Il Consumer Electronics Show di Las Vegas (Ces), la fiera di elettronica più importante del mondo, apre giovedì 5 dicembre. È uno di quegli appuntamenti in cui sembra di poter toccare, concretamente, il futuro e dove le utopie, per un attimo, diventano reali e possibili. Un luogo dove gli innovatori possono confrontarsi con i progressi più recenti, trovare finanziamenti per il loro prototipi, mostrare i risultati delle loro intuizioni e fatiche.
Fino al prossimo 8 gennaio, dunque, potremo intravedere quali saranno le tendenze tecnologiche del 2017. Tra curiosità, dimostrazioni e annunci. Ogni anno, inoltre, una giuria seleziona i progetti che nel loro settore sono in grado di segnare un momento di svolta, di vero cambiamento. Secondo quanto riporta USA Today, tra le 28 invenzioni più rilevanti di questa edizione secondo gli organizzatori dell'evento e che saranno premiate con il Best Innovation Award, c’è anche quella di un italiano, Alberto Rizzoli. La sua app, Aipoly, vuole migliorare la vita di 285 milioni di ipovedenti. Tutto grazie all’Intelligenza Artificiale e una tecnologia in continuo sviluppo.
Chi è Alberto Rizzoli
Classe 1993, figlio di Angelo e nipote di Andrea, fondatore dell’omonima Casa Editrice, Rizzoli ha lasciato presto il nostro paese. Dopo la laurea in Management alla Cass Business School di Londra si è spostato negli Stati Uniti, in Silicon Valley, per frequentare la Singularity University. Il centro, fondato nel 2008 da Ray Kurzweil e Peter Diamandis, con l’aiuto di Nasa e Google, seleziona ogni anno i migliori studenti del mondo. Giovani che sono già in grado di riscrivere il nostro presente.
Cos'è il Ces di Las Vegas, video
Rizzoli, durante la parentesi londinese, fonda anche una startup, Kidesign, per portare la stampa 3D, e altre tecnologie innovative, all’interno delle scuole. Un’attività che è stata presentata anche in Italia, alla Maker Faire Rome. Nel 2015 Rizzoli inizia a scrivere anche per FutureScapes. Il suo primo volume, “The Future of Business” racconta le teorie di 60 futuristi che rivoluzioneranno il mondo degli affari nei prossimi anni. Idee concrete. Molto più che semplici visioni.
I primi passi di Aipoly
Aipoly è nata all’interno della Singularity University grazie alla collaborazione tra il giovane italiano e l’australiana Marita Cheng, classe 1989, fondatrice di 2Mar Robotics, un progetto che mira a creare protesi robotiche low-cost, controllabili da smartphone, per disabili. Nel 2012, per i suoi successi internazionali, Cheng è stata nominata “giovane australiana dell’anno”. La loro applicazione, a cui ha contribuito anche Simon Edwardsson, svedese, classe 1989, è stata scelta per la cerimonia di chiusura dell’anno accademico, nel 2015. Un privilegio che spetta a 5 realtà su 80.
Che cosa fa Aipoly
È un assistente personale intelligente in grado di far comprendere alle persone cieche o ipovedenti il mondo che li circonda. Tutto attraverso semplici fotografie accompagnate da un successivo feedback audio. Ogni immagine scattata viene caricata sul server dell’applicazione per essere riconosciuta e studiata. Terminato il processo viene riconsegnata all’utente che, ascoltando il file audio, riceve informazioni dettagliate.
Non solo. L’algoritmo di Aipoly è capace persino di capire quali tipo di relazioni vi siano tra gli elementi ritratti nella foto. Ogni utente, ad esempio, sarà così in grado di sapere cosa indicano determinati cartelli stradali, o avere coscienza della presenza di oggetti che sono fuori dalla portata delle sue mani. Maggiore libertà personale e minore assistenza diretta. Una vera conquista.
La tecnologia che sta dietro all’app
La tecnologia usata da Aipoly si chiama “Machine Vision” (o Computer Vision). È un’innovazione nata con un obiettivo chiaro: approfondire la conoscenza di tutte quelle reti di neuroni che il nostro cervello utilizza per distinguere i vari elementi che caratterizzano un’immagine. «Aipoly, usando un sistema simile a queste reti neurali, permetterà di identificare un numero totale di oggetti e scene che supera quello che un essere umano può ricordare durante un’intera esistenza» ricorda Alberto. Un processo che un tempo veniva fatto da costosissimi sistemi di calcolo e che oggi può essere fatto direttamente dallo smartphone. Usando la rete. A un costo bassissimo.