Il governo il 15 ottobre ha approvato, tra le altre cose, un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia fiscale. Tra le misure previste c’è - articolo 19 della bozza del decreto - l’abbassamento della soglia dei pagamenti in contanti da tremila euro a mille euro. Ma quante volte è cambiata questa soglia negli ultimi anni? E qual è la situazione nel resto d’Europa?
Il tetto al contante in Italia: storia di un’altalena
Le limitazioni ai pagamenti in contanti in Italia risalgono a quando ancora circolava la lira, e sono cambiate parecchie volte negli anni: ci sono stati almeno sette interventi in questo ambito negli ultimi vent’anni. Prima ancora, nel 1991, il governo Andreotti VII approvò il d.l. 143/1991, in base al quale (art. 1) era «vietato il trasferimento di denaro contante o di titoli al portatore in lire o in valuta estera [...] quando il valore da trasferire è complessivamente superiore a lire venti milioni».
Con l’avvento dell’euro, nel 2002, la cifra venne convertita in 10.329,14 euro. Il secondo governo Berlusconi, con il decreto ministeriale del 17 ottobre 2002, innalzò questa soglia a 12.500 euro.
Il secondo governo Prodi, con il d.lgs. 231/2007 (art. 49), abbassò drasticamente questa soglia, portandola a cinquemila euro. Ma il quarto governo Berlusconi, dopo pochi mesi, cancellò quanto fatto dal precedente esecutivo e con il d.l. 112/2008 (art. 32) riportò la soglia nuovamente a 12.500 euro.
Lo stesso governo Berlusconi IV tornò poi sulla precedente decisione, in due occasioni: nel 2010, con il d.l. 78/2010 (art. 20), il tetto fu portato a cinquemila euro - come in precedenza stabilito dal governo Prodi II - e nel 2011, con il d.l. 138/2011 (art. 2 parte 1), la soglia fu ulteriormente abbassata a 2.500 euro.
Ancora nel 2011 intervenne poi il decreto “salva-Italia” del governo Monti (d.l. 201/2011) che stabilì (art. 12) il tetto di mille euro.
Questa soglia rimase fino al 2016, quando entrò in vigore la legge di stabilità per quell’anno (l. 208/2015, art. 1 co. 899) approvata dal governo Renzi, che alzava nuovamente la soglia dei pagamenti consentiti in contanti a tremila euro. Ad oggi è ancora in vigore la soglia di tremila euro ma, se verrà approvato il decreto fiscale nella versione che è circolata nelle ultime ore, nel prossimo futuro si potrebbe tornare al tetto introdotto dal governo Monti a fine 2011.
Come abbiamo verificato di recente, nonostante l’imposizione dei limiti appena visti l’uso del contante in Italia è al di sopra della media dell’Eurozona (soprattutto per quanto riguarda il valore delle transazioni). Andiamo ora a verificare se e sopra quali soglie i pagamenti cash sono vietati nel resto d’Europa.
In Europa sono i Paesi del Sud e dell’Est a “non fidarsi”
Lo European Consumer Centres Network, creato nel 2005 dalla Commissione europea e dagli Stati membri per fornire assistenza ai consumatori, riporta in una mappa interattiva le informazioni - più o meno aggiornate - relative a 30 Paesi europei (ai 28 membri della Ue si aggiungono anche Islanda e Norvegia). Sui 30 Stati solo 12, tra cui l’Italia, impongono dei limiti all’utilizzo del contante. Sono in prevalenza i Paesi dell’Europa del Sud, più il Belgio, e alcuni Stati dell’Europa dell’Est. Vediamo i dettagli.
In Portogallo il limite di legge è fissato a mille euro, in Spagna a 2.500 euro (per i residenti, a 15 mila per i non residenti), in Francia a mille euro (per i residenti, a 15 mila per i non residenti), in Belgio a tremila euro, in Grecia 1.500 euro, in Bulgaria circa 5.1o0 euro (10 mila leva), in Romania c’è una soglia giornaliera di pagamenti in contanti pari a circa 2.100 euro (10 mila lei), in Slovacchia cinquemila euro (con alcune eccezioni), in Repubblica Ceca 14 mila euro, in Polonia 15 mila euro, così come in Croazia.
Dunque possiamo dire che ci siano soglie particolarmente elevate in Europa dell’Est (Polonia, Repubblica Ceca e Croazia), medie in Italia (finora), Spagna, Belgio, Bulgaria, Romania e Slovacchia, e particolarmente basse in Portogallo, Francia e Grecia.
Se l’Italia approvasse il ritorno alla soglia dei mille euro, andrebbe a unirsi a quest’ultimo gruppo.
Conclusione
In Italia la soglia massima di utilizzo del contante per i pagamenti è stata modificata molte volte negli ultimi anni. Ad oggi questa soglia è fissata a tremila euro ma il governo sembra intenzionato a portarla a mille euro, come già succedeva dopo il 2011 quando fu il governo Monti a fissare un tetto simile.
L’Italia fa parte dei 12 Paesi della Ue in cui sono fissate soglie all’utilizzo del contante (che diventano nove, se escludiamo tre Stati - Polonia, Repubblica Ceca e Croazia - in cui la soglia è molto elevata). Con un tetto a tremila euro rientriamo nella fascia media di questi Paesi, mentre con un tetto a mille euro l’Italia andrebbe ad affiancare la Francia e il Portogallo.
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