Roma - Nonostante la rete di protezione, siamo invitati a mantenere una distanza di sicurezza per evitare di essere colpiti in maniera fortuita dai velocissimi droni che si sfidano in un percorso acrobatico nel padiglione 5 della Maker Faire di Roma. Di solito, quando si pensa ai droni, le prime applicazioni che vengono in mente sono quelle fotografiche o militari. Un numero crescente di appassionati sta però trasformando le gare di volo tra droni in una vera e propria disciplina agonistica che ha la sua particolarità nelle molteplici abilità richieste per gareggiare.
"Questo è uno sport che ha tre obiettivi fondamentali: la competizione sportiva tra piloti, le conoscenze nel campo dell'innovazione e le competenze tecniche in termini di hardware", spiega all'Agi Paolo Luccini, presidente dell'associazione Fpv Racing del Lazio, "quindi il pilota di droni deve essere bravo a pilotare, bravo col computer e bravo con l'elettronica, deve essere capace di costruirsi il suo drone".
"Inizialmente si compra il proprio mezzo e poi si impara a costruire un drone tramite il lavoro con altri appassionati, i forum e i gruppi su Facebook; si trova il proprio setting e poi si gareggia cercando di fare il tempo migliore". In Italia pero' non esistono ancora strutture adeguate per allenarsi, spiega Denis, membro del gruppo agonistico di Verona: "Al momento in Italia dobbiamo ancora arrangiarci, dobbiamo trovare delle strutture al chiuso per stare più in sicurezza, però piano piano dal punto di vista normativo si sta sviluppando la situazione e dovrebbero fare delle aree apposta protette con delle reti".
La competizione tra droni è peraltro un gioco di squadra: "Si gareggia sempre in due persone, una che pilota e una che guarda e controlla attraverso un visore con una transmittente video che prende il segnale dalla telecamera e la trasmette a una ricevente che poi trasmette a sua volta il segnale agli occhiali, dove abbiamo due schermi che ci permettono di vedere i video come se fossimo direttamente sul mezzo". (AGI)