Nei giorni scorsi ha suscitato forti polemiche la decisione di Evan Spiegel, numero uno di Snap (la holding che possiede Snapchat) di regalarsi un bonus da 637,8 milioni di dollari senza concedere emolumenti ai suoi dipendenti. Una decisione che stride con il continuo calo in borsa che ha portato la capitalizzazione di mercato del gruppo a un livello inferiore a quella di Twitter. Le polemiche di cui sopra appaiono destinate a intensificarsi se verrà confermata l'indiscrezione raccolta da Cheddar, secondo cui l'azienda è in procinto di licenziare un centinaio di addetti.
Non è la prima volta che Snap taglia il personale. Lo scorso settembre era stata licenziata una decina di persone impiegate nella divisione hardware, quella che lavora agli occhiali per la realtà aumentata Spectacles, le cui vendite hanno iniziato da un po' a stagnare, probabilmente perché la realtà aumentata è un settore ancora immaturo. Lo scorso gennaio un piano di ristrutturazione costato il posto ad altri 24 dipendenti, compresi alcuni coinvolti nella produzione di contenuti. Le ragioni sono ormai sempre le stesse da un po': utenti che non crescono (più) abbastanza in fretta e una serie di bilanci in rosso che ha fatto perdere la pazienza a più di un investitore. Se un anno fa tutti parlavano di Snapchat come l'unico social network in grado di insidiare il trono di Facebook, sembra che ora Zuckerberg possa dormire sonni decisamente più tranquilli.
Snap non ha commentato i rumor diffusi da Cheddar, che parla della tornata di licenziamenti "più grande della storia dell'azienda", tanto che potrebbero essere coinvolte "oltre 100 persone", tutte identificate tra le fila degli ingegneri. Secondo ReCode, invece, i settori interessati dai tagli potrebbero essere più di uno. "È possibile che Snap stia semplicemente cercando di eliminare coloro con una performance inferiore al necessario. La compagnia non ha versato bonus di fine anno nel 2017 perché, secondo Bloomberg, i dipendenti non hanno raggiunto gli obiettivi interni", prosegue ReCode, "l'azienda, che è quotata da poco più di un anno, è stata criticata in passato per la spesa eccessiva. È anche possibile che Snap stia provando ad aprirsi la strada verso un bilancio in utile, sebbene questa non sia di solito la maggiore priorità di una startup". Se questo quadro si rivelasse verosimile, però, il lauto bonus incassato da Spiegel apparirebbe ancor meno giustificato.