Nuove regole e tanto controllo manuale in più: dopo un 2017 di proteste contro contenuti violenti o inappropriati pubblicati sulla piattaforma, YouTube si riorganizza e cambia i criteri con cui si monetizzano i video. Lasciando una finestra aperta a chi aveva preannunciato un anno nuovo all’insegna della censura.
L’episodio esemplare è quello dello youtuber Logan Paul, che con pochissima sensibilità aveva ripreso e pubblicato un video nel quale si mostra uno dei cadaveri trovati in mezzo al bosco di Aokigahara, la “foresta dei suicidi” del Giappone.
Se per mantenere la propria popolarità non ci si ferma più davanti a nulla, senza riflettere alle conseguenze delle proprie azioni e all’impatto che certi contenuti possono avere, ci pensa Google. In un comunicato l’azienda fa sapere che ha modificato i parametri secondo i quali un video può avere delle pubblicità: per ricavare dei guadagni i creatori di contenuti dovranno totalizzare 4mila ore di visualizzazione in dodici mesi e almeno mille iscritti al proprio canale.
La novità riguarda i contenuti cosiddetti 'Preferred', il 5% del totale, che tra le caratteristiche devono avere un certo tempo medio di visualizzazione da parte degli utenti.
Ma c’è di più: la dimensione del canale non sarà sufficiente per determinare se sia adatto o meno alla pubblicità. “Monitoreremo da vicino segnali come proteste, spam e altri abusi - si legge nel comunicato - Sia i canali nuovi che quelli esistenti saranno valutati in base a criteri rigorosi, e in caso di ripetute violazioni saranno rimossi dal programma di sponsorizzazione”.
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L’azienda fa sapere che il cambiamento sui criteri di selezione per ospitare pubblicità sul proprio canale avverrà il 20 febbraio.
La revisione manuale per i contenuti che fanno parte di Google Preferred comincerà fuori dagli Stati Uniti a fine marzo.
Se la nuova strada intrapresa da Google migliorerà effettivamente il servizio o finirà per essere una censura non è dato saperlo. In un articolo del giornalista di Bloomberg, Leonid Bershidsky, il 2018 potrebbe essere l’anno in cui sarà più difficile fare informazione sui social (Ne abbiamo parlato qui), portando ad esempio la nuova legge sulle fake news e sull’hate speech online in Germania, dove i Tweet della parlamentare di estrema destra tedesca Beatrix von Storch sono stati rimossi nonostante il loro contenuto - senz’altro molto aspro - fosse una libera manifestazione del proprio pensiero.