Nel corso del tradizionale scambio di auguri natalizi alle alte cariche dello Stato, il 18 dicembre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha indicato nel «lavoro che manca» il vero nemico da sconfiggere.
Ma qual è la situazione della disoccupazione in Italia?
I dati nazionali
Secondo la più recente nota trimestrale dell’Istat, pubblicata il 18 dicembre e relativa al terzo quarto del 2019 (luglio-settembre di quest’anno), il tasso di disoccupazione a livello nazionale (età 15-64 anni) è pari al 9,8 per cento e corrisponde a più di due milioni e mezzo di residenti in Italia che cercano un lavoro ma non lo trovano. Negli ultimi anni c’è stata una lieve ripresa: come scrive l’Istat, questo è «il valore più basso dal primo trimestre 2012».
Ma è evidente che il dato italiano non è particolarmente buono, anche guardando al confronto internazionale. Secondo i dati annuali di Eurostat (età 15-74 anni), nel 2018 – quando la disoccupazione in Italia era pari al 10,6 per cento – il nostro Paese aveva un tasso superiore di quasi quattro punti rispetto alla media Ue (6,8 per cento) e di 2,6 punti superiore alla media dell’Eurozona (8,2 per cento).
Solo Grecia (19,3) e Spagna (15,3) hanno dati peggiori dell’Italia. Ma mentre questi due Paesi hanno recuperato rispettivamente ben 8,2 e 10,8 punti rispetto al picco della crisi nel 2013, l’Italia ha recuperato – confrontando 2018 e 2014, quando si ebbe il picco – solo 2,1 punti.
Vediamo ora i dati relativi a singole categorie di lavoratori in Italia, dal cui insieme nasce poi il dato nazionale.
La disoccupazione maschile e femminile
Nella nota trimestrale dell’Istat pubblicata a dicembre si legge che il tasso di disoccupazione tra gli uomini, nel terzo trimestre dell’anno, è stato pari all’8,9 per cento (quasi un punto meno del dato nazionale, pari al 9,8 per cento). Tra le donne invece il tasso è stato del 10,9 per cento (un punto abbondante più del dato nazionale).
Ma più che dalla distanza di due punti percentuali nel tasso di disoccupazione rispetto agli uomini, la gravità della questione femminile in Italia risulta dai dati sull’occupazione e sull’inattività (la condizione di chi non è occupato e non cerca nemmeno lavoro).
Il tasso di occupazione, che a livello nazionale è pari al 59,2 per cento, tra gli uomini è pari al 68,2 per cento, tra le donne al 50,2 per cento (una donna su due in età compresa tra i 15 e i 64 anni, cioè, non è né occupata, né disoccupata, né in cerca di lavoro).
Il tasso di inattività, che a livello nazionale si attesta al 34,3 per cento, tra i maschi è poi pari al 25 per cento, mentre tra le donne al 43,5 per cento.
La disoccupazione tra i giovani e i meno giovani
Se guardiamo ai dati sul tasso di disoccupazione suddivisi per fascia di età, ne emerge una situazione molto poco omogenea, che vede i lavoratori più anziani in una condizione nettamente migliore rispetto ai più giovani.
Il tasso di disoccupazione nella fascia 15-34 anni è infatti pari al 17,8 per cento: quasi il doppio rispetto al dato nazionale. Precisiamo che la fascia 15-34 non è quella a cui si fa riferimento quando si parla di “disoccupazione giovanile”, che interessa invece la fascia 15-24 anni e che - secondo il database Istat* - nel terzo trimestre 2019 si attesta al 25,7 per cento.
Nella fascia 35-49 anni si scende all’8,7 per cento (poco al di sotto del dato nazionale) e nella fascia 50-64 anni si arriva addirittura al 5,5 per cento.
Il tasso di disoccupazione dei giovani under-35 è insomma doppio rispetto a quello della fascia 35-49 anni e più che triplo rispetto a quello che si registra tra gli over 50.
*Percorso: Lavoro e retribuzioni > Offerta di lavoro > Disoccupazione > Tasso di disoccupazione > Tasso di disoccupazione - livello ripartizionale > selezionare “Classe di età” 15-24 anni
Il divario Nord-Sud
Guardiamo ora al tasso di disoccupazione per ripartizione geografica. I dati provengono dal flash dell’Istat sul mercato del lavoro, pubblicato il 12 dicembre e sempre relativo al terzo trimestre 2019, che contiene però dati grezzi e non – come invece la nota trimestrale che abbiamo citato sopra – dati destagionalizzati.
Questi ultimi, spiega l’Istat, sono «dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalle fluttuazioni attribuibili alla componente stagionale (dovute a fattori meteorologici, consuetudinari, legislativi, ecc.) e, se significativi, dagli effetti di calendario» e sono quindi più affidabili.
Il dato non destagionalizzato sulla disoccupazione, a livello nazionale, è pari al 9,1 per cento, dunque lo 0,7 per cento in meno rispetto al dato destagionalizzato.
Ma veniamo alle variazioni geografiche: dal flash dell’Istat risulta che al Nord il tasso di disoccupazione sia pari al 5,7 per cento, al Centro al 7,3 per cento e al Sud al 16,2 per cento.
Insomma, mentre Nord e Centro hanno un dato inferiore alla media nazionale, il Sud ha un tasso di disoccupazione quasi doppio.
Al Sud c’è poi anche grave un problema di disoccupazione giovanile, nella fascia di età 15-24 anni. Ce ne eravamo occupati in passato, spiegando che un tasso di disoccupazione del 50 per cento circa non significa comunque che un giovane su due sia senza lavoro (il conteggio è fatto tra chi è disposto a lavorare e non ad esempio impegnato negli studi).
L’occupazione e l’inattività delle donne al Sud
Come abbiamo anticipato, più che il tasso di disoccupazione per inquadrare la situazione lavorativa delle donne in Italia si deve guardare al tasso di occupazione e di inattività. Vediamo quindi questi parametri incrociati coi dati ripartiti per area geografica.
Al Nord – parliamo sempre di dati grezzi – il tasso di occupazione femminile è pari al 60 per cento e quello di inattività al 35,4 per cento, rispettivamente quindici punti in meno e quindici punti in più rispetto al tasso di occupazione e al tasso di inattività maschile.
Al Centro il tasso di occupazione femminile è pari al 57,3 per cento e quello di inattività al 37,6 per cento, rispettivamente quattordici punti in meno e quattordici punti in più rispetto al tasso di occupazione e al tasso di inattività maschile.
Al Sud, infine, il tasso di occupazione femminile è pari al 33,2 per cento e quello di inattività al 59,1 per cento, rispettivamente venticinque punti in meno e ventotto punti in più rispetto al tasso di occupazione e al tasso di inattività maschile.
Insomma, se il divario tra maschi e femmine è presente in tutte le aree geografiche italiana, dove questo è maggiore è il Meridione.
Conclusione
La disoccupazione è in calo in Italia, nel terzo trimestre è stato raggiunto un livello che non si toccava dal 2012. Nonostante questo restiamo – in base ai dati annuali riferiti al 2018 – ancora terzultimi nella Ue, davanti solo a Grecia e Spagna, due Paesi che oltretutto hanno ridotto questo tasso negli ultimi anni molto più di quanto fatto dall’Italia.
Il dato nazionale, poi, è figlio di situazioni molto disomogenee: le donne hanno un tasso di disoccupazione maggiore degli uomini (e, soprattutto, partecipano molto meno al mercato del lavoro), i giovani under 35 hanno un tasso di disoccupazione quasi triplo rispetto agli over 50 e al Sud la disoccupazione pesa per più del doppio rispetto al Centro e al Nord.
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