Milano - Il 40% degli Italiani è interessato alle nuove tecnologie, il 59% ne utilizza di più rispetto a due anni fa, e quasi il 90% finge di comprendere il significato di alcuni termini come 'cloud' e 'emoji'. E' quanto emerge dall'edizione 2016 di TechHabits, la ricerca che Samsung conduce annualmente a livello europeo. Il primo dato che salta all'occhio è che l’88% degli Italiani ha dichiarato di aver finto almeno una volta di conoscere un termine legato al mondo della tecnologia, quando invece non aveva la minima idea del suo significato. Circa un terzo degli Italiani (32%) ha evidenziato come una terminologia poco chiara impedisca di utilizzare al meglio un dispositivo, sfruttandone tutte le potenzialità (in Europa la percentuale scende al 23%); il 36% dice di possedere almeno un device più avanzato rispetto alle proprie capacità di utilizzo e necessità (la percentuale sale al 43% a livello europeo), mentre il 7% (l’11% in Europa) si sente invece in ritardo nei confronti del progresso tecnologico.
In questo contesto, Samsung ha rilasciato una classifica delle parole meno capite dagli Italiani, che si discosta in parte dalla classifica europea. Se in tutta Europa infatti la parola Cloud risulta ancora la meno conosciuta in ambito tecnologico, è interessante notare le differenze in classifica nella seconda posizione, occupata dallo Streaming nel ranking generale europeo, e dalle Emoji in quello italiano. Il posizionamento del termine Streaming nella seconda metà della Top 10 Italia sottolinea un trend ormai consolidato, che vede gli Italiani sempre più appassionati dei servizi video e TV online, diventati ormai parte integrante delle nostre abitudini di fruizione di contenuti digitali. Il termine Emoji, invece, risulta meno compreso in Italia rispetto al resto dell’Europa: questo posizionamento in classifica potrebbe essere ricondotto a una più difficile associazione da parte degli Italiani della parola di origine giapponese alle icone che utilizziamo quotidianamente per esprimere il nostro stato d’animo via chat. L’Internet delle Cose si posiziona al terzo posto sia a livello europeo sia in Italia, a evidenziare come gli oggetti connessi stiano progressivamente entrando a far parte del nostro bagaglio di conoscenze.
LE DEFINIZIONI DELLE 5 PAROLE MENO CAPITE DAGLI ITALIANI
Cloud: Tipologia di servizi disponibili direttamente online che non richiedono il possesso di file salvati sul proprio dispositivo. Con una connessione a Internet perciò è possibile accedere a questi servizi e contenuti ovunque (per esempio guardare Netflix o utilizzare Gmail).
Emoji: Originarie del Giappone le emoji sono piccole icone o personaggi che aiutano a esprimere attraverso le immagini il nostro stato d’animo o ciò che stiamo pensando.
Internet of Things: una rete che consente a smartphone, frigoriferi e lavatrici e altri dispositivi di utilizzo quotidiano di comunicare tra loro attraverso Internet e a lavorare insieme per semplificare le operazioni che compiamo tutti i giorni.
Fibra Ottica: la fibra ottica rappresenta la versione più potente dei vecchi cavi telefonici. Possono essere utilizzate per inviare informazioni codificate attraverso un fascio di luce lungo un tubo di vetro o plastica. Ogni filamento ha un decimo dello spessore di un capello umano, ma può trasportare dati equivalenti a 25.000 telefonate.
Android: sistema operativo sviluppato da Google installato su oltre un miliardo di dispositivi in tutto il mondo: telefoni e tablet, orologi, TV e auto.
“La nostra ricerca rivela che la terminologia tech può costituire una barriera per molti consumatori - dice Mario Levratto, Head of Marketing and External Relations, Samsung Electronics Italia - In Italia ci stiamo impegnando a fondo in questo senso, semplificando il linguaggio che utilizziamo e cercando di sviluppare prodotti avanzati ma di facile comprensione ed utilizzo, anche grazie al supporto dei nostri esperti e dei nostri distributori. Inoltre, affinché la nostra tecnologia possa realmente facilitare e arricchire la vita delle persone, siamo impegnati a promuovere la diffusione di una cultura dell’innovazione nel nostro Paese, a sostegno della crescita culturale, sociale ed economica italiana".