Intelligenze artificiali, machine learning, analisi dei dati: il futuro reclama trasferimenti di informazioni sempre più veloci. E Google aggiorna le mappe delle autostrade dei dati con il progetto di depositare tre nuovi cavi in fibra ottica sottomarini per le comunicazioni.
Con il crescere delle infrastrutture informatiche e del traffico Internet aumenta costantemente anche la necessità di nuove reti in grado di sostenere il carico dei servizi che viaggiano sul web, così Mountain View ha deciso di creare, entro la fine del 2019, dei nuovi collegamenti, con l’obiettivo di potenziare le proprie capacità di cloud. Con questo nuovo progetto, la partecipazione del colosso alla fitta rete di cavi sottomarini in fibra ottica arriva a undici collegamenti.
Curie, che prende il nome della famosa scienziata Marie Curie, sarà il primo cavo in fibra ottica a collegare direttamente il Cile con gli Stati Uniti. Si tratta anche del primo cavo intercontinentale privato installato da una società non di telecomunicazioni. Questo collegamento servirà tutta l’America Latina, e la sua particolarità sarà nell’autonomia gestionale che potrà esercitare Google, essendone proprietaria esclusiva. Inoltre Curie è il primo cavo in fibra ottica ad atterrare in Cile in vent’anni.
Havfrue, chiamato con la parola danese per dire sirena, collegherà gli Stati Uniti con la Danimarca e l’Irlanda. Realizzato in collaborazione con Facebook, Aqua Comms e Bulk, sarà operativo entro la fine del 2019. Mountain View fa sapere che sono già in corso le esplorazioni del fondale per determinarne il percorso.
Il terzo e ultimo cavo commissionato da Google, Hk-G, collegherà la città cinese di Hong Kong con l’isola di Guam, territorio statunitense nell’arcipelago delle Marianne.
In ogni caso, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Google avrebbe fatto a meno di questa impresa se non fosse stato per precise esigenze tecniche e di mercato. “Avrei preferito non essere obbligato a entrare nel mercato della realizzazione di cavi sottomarini”, ha dichiarato Ben Treynor Sloss, vice presidente delle piattaforme cloud di Google. La scelta sarebbe stata forzata dalla necessità di espandere i servizi del colosso in Australia e Sud America. “Messa in termini semplici, non sarebbe possibile garantire servizi come il Machine Learning, Spanner e BigQuery”, servizi offerti da Google alle aziende.
L’anno scorso Facebook e Microsoft avevano installato un cavo di fibra ottica lungo 6.600 chilometri tra Stati Uniti e Bilbao. Il collegamento, che al momento è il più potente segmento sottomarino per le telecomunicazioni esistente, è stato realizzato per offrire una connessione più stabile e veloce per servizi come Azure, Bing e Xbox Live, mentre il social network ha potuto potenziare il trasferimento dei dati dei suoi due miliardi di utenti, rendendo più veloci WhatsApp e Instagram. Il controllo delle comunicazioni sottomarine è un mercato strategico per le grandi aziende tecnologiche, e Google, che al momento detiene circa il 25% del traffico Internet mondiale, non ha intenzione di cedere terreno.