Usare la vulnerabilità degli adolescenti per spingerli a fare acquisti. E' l'accusa mossa a Facebook dal quotidiano The Australian, entrato in possesso di un documento marchiato “Confidential: Internal Only” e datato 2017. Il documento rivela che il social network ha mostrato agli inserzionisti come riesce a individuare i momenti in cui gli adolescenti sono più vulnerabili e quindi più propensi a fare shopping.
Cosa dice il documento
Secondo il documento di 23 pagine redatto dai due top dirigenti australiani, David Fernandez e Andy Sinn, attraverso un'accurata ricerca di monitoraggio dei post, delle foto caricate, delle interazioni e delle attività in tempo reale, Facebook riesce a capire quando un adolescente è “depresso”, stressato”, “ansioso”, quando si sente “sovraccaricato di aspettative” o un “fallito”. Quindi più predisposto a fare acquisti. E così ha fatto con circa 6,4 milioni di utenti australiani e neozelandesi delle scuole superiori. Una fascia di utenti che, per età, “ha bisogno dell’autorizzazione dei genitori prima di svolgere qualsiasi attività”. Il documento, inoltre, accusa Facebook non solo di riuscire a individuare gli stati d’animo, ma anche di capire l’andamento di quelle emozioni nel corso della settimana. Ne è emerso che esiste una fase preparatoria all’inizio della settimana, che raggiunge il picco nel weekend.
Facebook si scusa. E poi smentisce
Contattato direttamente dall’Australian, lo staff di Facebook si è scusato aggiungendo di aver “aperto un’indagine per capire cosa è accaduto e per imparare dagli errori”. Il portavoce del social network non ha voluto spiegare se la pratica è diffusa anche in altri Paesi. Il giorno dopo è arrivato il dietro-front: in un comunicato pubblicato il 1 maggio, la società di Mark Zuckerberg ha dichiarato che l’articolo dell’Australian parte da una premessa sbagliata: “Facebook non offre strumenti per prendere di mira le persone sulla base del loro stato emotivo”. “La ricerca” (cui fa riferimento l’Australian, ndr) “è di un analista australiano e serve a far capire alle aziende come le persone si esprimono su Facebook. Stiamo esaminando i dettagli perché non ha rispettato i nostri processi di revisione”.
Anni di rumors
Per anni sono circolate voci su metodi inappropriati utilizzati da Facebook per piazzare gli annunci pubblicitari, ma finora non sono mai emerse prove, né qualcosa aveva mai suggerito che queste procedure non proprio ortodosse avessero come target i giovanissimi. Allo stesso tempo, rimane ancora un segreto come funzioni il sistema di annunci pubblicitari utilizzato dal colosso di Menlo Park.