Roma - La sonda Schiaparelli è andata probabilmente distrutta nell'impatto con Marte, mercoledì sera: quella che finora era soltanto un'ipotesi appare sempre più una certezza, soprattutto dopo che è filtrato che i retrorazzi del Lander della missione ExoMars che dovevano rendere meno violento l'impatto avrebbero funzionato solo per tre secondi prima di essere spenti al computer di bordo. La mancanza di segnali da Marte fa temere il peggio, ha ammesso il presidente dell'Agenzia spaziale italiana (Asi), Roberto Battiston, raggiunto dall'Agi nel suo quartier generale di Roma.
Ecco perché la sonda si chiama Schiaparelli
Intanto dal Festival della Diplomazia, l'amministratore delegato di Leonardo, Mauro Moretti, ha tenuto a precisare che "la tecnologia italiana non è coinvolta nel problema". E che "gli esperimenti sono andati bene. Il sistema di frenaggio non ha funzionato - ha aggiunto - vedremo come sono andate le cose".
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"In precedenza Davide Parker, direttore delle esplorazioni robotiche dell'Agenzia spaziale europea, aveva spiegato nella conferenza stampa nel centro di controllo di Darmastadt, in Germania, che "l'analisi dei dati è ancora in corso": "Non sappiamo se la sonda Schiaparelli sia integra". "Dal punto di vista ingegneristico questi dati sono esattamente ciò che volevamo", ha aggiunto Andrea Accomazzo, direttore della missione planetaria Exo Mars, riferendosi a quanto trasmesso dalla sonda fino a 50 secondi prima dell'impatto sul suolo marziano, dicendosi "molto fiducioso" che verrà chiarito cosa sia accaduto.
Battiston ha tenuto a precisare che non è ancora chiaro cosa sia accaduto alla sonda: "I dati ufficiali in nostro possesso non ci permettono di confermare nessuna ipotesi circa la missione della sonda Schiaparelli", ha detto Battiston, che ha osservato: "Riceviamo un continuo flusso di dati che sono in corso di valutazione da parte dei tecnici e degli esperti della missione. Le evidenze ufficiali in nostro possesso, non ci permettono tuttavia di individuare alcuna ipotesi precisa. Sappiamo cioè che ci sono state delle cose che non sono andate per il verso giusto - ha spiegato - ma non sappiamo ancora con certezza cosa non abbia funzionato, e in quale momento sia intervenuto il problema. Prima di arrivare a conclusioni affrettate sarebbe importante che l'Agenzia Spaziale Europea che ha spiegato stamattina molto bene quale sia lo stato dell'arte della missione nel corso di una conferenza stampa, definisca al più presto e attraverso note ufficiali eventuali nuovi aggiornamenti".
Battiston, "Missione riuscita per i dati". "Per la quantità e qualità di dati che Stiamo ricevendo da Exomars è una missione riuscita. L'Europa ha un suo satellite nell'orbita di Marte", ha insistito Battiston. "Il Trace gas orbiter è perfettamente in orbita e operativo, e quindi in grado di monitorare e trasmetterci i dati sulla composizione dell'atmosfera marziana; il lander Schiaparelli, che era un test, a quanto sembra ha eseguito tutte le manovre previste fino a pochi secondi dal contatto con il suolo, come l'apertura del paracadute, lo sganciamento dello scudo termico e l'accensione dei razzi di frenata".
"Abbiamo perso il segnale quando mancavano circa 50 secondi all'impatto", si è limitato a spiegare Walter Cugno, responsabile del progetto Exomars di ThalesAlenia Spazio, a margine della conferenza stampa di presentazione della missione spaziale a guida italiana su Marte. ''La sonda Schiaparelli - ha detto - ha inviato segnali correttamente fino alla fase finale quando sono entrati in funzione i retro razzi. Poi il segnale si è interrotto. Non sappiamo se sia un dato negativo. Significa solo che c'è un problema".
Eppure la discesa verso Marte della sonda proseguita senza intoppi e nel centro di comando dell'Esa, l'agenzia spaziale europea, aveva fatto ben sperare. Domenica scorsa il modulo si era staccato dalla navicella che l'ha portato fin nell'orbita di Marte, la Trace Gas Orbiter (TGO), ed erano stati effettuati solo dei piccoli aggiustamenti di rotta.
Al termine di queste operazioni, e cioè intorno alle 16.42 di mercoledì (ora italiana) la missione Exo Mars era entrata nel vivo: la Tgo ha compiuto le sue manovre per inserirsi correttamente nell'orbita intorno a Marte, e a una altitudine di circa 121 chilometri Schiaparelli ha incontrato, a una velocità di circa 21mila chilometri orari, i primi strati dell'atmosfera marziana.
Da quel momento erano iniziati quelli che i responsabili della missione dell'Agenzia Spaziale europea hanno battezzato come i 6 minuti di terrore. All'Esa hanno studiato minuto per minuto tutte le fasi, delicate di questa discesa. ''Sappiamo - ha spiegato all'Agi Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) - che atterrare su Marte è davvero molto difficile e che, ad oggi solo gli americani ci sono riusciti. Noi pensiamo di aver fatto tutto quello che è necessario e siamo fiduciosi sull'esito finale di questa missione''.
Durante i primi tre minuti della discesa, l'atmosfera marziana ha rallentato la sonda protetta dal calore prodotto dall'attrito dallo scudo termico che progressivamente è stato consumato. Alle 16,45 la sonda era a circa undici chilometri dal suolo e la sua velocità si era ridotta a soli, si fa per dire, 1.700 chilometri orari. A questo punto si è aperto il paracadute supersonico di 12 metri di diametro che si trova a bordo di Schiaparelli. Dopo soli 40 secondi, quando la navicella ha smesso di oscillare e la velocità è scesa a circa 250 chilometri orari, è stato espulso il paracadute e contemporaneamente anche lo scudo anteriore di protezione. E' stato quindi possibile far entrare in funzione i radar istallati a bordo della sonda che hanno verificato la posizione e la velocità di discesa sia verticale che orizzontale della sonda. Le informazioni raccolte dal radar di bordo sono state usate dal sistema di controllo dei motori che si accenderanno per assicurare una ulteriore frenata di Schiaparelli e una sua discesa verso il suolo marziano nella posizione più corretta possibile. Al termine della discesa, quando in Italia erano le16.48 ad appena un paio di metri dal suolo di Marte, i razzi, alimentati ad atrazina, si sono staccati e Schiaparelli si è posata su Marte al riparo solo di una struttura deformabile che dovrebbe averne attenuato gli effetti dell'urto. La conferma che la sonda sia atterrata e che i sistemi di bordo siano entrati in funzione l'avremo sulla Terra solo con 2 ore circa di ritardo intorno alle 18.33. Il tempo necessario cioé non solo per colmare il ritardo della comunicazione per effetto della distanza Terra-Marte che è di circa 10 minuti, ma soprattutto per raccogliere attraverso i moduli che orbitano intorno a Marte i segnali di conferma trasmessi da Schiaparelli.
(AGI)