Alessandro Di Battista, ex parlamentare e tra gli esponenti più importanti del Movimento 5 stelle, è stato ospite di Fabio Fazio il 20 gennaio, a Che tempo che fa su Rai1, e ha fatto numerose affermazioni. Ne abbiamo sottoposte alcune al nostro fact-checking.
I pedaggi autostradali
Alessandro Di Battista ha dichiarato che “il ministro Toninelli ha bloccato l’aumento dei pedaggi autostradali nel 90% della rete autostradale”.
Si tratta di un’affermazione corretta.
Toninelli aveva dato annuncio di questo stop agli aumenti il 31 dicembre su Facebook, con un post poi ripreso anche dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit). “Nella maggior parte dei casi”, spiega Toninelli, “l’assenza di rincari è il risultato di una fruttuosa interlocuzione con i concessionari autostradali”.
Autostrade per l’Italia è la principale concessionaria dello Stato. Gestisce, direttamente o tramite società controllate, 3.020 km di autostrade. In un suo comunicato del 31 dicembre 2018 ha scritto che “ha determinato, condividendo tale iniziativa con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di mantenere sulla propria rete l’attuale livello tariffario, senza quindi applicare all’utenza l’incremento sul pedaggio spettante alla concessionaria […] mantenendo a proprio carico l’iniziativa per un periodo di sei mesi in un fattivo spirito di collaborazione con il Governo”.
Si possono poi aggiungere i chilometri gestiti da un ente statale, 940 circa (13,4% della rete totale), tramite Anas. Il resto delle concessioni è gestito da attori più piccoli.
Abbiamo ottenuto dall’ufficio stampa del Mit la tabella di sintesi degli aumenti previsti e possiamo confermare che gli aumenti non bloccati interessano all’incirca 765 km di tratte autostradali. Poco più del 10% dei circa 7.500 km totali della rete autostradale italiana (qui si possono scaricare i dati). Per il restante 90% - gestito da Autostrade per l’Italia, Anas e attori minori - al momento non sono previsti aumenti, almeno per i prossimi sei mesi.
A dicembre 2017, sotto il precedente governo, “l’incremento medio del pedaggio per i veicoli sull'intera rete autostradale” per l’anno successivo era stato pari al 2,74%
La Tav
Di Battista ha poi fatto diverse affermazioni riguardo alla Tav. In particolare, ha dichiarato che per realizzarla il Paese dovrà “spendere 20 miliardi di euro”; che sulla tratta Torino-Lione si risparmierebbero appena “20 minuti” grazie alla Tav; e infine che la Tav “non è stata neanche iniziata, non è stato bucato niente, hanno fatto soltanto degli studi”.
Si tratta di affermazioni scorrette, come risulta anche dal nostro approfondimento di fact-checking dedicato alla Tav.
I costi
Per quanto riguarda i costi, bisogna distinguere il costo dell’intera tratta Torino-Lione, che al momento non è determinabile con precisione, dal costo della sezione transfrontaliera tra Italia e Francia. Quest’ultima è il famoso “tunnel di base” e opere collegate.
Il costo complessivo per l’intera tratta era stato stimato nel 2012 dalla Corte dei conti francese in circa 26 miliardi di euro (ma si tratta appunto di una stima che oggi è probabilmente eccessiva, visti gli interventi di riduzione dei costi degli anni successivi). Il costo della tratta transfrontaliera invece è stato stimato nel 2017 in circa 9,6 miliardi.
In entrambi i casi non è comunque vero che sull’Italia pesi un costo di 20 miliardi, in quanto anche considerando l’intera Tav il costo è suddiviso tra Italia e Francia, e bisogna poi considerare il contributo (vincolato alla realizzazione dell’opera) dell’Unione europea. Secondo la simulazione del commissario straordinario per la Tav, Paolo Foietta, del 2012 – che dava un costo totale di circa 25 miliardi, allineato dunque con quello stimato dalla magistratura contabile d’Oltralpe –all’Italia toccherebbe farsi carico di circa 7 miliardi di euro.
Il risparmio di tempo
Per quanto riguarda il guadagno di tempo sulla tratta Torino-Lione, secondo le simulazioni di Ferrovie dello Stato si risparmierebbero quasi due ore di tempo. Sei volte quanto affermato da Di Battista.
Lo stato di avanzamento dei lavori
Non è poi vero che ad oggi non sia stato fatto niente, solo studi. Come spiega Telt, la società promotrice pubblica della sezione transfrontaliera della Tav, nella sua nota di gennaio 2019 sullo stato di avanzamento dei lavori “è stato scavato oltre il 15,5% delle gallerie previste per l’opera (tunnel geognostici, sondaggi, discenderie, ecc.) e a Saint-Martin-La-Porte si è superato il 64% dei 9 km della galleria geognostica in asse e nel diametro del tunnel di base. A Chiomonte lo scavo dei 7 km del cunicolo geognostico è stato completato a febbraio 2017, raggiungendo tutti gli obiettivi geognostici nel rispetto dell’ambiente, dei tempi e dei costi e senza incidenti”.
Il collegamento ferroviario tra Roma e Matera
Di Battista, parlando di ferrovie, ha anche affermato che “non c’è un treno per raggiungere Matera, la capitale della cultura, da Roma”.
È un’affermazione corretta. Matera, che nel 2019 è la capitale europea della cultura, non ha un collegamento ferroviario diretto con Roma, come si può verificare ad esempio sul sito di Trenitalia (https://www.trenitalia.com/): per raggiungere la città lucana bisogna cambiare almeno una volta, tipicamente a Salerno.
La Francia e i Paesi africani
Di Battista ha poi parlato, come già fatto anche da Di Maio il giorno precedente, dello “sfruttamento” da parte della Francia di alcuni Paesi africani, anche tramite lo strumento del “franco Cfa”.
In particolare Di Battista ha dichiarato che “la Francia attraverso il controllo geopolitico di quell’area [dei Paesi africani che hanno adottato la valuta del franco Cfa n.d.r.], dove vivono 200 milioni di persone che utilizzano una banconota e monete stampate in Francia, gestisce la sovranità di questi Paesi impedendo la loro legittima indipendenza”.
La questione, secondo Di Battista, sarebbe tra “le cause” del flusso migratorio che parte dall’Africa verso l’Europa e quindi dei morti in mare.
La Francia limita la sovranità dei Paesi africani col franco Cfa?
La questione sollevata da Di Maio e Di Battista ha scatenato forti polemiche nei giorni successivi. Secondo alcuni esperti, qui ad esempio sentiti da Agi, non si può parlare di una limitazione di sovranità che la Francia imporrebbe ai Paesi africani tramite il franco Cfa.
Questa valuta viene infatti adottata in base ad accordi volontari, da cui gli Stati africani possono uscire in qualsiasi momento, e comporta sia vantaggi sia svantaggi. Senza voler sottovalutare i legami di dipendenza che esistono tra alcuni Stati che hanno il franco Cfa e Parigi, sembra comunque esagerato parlare di “colonie” come fanno Di Battista e altri esponenti del M5s.
E il legame con i migranti e i morti in mare?
Il legame di queste politiche francesi in Africa col flusso migratorio e coi morti in mare sembra poi molto labile. In base ai dati dell’Unhcr infatti il contributo dei Paesi che hanno come valuta il franco Cfa – nell top 10 dei Paesi di origine solo Mali e Costa d’Avorio - al totale dei migranti arrivati in Europa nel 2017 è nettamente minoritario, circa il 15% (considerando anche gli “altri” Paesi, che pure non sono distinti tra aventi il franco Cfa e non, si arriverebbe comunque massimo al 20%).
Dunque alla migrazione e ai morti nel Mediterraneo contribuiscono molto meno i Paesi che hanno il franco Cfa – al di là del fatto che ci sia un legame tra valuta e migrazione, o meno – rispetto ad altri Paesi che hanno una valuta propria e non hanno un passato coloniale francese.
Conclusione
Di Battista ha ragione sui pedaggi autostradali, il cui aumento è stato per ora congelato dal ministro Toninelli, e sull’assenza di un treno diretto tra Roma e Matera.
Scorrette invece le sue affermazioni sulla Tav e sul ruolo della Francia in alcuni Paesi africani che hanno adottato come valuta il franco Cfa.