Una notizia buona e una cattiva. La prima: l'Italia ha quattro città tra le 100 più “smart” del mondo: Milano, Roma, Torino e Napoli. Per quantità facciamo meglio di Francia (presente con tre città, Parigi, Lione e Marsiglia), Regno Unito (Londra, Birmingham e Leeds) e Spagna (Barcellona e Madrid). Peccato però che la vetta sia ancora molto lontana: Milano è 60esima, Torino è 69esima, Roma 71esima e Napoli 83esima. Si difendono bene quando si parla di sostenibilità ma pagano su digitalizzazione e trasporti. Sono alcuni dati emersi dallo SmartCities Index 2017 di EasyPark. L'app ha incrociato diverse fonti ufficiali e preso in considerazione 19 parametri, tra i quali mobilità, sostenibilità e innovazione (vedi alla voce startup). Alla fine la classifica ha incoronato Copenhagen, seguita da Singapore e Stoccolma. Poi Zurigo, Boston. Chiudono la top 10 Tokyo, San Francisco, Amsterdam, Ginevra e Melbourne. La lista non intende dividere promossi e bocciati. EasyPark era partita da un gruppo più folto, di 500 centri. Per questo, afferma il Chief business development officer Mauritz Börjeson, “ogni città presente nel'Index merita di essere applaudita per i suoi sforzi”. Resta però un indice per capire dove migliore (in alcun settori molto).
Quali sono le città più smart al mondo
I migliori trasporti pubblici secondo chi li usa (la classifica si basa sul grado di soddisfazione dei cittadini) sono a Singapore. Seguono Taipei e Zurigo. Reykjavik è prima per energia elettrica prodotta da fondi rinnovabili. La Svizzera, con Zurigo e Ginevra, sta investendo molto sugli edifici ad alta efficienza e primeggia anche per la gestione dei rifiuti. Panama City è invece il centro con meno emissioni di gas serra e Co2 per abitante. Le connessioni più veloci sono a San Francisco. Ma lo strapotere Usa (4 città tra le prime 5) è scalfito (e questa è una sorpresa) da Bucarest, seconda. Il Nord Europa (con la Svezia al comando), grazie a infrastrutture e siti istituzionali molto frequentati si dimostra più attento a un dialogo via web con i cittadini. Tra le grandi capitali, fanno bene Washington e Parigi (entrambe tra le prime 10). Mentre in coda c'è una il centro che rappresenta l'Unione europea: Bruxelles è 99esima, peggio di Atene e poco meglio di Dublino. Dove si concentrano le startup? E dove ci sono le migliori condizioni per attrarre business? Lo Smart Cities Index ha una risposta netta: gli Stati Uniti. Il podio è tutto a stelle e strisce, anche se sul primo gradino non c'è la California: San Francisco è preceduta da Boston. Terza Washington. La prima europea è Zurigo, quarta.
Italia sostenibile ma non ancora digitale
Milano, Torino, Roma e Napoli non sfiorano mai, in nessun settore, i vertici. In alcuni si difendono, in altri precipitano. Si piazzano nel primo terzo della top 100 sia per edifici a basso impatto ambientale che per elettricità da fonti rinnovabili. Ancora troppi rifiuti, però, vengono spediti in discarica: ecco perché la loro gestione fa scivolare il poker italiano tra le posizioni 48 e 51. Capitolo trasporto pubblico: i cittadini delle città italiane non sono soddisfatti. Milano, Torino e Napoli sono tra le posizioni 87 e 89. Roma fa ancora peggio: 95esima. Se anziché prendere l'autobus si optasse per la propria auto, le cose andrebbero poco meglio nella Capitale (84esima) ma molto meglio nel capoluogo piemontese, che si guadagna l'ingresso nella top 25. Siamo lontani dal sogno di una città quasi senza traffico (come Helsingborg, in Svezia), ma anche dai centri-incubo per automobilisti: Nuova Delhi, Città del Messico e Bucarest. La buona notizia arriva dai servizi di car sharing (la presenza di auto in condivisione sul totale della popolazione). Torino è 19esima, Milano 20esima e Roma 22esima. Unica nota stonata Napoli, 90esima.
Connessione al rallentatore
La prima città italiana per velocità di connessione è Milano, 67esima. Le altre tre sono tra le peggiori 15 della graduatoria. Il capoluogo lombardo guadagna posizioni grazie alla sua rete di wi-fi gratuiti (è 25esima), che invece penalizza Napoli (90esima). Altra voce che fa indietreggiare le città italiane: la digitalizzazione dei servizi pubblici: Napoli è 69esima, Torino 70esima. Milano e Roma scivolano tra le peggiori 10. La classifica va però letta alla luce dei parametri usati, indicativi ma non esaustivi: la presenza di infrastrutture e il traffico sui siti istituzionali locali in rapporto alla popolazione. Nella capacità di attrarre innovazione, molto fanno agevolazioni e norme nazionali. Ecco perché tutte le italiane sono fuori dalle migliori 50. Tuttavia, le amministrazioni locali e il sistema di imprese del territorio possono spingere o penalizzare un ecosistema. Ecco allora emergere le differenze: Milano (55esima) stacca le altre tre: Roma e Torino sono appaiate (posizioni 86 e 88), Napoli è 94esima: è più indietro di Atene ed è, all'interno della top 100, la peggiore città occidentale.
Un problema (anche) di reputazione
Oltre ai dati crudi, c'è anche un altro tema. Lo Smart Cities Index ha chiesto a 20 mila giornalisti esperti di tecnologia e urbanistica: quanto sono smart le città? Risultato: a volte la percezione si discosta dalla realtà. La stampa preferisce Singapore (seconda in classifica) e Boston (quinta). Ha un'idea piuttosto fedele di Milano (60esima in classifica, 62esima secondo gli esperi) e Roma (71esima in graduatoria e 70esima per gli intervistati). Ma penalizza Napoli (83esima, percepita al numero 92) e soprattutto Torino (indicata all'87esimo posto, 18 posizioni più indietro della posizione reale): la costruzione delle smart city italiane passa anche dalla reputazione.