuoverà il tuo nome e la tua foto dalla maggior parte delle cose che hai condiviso su Facebook". Ma nei fatti non rimuoverà alcun dato dai server. La disattivazione non è la cancellazione. L’account resta spento, ma in realtà esiste ancora. Perché? Perché Facebook spera sempre che uno ci ripensi e magari dopo qualche mese di silenzio decida di rientrare (e a quel punto, come per incanto, si ritrova il profilo bello e pronto come lo aveva lasciato. Provare per credere).
Leggi anche: Cambridge Analytica: le 4 domande del Financial Times a Facebook
La vera impostazione per sparire per sempre è nascosta in un documento di aiuto con il titolo "Come posso eliminare definitivamente il mio account?" Cliccando su "facci sapere", spiega il Guardian, si approda alla schermata di cancellazione dell'account reale. Un altro clic su "Elimina il mio account" e si entra su un'altra schermata. Inserendo la password e dimostrando che non si è un robot (basta copiare il codice 'captcha' che appare sotto) si arriva al fatidico pulsante per uscire per sempre.
Tutto fatto? Macché. Facebook comincerà il processo di cancellazione definitiva dei dati dopo 15 giorni. Processo che finirà davvero dopo 6 mesi!
Comunque, prima di arrivare alle estreme conseguenze, si può cominciare col proteggere i propri dati e le impostazioni personali. Una buona notizia: la funzionalità che consentiva il prelievo dei dati utilizzata dalla società che ha fornito a Cambridge Analytica i suoi dati non è più disponibile sul sito.
“Prima del 2016 - leggiamo sul Guardian - le app di Facebook potevano chiedere il permesso di accedere non solo ai dati personali di ciascun utente, ma anche a quelli di tutti gli amici. Ciò significa che circa 300.000 persone potrebbero iscriversi a un quiz di test della personalità, e consegnare informazioni proprie e dei propri amici senza saperlo.
“Ora le app di Facebook sono autorizzate a raccogliere informazioni solo dagli utenti che si sono registrati direttamente per loro, limitando notevolmente la loro portata. Tale modifica è stata apportata nel 2014 e distribuita su tutte le app di Facebook nel corso del 2015”.
La pagina delle impostazioni dell'app su Facebook è il posto dove gestire le applicazioni a cui si è dato accesso. Cliccando sul link verrà visualizzato un elenco di app sotto "connesso con Facebook". A quel punto basta cancellare quelle che non si riconoscono o non ci si ricorda di aver scaricato.
Altro percorso è quello di cliccare sul pulsante di modifica sotto l'app "altri usi" in basso, nella pagina. Qui si arriva alle impostazioni sulla privacy per la versione moderna della stessa funzionalità di cui ha usufruito Cambridge Analytica. Le informazioni che gli altri possono consegnare a tuo nome sono limitate, ma includono ancora dati come la tua data di nascita, opinioni religiose e politiche, attività, interessi e cose che ti piacciono.
Leggi anche: Quando una app ti chiede il consenso per poter accedere ai tuoi dati: il caso CA