Rivoluzione per gli automobilisti anche in Italia: il nostro Paese autorizzerà la sperimentazione dei veicoli a guida autonoma sulle strade pubbliche. Come si legge sul sito dell'Automobile, la rivista dell'ACI, è stato Mario Nobile, capo della Direzione generale per i sistemi informativi e statistici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a confermarlo durante l'illustrazione dello schema di decreto "Smart road" all'interno della conferenza internazionale organizzata da Anas, in collaborazione con la World Road Association sulla guida connessa ed automatica. Il decreto, in lavorazione da alcuni mesi, include un capitolo sulla guida autonoma e Nobile ha assicurato che saranno seguiti i tempi tecnici per l'approvazione, senza ulteriori lungaggini burocratiche.
Test in autostrada e in città
Il decreto del Mit serve a dare attuazione al processo di trasformazione digitale delle strade italiane, creando infrastrutture tecnologicamente avanzate che migliorano la sostenibilità e la sicurezza della rete viaria. È la sezione seconda del decreto a trattare invece di "sperimentazione dei veicoli a guida automatica", ovvero "veicoli dotati di tecnologie capaci di attuare comportamenti di guida senza l’intervento attivo del guidatore, in determinati ambiti stradali e condizioni esterne". I test saranno aperti a vari soggetti - dalle case automobilistiche alle università - e si potranno condurre sia sulle autostrade che in città, ovviamente dopo aver ottenuto l'autorizzazione del Mit e il via libera dei gestori delle strade.
La legge indicherà standard funzionali
Mario Nobile ha sottolineato che la legge italiana indicherà "gli standard funzionali", ovvero obiettivi e caratteristiche, per la smart road o l'auto autonoma, ma non quali tecnologie devono essere usate per realizzarle. Tuttavia per ora i test del driverless riguarderanno solo veicoli che hanno comunque un conducente a bordo in grado di intervenire in caso di emergenza, non la guida autonoma di livello 5 in cui il veicolo è a tutti gli effetti robotizzato. Il governo preferisce prima chiarire alcuni aspetti, come la responsabilità penale, ancora non del tutto esplorati.
I rischi di un eccesso di prudenza
Questo atteggiamento prudente rischia però di perpetuare il ritardo accumulato dall'Italia rispetto ad altri paesi dove la guida autonoma si sperimenta da anni: negli Stati Uniti, Google ha iniziato i suoi test nel 2010. E' lo stesso anno in cui VisLab, spin off dell'Università di Parma fondato dal professore Alberto Broggi, ha realizzato con i suoi prototipi di auto driverless un viaggio dall'Italia alla Cina in modalità cento per cento autonoma: un primato nostrano che però non ha avuto seguito perché qui mancano le regole per i test su strada. Intervenuto alla stessa conferenza Anas sulla guida automatica, Broggi (la cui VisLab è nel frattempo stata acquisita da Ambarella, azienda della Silicon Valley), ha ricordato che gli Usa hanno una legge sulla guida autonoma e la California ha appena proposto uno schema normativo, in linea con le indicazioni federali, che apre ai test dei veicoli autonomi di livello 5. Come a dire: senza regole coraggiose sulla sperimentazione del driverless si mette un freno all'innovazione, col rischio che alcuni paesi corrano avanti e gli altri restino in coda