Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha dichiarato il 31 dicembre al Giornale che «si è realizzato il capolavoro del reddito di cittadinanza a centinaia di migliaia di stranieri residenti in Italia da almeno cinque anni».
Gasparri dice che, nonostante la maggioranza lo avesse negato, «i primi dati delle relazioni tecniche confermano questo evento assolutamente scontato». Inoltre, i beneficiari non saranno «sei milioni» ma «molto meno di un milione di persone», tra cui, peraltro, «ci saranno tra i duecento e i trecentomila stranieri».
Vediamo se i numeri di Gasparri sono corretti.
Il reddito di cittadinanza andrà anche agli stranieri
Il senatore di Forza Italia dice tre cose principali: che il reddito di cittadinanza andrà a centinaia di migliaia di stranieri, che il governo aveva negato che questo sarebbe successo e che la platea degli aventi diritto sarà non di sei milioni di persone ma di un milione scarso. Cominciamo dalla prima.
Le parole di Gasparri fanno seguito all’anticipazione, da parte dell’Ansa, di “una prima bozza di relazione tecnica” sul reddito di cittadinanza, in base alla quale questo sarebbe andato anche agli stranieri residenti regolarmente da almeno cinque anni.
Non si tratta di una novità. Già nel Documento programmatico di bilancio 2019, redatto dal governo, era stato messo nero su bianco che i beneficiari del reddito di cittadinanza sarebbero stati “i maggiorenni residenti in Italia da almeno 5 anni disoccupati o inoccupati (inclusi pensionati)”.
Dunque anche gli stranieri, comunitari o extracomunitari, purché appunto regolarmente residenti da un quinquennio. Si tratta, come dice Gasparri, di un esito “scontato”, anche considerata l’assai probabile impossibilità da un punto di vista giuridico di escludere gli stranieri dalla platea dei beneficiari, per non introdurre una discriminazione basata sulla nazionalità.
E che questi stranieri sarebbero stati una percentuale rilevante dei beneficiari del reddito di cittadinanza era altrettanto chiaro da tempo: tra le persone che vivono in condizione di povertà in Italia – le destinatarie di questa misura – l’incidenza percentuale dei cittadini non italiani è assai elevata. Se guardiamo ad esempio alla povertà assoluta, circa un terzo dei 5 milioni di individui che si trovano in questa condizione sono cittadini stranieri.
Il governo lo aveva negato
Gasparri ha ragione anche nel sostenere che gli esponenti del governo e della maggioranza “avevano negato che ciò sarebbe avvenuto”.
Lo avevano negato, in primo luogo, nel Contratto di governo. Qui infatti si legge che “Il reddito di cittadinanza è una misura attiva rivolta ai cittadini italiani al fine di reinserirli nella vita sociale e lavorativa del Paese”.
A settembre il vicepremier Di Maio aveva rassicurato il suo omologo leghista, Salvini, sul fatto che la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza sarebbe stata ristretta ai soli italiani.
Il 14 ottobre ancora Di Maio, ospite di Barbara D’Urso, aveva di nuovo ribadito (min. 7.50 e ss.) che “inevitabilmente dobbiamo fare il reddito di cittadinanza solo per i cittadini italiani”.
Sempre Di Maio, il 23 ottobre, aveva ancora dichiarato in un’intervista con la Verità che, con il reddito di cittadinanza, “ci rivolgeremo solo agli italiani: il meccanismo lo metteremo a punto nella normativa che entro fine anno diventerà legge”.
Quest’ultima dichiarazione è successiva alla pubblicazione del Documento programmatico di bilancio 2019, in cui le parole di Di Maio erano già di fatto smentite.
La platea dei beneficiari
Veniamo infine alla platea dei beneficiari, e ai numeri relativi. Secondo quanto sarebbe contenuto nella bozza di relazione tecnica circolata il 31 dicembre, dovrebbero essere 1,375 milioni i nuclei familiari coinvolti dal reddito di cittadinanza, cioè circa il 43 % dei 3,171 milioni di nuclei familiari che vivono in condizione di povertà relativa (questi, infatti, sono teoricamente i beneficiari della misura).
Possiamo stimare il numero di individui, con un certo margine di approssimazione, calcolando che se ai 3,171 milioni di nuclei familiari citati l’Istat fa corrispondere 9,368 milioni di individui, agli 1,375 milioni di nuclei familiari citati dalla bozza dovrebbero corrispondere all’incirca 4 milioni di persone. Questo non significa che verranno dati 4 milioni di redditi di cittadinanza ma che, a fronte di 1,375 milioni di tali redditi (uno per famiglia), ne beneficeranno anche indirettamente un totale di 4 milioni di individui.
Se consideriamo che la presenza di stranieri tra i poveri relativi sia non troppo dissimile a quella tra i poveri assoluti – sulle differenze tra i due indici ci eravamo soffermati qui -, possiamo ipotizzare che gli individui stranieri beneficiari saranno più di un milione, e i nuclei familiari stranieri circa 400 mila.
Numeri diversi sono contenuti nel Documento programmatico di bilancio 2019, dove si parla di “Diminuzione di 2.200.000 poveri, deprivati materialmente o appartenenti a famiglie a bassa intensità di lavoro” grazie alle misure del reddito di cittadinanza, della pensione di cittadinanza, di sostegno alle famiglie e di sostegno alla disabilità.
Parlando di “poveri” il Documento sembra fare riferimento agli individui, e dare quindi un numero sostanzialmente inferiore a quello che sarebbe contenuto nella bozza di relazione tecnica.
Restiamo in attesa del provvedimento definitivo, e della relativa relazione tecnica, per poter avere certezze sull’entità della platea dei beneficiari. Al momento, in base alle informazioni disponibili, la quantificazione fatta da Gasparri risulta comunque errata.
Conclusione
Il reddito di cittadinanza andrà anche ai cittadini stranieri, come dice Gasparri. Non solo pare sia scritto nella bozza di relazione tecnica che è girata a fine 2018, ma è sicuramente scritto nel Documento programmatico di bilancio 2019 e, soprattutto, non sarebbe legittimo fare altrimenti.
È poi vero che esponenti del governo, in particolare Luigi Di Maio, abbiano a più riprese negato che questo sarebbe accaduto.
Scorretti invece i numeri dati da Gasparri: la platea dei beneficiari, secondo quanto sarebbe scritto nella bozza di relazione tecnica che cita anche il senatore, dovrebbe essere di 1,375 milioni di nuclei familiari, cioè di circa 4 milioni di individui. I nuclei familiari stranieri beneficiari, sempre secondo stime approssimative, dovrebbero essere circa 400 mila, e gli individui stranieri più di un milione. Per ora sono comunque stime, mentre numeri certi arriveranno solo con il provvedimento definitivo che definirà i dettagli del reddito di cittadinanza.
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