Cagliari - Un ricercatore dell'universita' di Cagliari ha pubblicato uno studio ricercatore per mettere a punto una nuova nanotecnologia capace di rimuovere l'arsenico trivalente, una sostanza in grado di danneggiare il Dna considerata molto pericolosa dall'Organizzazione Mondiale della Sanita', che l'ha ufficialmente classificata "cancerogeno per gli esseri umani". Si tratta di un inquinante che viene difficilmente rimosso dalle tecniche comuni per trattare le acque per uso potabile e risulta facilmente biodisponibile. La ricerca porta la firma del professor Giovanni De Giudici, docente di Mineralogia ambientale del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, che ha lavorato in collaborazione con le universita' di Calcutta, Milano e Roma Tre, oltre che col centro ricerche Elettra Spa di Trieste. L'epidemia di arseniosi piu' vasta e' stata registrata in Bangladesh dove circa 57 milioni di persone hanno bevuto per decenni acqua da pozzi con concentrazioni di arsenico sensibilmente al di sopra dei limiti consentiti, ma anche altre regioni dell'Asia e del Sud America sono interessate da una diffusa presenza nelle acque di arsenico trivalente. In Italia e' interessato il Lazio: in questo caso il problema consiste soprattutto nella necessita' di rispettare gli standard di legge. In Sardegna, la mobilizzazione dell'arsenico trivalente puo' verificarsi in alcuni pozzi dove le rocce presentano un'anomalia di arsenico e le condizioni redox dell'acqua sono riducenti (anossiche). Di recente, il CNR ha lanciato l'allarme per alcune zone d'Italia fortemente contaminate dall'arsenico e in cui si sono registrati preoccupanti picchi di tumori nella popolazione. Nel dettaglio, la tecnica studiata dai ricercatori dell'Universita' di Cagliari prevede la precipitazione di un minerale di arsenico trivalente, la tooeleite [Fe6(AsO3)4(SO4)(OH)4?4H2O; d, h], che viene innescata ed accelerata dalla presenza di nanotubuli di solfuro di zinco. In questo modo, la concentrazione dell'arsenico trivalente nell'acqua viene abbattuta efficacemente. La ricerca, pubblicata sulla rivista "Scientific Reports", dimostra che questo pericoloso inquinante naturale puo' essere sottratto dalla soluzione e concentrato in grani di minerale di dimensioni micrometriche, aprendo una via innovativa per lo sviluppo di tecnologie di abbattimento dell'arsenico trivalente in acque per usi potabili domestici. (AGI).