Roma - Sapreste distinguere un robot da un essere umano? La risposta non è scontata se ci si trova di fronte a Geminoid HI-4, un androide capellone in giacca e cravatta che somiglia in tutto e per tutto a uno di noi. Di più: è stato costruito a immagine e somiglianza del suo inventore, il professore giapponese Hiroshi Ishiguro, docente dell’Università di Osaka e responsabile all’ATR Intelligent Robotics and Communication Laboratories, il quale lo ha presentato per la prima volta in Italia al MACRO di Roma alla conferenza “Humanlike robots and our future society” organizzata nell’ambito della 31esima edizione del Romaeuropa Festival.
Quali sono le caratteristiche di Geminoid HI-4?
- Ha la pelle in silicone
- E' dotato di muscoli facciali
- Può sostenere una conversazione
- Fa del sarcasmo
E difatti è proprio Geminoid H1-4 a introdurre il professor Hiroshi Ishiguro, che collabora con centri di ricerca tedeschi, francesi e italiani (Università di Palermo) , ironizzando che tra i due non è detto chi sia il più bravo. Non è un caso che l’androide sia programmato per fare del sarcasmo: è la sfida del futuro. “Dobbiamo abituarci all’idea che presto sarà normale che umani e robot convivano”, ha detto Hiroshi Ishiguro, uno dei massimi esponenti della ricerca nell’ambito dell’intelligenza artificiale. “Ci integreremo con i robot non solo in azienda – ha detto il professore - ma anche nelle nostre case”.
Se il pensiero corre all’impatto dell’automatizzazione sul mondo del lavoro, la novità è un’altra: il rapporto tra il misogino Enrico Melotti e il suo robot tuttofare raccontato da Alberto Sordi nel celebre film del 1980 “Io e Caterina”, oggi non appartiene più al mondo della commedia e della fantascienza, ma è entrato a far parte a pieno titolo della nostra realtà quotidiana. E così avere un robot che svolge le faccende domestiche sarà alla portata di tutti. Saremo circondati da surrogati umani? “In Giappone in ambito domestico non utilizziamo androidi umanoidi ma un diverso prototipo, in genere gli exoskeleton (macchine dotate di arti) o robot più piccoli che hanno un aspetto neutro e spaventano meno i bambini”, ha spiegato il professore. “Questi robot – ha aggiunto - sono anche in grado di insegnare una lingua straniera”.Ma la robotica rappresenta oggi un punto di incontro tra discipline molto diverse tra loro, come l’ingegneria, la biologia, la fisica e le neuroscienze.
Cosa potranno fare i robot del futuro
- Aiutare nelle case di cura gli anziani a svolgere attività di socializzazione e provare emozioni
- Sostituire un attore in uno spettacolo di teatro
- Sostenere una conferenza in sostituzione dell'umano
“Gli studi legati alla percezione hanno dimostrato che basta il tatto e l’udito per creare l’esperienza di un contatto con un altro essere umano – ha spiegato Ishiguro -; negli asili nido abbiamo introdotto gli hugvie, cuscini abbracciabili, che calmano i bambini e li aiutano a concentrarsi”.
Dall’intelligenza artificiale si passa così a nuove questioni filosofiche: in che modo la forma umanoide influenza l’interazione tra le persone? Che effetto queste macchine possono avere sulle nostre emozioni e i nostri comportamenti? Come viene alterata la nostra capacità di riconoscere un essere umano dinanzi ad un robot capace di emularlo? La conferenza “Humanlike robots and our future society” è stata organizzata nell’ambito della 31esima edizione del Romaeuropa Festival in collaborazione con l’Ambasciata del Giappone nell’ambito dei 150 anni delle relazioni tra Italia e Giappone e di Digitalife. Presenti all’evento anche il professore il professore Massimo Bergamasco, fondatore nel 1991 del Laboratorio PERCRO della Scuola Sant’Anna di Pisa.