Il tema delle autovetture che circolano è di fondamentale importanza sia per le sue ricadute economiche e occupazionali, sia per quelle ambientali. Andiamo allora a vedere qual è la situazione del parco auto in Italia secondo i dati più recenti disponibili.
Il parco auto in Italia
Dal database dell’Istat risulta che nel 2018 in Italia il parco veicoli era composto da quasi 51,7 milioni di mezzi. Di questi, poco più di 39 milioni (39.018.170, il 75 per cento abbondante) erano automobili.
Dieci anni prima, sempre secondo l’Istat*, il parco veicoli era composto da 48 milioni di mezzi di cui 36,1 milioni di automobili (il 75 per cento). Dunque nonostante la crisi economica del 2008 e degli anni successivi, il numero di veicoli e di auto è aumentato nel corso di 10 anni (rispettivamente +7,7 per cento e +8 per cento).
Tornando al 2018, notiamo per completezza che i camion (autocarri) erano quasi 4,9 milioni e le moto (motocicli) quasi 6,8 milioni. Le altre categorie di veicoli (autobus e filobus, motrici, rimorchi e motocarri) avevano tutte una consistenza inferiore e non arrivavano in nessun caso a superare il mezzo milione di unità.
Ma quante di queste auto vanno a benzina, quante a gasolio e quante con metodologie meno inquinanti?
Alimentazione
Dal database dell’Aci* (Automobile Club d’Italia) si ricava che di questi 39 milioni di automobili, poco più di 18 milioni (46,3 per cento) vanno a benzina e 17,3 milioni a gasolio (44,4 per cento).
I restanti 3,7 milioni di auto vanno soprattutto a gpl (2,4 milioni) e a metano (945 mila). Le ibride benzina (240 mila), le auto elettriche (12 mila) e le ibride gasolio (5 mila scarse) sono una piccola minoranza del totale (0,7 per cento scarso del totale).
Vediamo come questa situazione si traduca in fatto di classi ambientali – in parole povere, quanto inquinano – per le auto presenti in Italia.
Classe ambientale
Sempre in base ai dati raccolti da Aci* risulta – per quanto riguarda la classe ambientale, stabilita dalla normativa Ue in base alle emissioni inquinanti prodotte – che di questi 39 milioni di automobili la maggioranza relativa (oltre 11 milioni) sia composta da Euro 4.
Seguono le Euro 6, la categoria meno inquinante, con 7,1 milioni di auto, le Euro 5, con 7 milioni e le Euro 3, con 5,3 milioni.
Le auto maggiormente inquinanti, quelle che vengono più spesso bloccate dai divieti temporanei di circolazione o anche permanenti nei centri cittadini, sono meno (un quinto del totale): 3,7 milioni di Euro 2, 1 milione di Euro 1 e 3,7 milioni di Euro 0 (le più inquinanti di tutte).
Ovviamente sulla classe ambientale ha un forte impatto l’anzianità del veicolo: più sono vecchi più è facile che siano altamente inquinanti. Vediamo allora cosa dicono i dati in proposito.
Anzianità
Se guardiamo ai dati* sulla “anzianità” delle macchine che circolano in Italia, il segmento più consistente è quello composto da vetture che hanno tra i 10 e i 15 anni: 9,5 milioni di unità (quasi un quarto del totale).
Segue il segmento composto dalle auto più nuove (da 0 a 5 anni di età), 8,9 milioni di unità, in particolare così suddivise: 2 milioni scarsi con meno di un anno, poco più di 2 milioni con età compresa tra 1 e 2 anni, 4,9 milioni con età compresa tra i 2 e i 5 anni.
Sono poi 6 milioni le autovetture con più di 15 e meno di 20 anni di anzianità, 3,8 milioni le auto che hanno tra i 20 e i 30 anni, 1,6 milioni quelle tra i 30 e i 40 anni e 1,1 milioni quelle con più di 40 anni.
Le auto con più di 20 anni, se rispettano determinati requisiti e se hanno il relativo certificato, sono considerate “di interesse storico”. Per quelle con più di 30 anni dalla loro costruzione è prevista (art. 63 della l. 342/2000) l’esenzione completa dalla tassa automobilistica (il “bollo”), per quelle con più di 20 anni dalla loro immatricolazione (art. 1 co. 1048 della legge di Bilancio per il 2019) è prevista una riduzione della tassa automobilistica del 50 per cento.
Vediamo ora i dati più recenti sul mercato automobilistico.
L’andamento del mercato dell’auto
I dati più recenti sul mercato dell’auto sono quelli diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) il 4 novembre, relativi ai primi 10 mesi del 2019.
Dalle tabelle allegate risulta che tra gennaio e ottobre 2019 sono state immatricolate 1.624.922 auto nuove. Un numero inferiore (-0,85 per cento) a quello fatto registrare nei primi 10 mesi del 2018, quanto le auto nuove immatricolate erano state 1.638.784.
Per quanto riguarda il mercato delle auto usate, tra gennaio e ottobre 2019 è stata trasferita la proprietà di 3.528.619 vetture, contro le 3.714.643 dei primi 10 mesi del 2018. In questo caso il calo è quindi pari a poco più del 5 per cento.
Se poi allarghiamo il confronto al 2008, prima che la crisi si facesse sentire in Italia, vediamo come il calo sia ancora più consistente: nei primi 10 mesi del 2008 erano infatti stati immatricolati 1,88 milioni di autovetture nuove (+260 mila rispetto al 2018) e avevano cambiato proprietà 4,2 milioni di auto usate (+700 mila rispetto al 2018).
Insomma, negli ultimi dieci anni – come abbiamo visto all’inizio – sono aumentate le autovetture ma se ne comprano di meno, lasciando che il parco auto invecchi (il segmento più consistente, come abbiamo anticipato, è quello di auto con un’età compresa tra i 10 e i 15 anni).
Ma, tornando ai dati più recenti, quali categorie di auto sono state maggiormente interessate dal calo? E quali invece stanno crescendo?
Una rilevazione periodica del Politecnico di Milano, in particolare dell’Energy&Strategy (E&S) Group dell’ateneo, contiene la risposta a queste domande.
Meno diesel, più benzina
Le rilevazioni del Politecnico non sono pubblicamente consultabili ma alcune testate nazionali hanno ripreso alcuni dei materiali in esse contenuti, che ci consentono di fare alcune considerazioni.
Le auto immatricolate a ottobre 2019 risultano essere alimentate per il 45,9 per cento a benzina, per il 35,8 per cento a gasolio, per il 7,9 per cento ibride, per 6,8 per cento a gpl (gas liquido), per 2,9 per cento a metano e per lo 0,6 per cento a elettricità.
Questi dati sono in sostanziale continuità con quelli di settembre e agosto (si nota una crescita nei tre mesi della quota di auto a benzina e una riduzione di quelle a gasolio) e ci consentono di fare un confronto con il parco auto esistente, da cui trarre alcune possibili indicazioni per il futuro.
Nel 2018 le auto a benzina rappresentavano il 46,3 per cento del parco auto italiano: una percentuale solo leggermente superiore rispetto alle auto a benzina immatricolate nei tre mesi di agosto, settembre e ottobre 2019.
Per quanto riguarda le auto a gasolio, rispetto al parco auto 2018 queste pesavano per il 44,4 per cento sul totale. Una percentuale nettamente superiore rispetto a quella delle immatricolazioni tra agosto e ottobre 2019.
In riferimento alle due principali categorie di autovetture possiamo quindi dire, sulla base dei dati appena visti, che le auto a benzina mantengano sostanzialmente la propria quota di mercato, mentre le auto a gasolio – complici probabilmente anche i disincentivi contenuti nell’ultima legge di Bilancio – sono in diminuzione.
Guardiamo ora le categorie di auto meno inquinanti.
Le auto a Gpl sono il 6,2 per cento del parco auto, quella a metano il 2,4 per cento, le ibride lo 0,6 per cento e le elettriche lo 0,03 per cento.
Dunque possiamo dire che le auto a Gpl e metano aumentano di poco la loro quota di mercato, mentre per le ibride e per le elettriche gli aumenti sono significativi: la quota di ibride sulle immatricolazioni è più di dieci volte superiore alla quota esistente nel parco auto, e la quota di elettriche sulle immatricolazioni è venti volte superiore.
Se allarghiamo l’analisi anche ai tre mesi precedenti – luglio, giugno e maggio – si registrano delle oscillazioni nelle singole quote sulle nuove immatricolazioni ma la situazione rimane sostanzialmente la stessa: aumentano le auto meno inquinanti (ibride, a gpl, a metano ed elettriche), calano leggermente quelle a benzina e calano più marcatamente quelle a gasolio.
Conclusione
In Italia ci sono quasi 40 milioni di automobili, in gran parte alimentate a benzina o a gasolio. Ma nel mercato delle nuove immatricolazioni queste due categorie, che rimangono saldamente le principali, stanno perdendo terreno – in particolare il gasolio – in favore di modelli meno inquinanti, alimentati a metano, gpl, ibridi o elettrici.
Nel 2018 la metà abbondante del parco auto italiano risulta poi avere più di dieci anni di età e solo 14 milioni di vetture rientrano nelle categorie meno inquinanti Euro 5 ed Euro 6.
Il mercato delle nuove auto, infine, coinvolge meno di 2 milioni di auto (1,6 milioni nei primi 10 mesi del 2019, in leggera flessione rispetto al 2018) mentre quello delle auto usate ha numeri nettamente superiori (3,5 milioni nei primi 10 mesi del 2019, in calo del 5 per cento rispetto al 2018).
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