Il salto nel futuro è una macchina che vola da un tetto all’altro: Uber, azienda di trasporti basata a San Francisco e attualmente società più ricca al mondo tra le non quotate, punta al 2020 per iniziare a testare un nuovo servizio di trasporto basato su automobili volanti a guida autonoma. UberAir sarà sperimentato a Dallas e San Francisco e, secondo i suoi progettisti, potrebbe trasformare i tetti dei nostri palazzi in vere e proprie fermate di scambio dove poter chiedere un passaggio, per raggiungere l’altro lato della città volando.
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“Sarebbe fantastico chiamarle macchine volanti - ha spiegato a Techcruch Justin Erlich, capo del dipartimento di aviazione urbana - ma è inesatto perché dà l’impressione che siano mezzi che si alzano da terra, e quella è una tecnologia ancora lontana”. UberAir, l’audace progetto della società americana che vuole portare il traffico sopra le nostre teste, prevede l’impiego di una flotta di mezzi elettrici simili ad automobili e in grado di coprire una distanza vicina ai cento chilometri, tanto quanto consentito dalle attuali tecnologie per l’accumulazione di energia. Speciali taxi dotati di ali fisse e di eliche, che assomigliano a dei droni, e che trasportano i passeggeri da un “cieloporto” all’altro. Uber prevede di iniziare a testare i suoi aeromobili volanti nel 2020 a Dallas e Los Angeles. Ma secondo il piano, potrebbe lanciare la prima flotta per uso commerciale nel 2023.
L’annuncio che Uber avrebbe lavorato alla creazione di speciali taxi volanti risale ad aprile del 2017 quando, durante lo Uber Elevate Summit, è stata annunciata una collaborazione con alcune aziende specializzate nella ricerca e sviluppo di aeromobili. Da allora molti altri proclami sono seguiti, tra i quali il più importante, lo scorso aprile, in occasione del web summit, il Ceo dell’azienda Jeff Holden ha svelato il volto del progetto UberAir. I veicoli che l’azienda sta progettando assomigliano a delle macchine, hanno quattro posti, e delle eliche per il sollevamento verticale. I rotori, responsabili del decollo del veicolo, si basano sulla “propulsione elettrica distribuita”, invenzione di un ingegnere della Nasa, che Uber ha assunto per contribuire al progetto.
Al lavoro sul lato dell’alimentazione Uber ha assunto, il mese scorso, Celina Mikolajczak, precedentemente dirigente di Tesla, dove si occupava dello sviluppo degli immagazzinatori di energie prodotti dall’azienda di Elon Musk. Mikolajczak avrà l’incarico di sviluppare la tecnologia delle batterie nei taxi volanti di Uber, che secondo le previsioni dovrebbero arrivare a coprire fino a 60 miglia (quasi cento chilometri) di distanza. La sua assunzione sembra essere una conferma che Uber ha intenzione di fare seriamente e di rispettare le scadenze.