(AGI) - Roma, 25 lug. - Poco meno di 2 mila emendamenti e incognita sui numeri. Questi, viene spiegato, i due principali motivi che hanno indotto la maggioranza a far slittare a settembre le votazioni in aula alla Camera sulla proposta di legge per la legalizzazione della cannabis. Vista la situazione di alta incertezza e, soprattutto, le divisioni forti interne alla maggioranza di governo, con Area popolare schierata contro il provvedimento - sono sue la maggior parte delle richieste di modifica e le questioni pregiudiziali, che a questo punto verranno sottoposte al voto dopo l'estate - ma anche nel Pd ci sono parlamentari contrari alla legalizzazione, si rinvia tutto per evitare il rischio di incidenti prima della chiusura dei lavori per la pausa estiva. Una decisione che, obtorto collo, e' stata accolta anche da Sinistra italiana - la legge e' tra quelle spettanti in 'quota' alle opposizioni - e dai primi sostenitori del provvedimento, come Benedetto Della Vedova. Dunque, oggi la pdl approdera' in Aula per la discussione generale, e poi se ne riparlera' a settembre. Nel frattempo, il testo tornera' in commissione, per completare l'esame sui circa 1.800 emendamenti.
Visto il "clima, che si e' avuto anche in commissione, di contrapposizione" bipartisan tra le varie forze politiche e anche all'interno degli stessi gruppi, meglio rinviare, spiega il capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Walter Verini. "Non e' che non ci sono i numeri - aggiunge, pur riconoscendo che la contrarieta' netta di Area popolare non e' elemento indifferente - ma circa duemila emendamenti e le posizioni radicali diverse" sulla legalizzazione della cannabis all'interno di un po' tutti i gruppi, "compreso il Pd", ha indotto la maggioranza a rinviare il voto. Verini ricorda che la proposta, presentata dall'intergruppo, reca le firme di "300 tra senatori e deputati", ma sono numeri che non bastano per un via libera senza pericolo di incidenti. Ad esempio, sottolinea Verini, "ci sono 80 firme del Pd su 200 e rotti e questo vale anche per le altre forze. Quindi, ci potrebbe essere qualche problema nella maggioranza, visto il clima di contrapposizione". Intanto, conclude l'esponente del Pd, "iniziano oggi una discussione aperta in Aula". Non nasconde il rammarico Benedetto della Vedova, sottosegretario agli Esteri, tra i piu' strenui sostenitori del provvedimento, che pero' tiene a precisare che la pdl "non e' provvedimento del governo ne' della maggioranza": "Non ho parlato con nessuno al governo ne' con il presidente del Consiglio. Ci sono ministri che si sono espressi, ma a titolo personale. E' una questione di sostanza, perche' la pdl e' di iniziativa parlamentare", sottolinea in conferenza stampa. Ora si torna in commissione: "A noi va benissimo", replica Della Vedova. Ma le posizioni distanti restano: pallottoliere alla mano, alla Camera mancherebbero - secondo alcuni calcoli fatti in queste settimane dai proponenti il provvedimento - circa una settantina di voti. Non solo. Resta un 'problema' all'interno della maggioranza, con l'alleato di governo Ap fortemente contrario. Anche nel Pd, pero', c'e' una 'fronda' che si oppone alla legge. Contro sono schierati la Lega e Fratelli d'Italia. Forza Italia e' divisa: una parte e' piu' possibilista sulla legalizzazione della cannabis. (AGI)
.