Roma - Quella degli adolescenti sempre on-line è una leggenda da sfatare. Almeno a dar retta ai dati diffusi da Save the Children, secondo cui in Italia sono 452.000 i teenager che non hanno mai usato Internet, ben l'11,5% dei ragazzi italiani tra gli 11 e i 17 anni. La percentuale e' piu' elevata nel Sud e nelle Isole, dove sfiora il 17,4%, pari a 270.000 ragazzi. Lo rende noto Save the Children, secondo cui la presenza di adolescenti "disconnessi" e' maggiore nelle famiglie che dichiarano di vivere in condizioni economiche "assolutamente insufficienti" (22,7%) o con "risorse scarse" (14,2%), mentre e' estremamente ridotta in quelle che dichiarano di vivere in condizioni economiche "ottime o adeguate" (6,5%). "Spesso i ragazzi "disconnessi" da Internet sono tagliati fuori da altre opportunita' educative e culturali, che li allontanano ancora di piu' dai loro coetanei, in una spirale che non fa altro che aumentare la poverta' educativa", commenta Raffaela Milano, direttore programmi Italia Europa di Save the Children.
Tra coloro che non hanno mai usato Internet, infatti, sono 269.000 i ragazzi che non hanno letto nemmeno un libro nell'ultimo anno e 187.000 di loro non sono neppure mai andati al cinema nello stesso periodo. "L'Internet Day 2016 e' per Save the Children un'occasione per celebrare l'opportunita' che le tecnologie digitali offrono anche e soprattutto alle nuove generazioni e valorizzare le iniziative che ne promuovano un uso consapevole, creativo e partecipativo da parte dei piu' giovani", continua Raffaela Milano. Per questo motivo, Save the Children ha deciso di partecipare all'Internet Day con il laboratorio di coding attivo nel Punto Luce presente nel quartiere Zisa di Palermo, gestito in collaborazione con l'Associazione "Inventare insieme". I Punti Luce di Save the Children sono centri ad alta densita' educativa che sorgono in quartieri svantaggiati delle citta' e sono il fulcro del programma nazionale "Illuminiamo il Futuro" che dal 2014 interviene a supporto di contesti privi di opportunita' per i piu' giovani e le loro famiglie, con l'obiettivo di agire su quella che viene definita "poverta' educativa": la privazione della possibilita' di accedere alle opportunita' educative necessarie per apprendere, sperimentare, sviluppare capacita', talenti e aspirazioni e spezzare cosi' il circolo vizioso di una poverta' di opportunita' di crescita che alimenta la poverta' economica e viceversa.
"La promozione dell'uso delle tecnologie digitali, in un'ottica di promozione della cittadinanza digitale, e nell'ambito di un'offerta educativa completa, puo' avere un impatto importante in contesti deprivati. Gli effetti positivi di Internet si realizzano in pieno e in sicurezza se i piu' giovani possono sviluppare quelle competenze digitali, competenze complesse, necessarie a cogliere e governare i cambiamenti che essi stessi possono contribuire a determinare", conclude Raffaela Milano. (AGI)