L’ex presidente del Consiglio ed ex segretario del Pd Matteo Renzi, ospite a Di Martedì su La7 lo scorso 8 maggio, ha dichiarato (min. -1h 48m 5s): “I 5 Stelle avevano fatto una proposta che era il proporzionale puro. Hanno preso il 32% dei voti, con il sistema voluto da Grillo avrebbero avuto il 32% dei seggi. Con il Rosatellum non hanno avuto meno seggi, come raccontano sempre in televisione, ma ne hanno avuti di più. Hanno avuto il 36% dei seggi, un piccolo premio di maggioranza". Abbiamo verificato.
La proposta del M5S
Come si legge sul blog del Movimento 5 Stelle, in un post datato 28 maggio 2017 e che porta la firma di Beppe Grillo, a seguito della consultazione on-line sulla piattaforma Rousseau “La legge elettorale che il MoVimento 5 Stelle voterà in Parlamento sarà il proporzionale tedesco con soglia di sbarramento al 5% ed eventuali correttivi, costituzionalmente legittimi, per garantire una maggiore governabilità, così come sancito dai nostri iscritti”.
Dunque Renzi è impreciso a sostenere che il M5S volesse un proporzionale “puro”. Infatti il modello tedesco scelto su Rousseau, con una soglia di sbarramento al 5%, avrebbe comunque prodotto delle distorsioni e non ci sarebbe stata una corrispondenza perfetta tra voti presi e parlamentari eletti.
Ad esempio, Liberi e Uguali, che alle elezioni del 4 marzo scorso ha ottenuto il 3,38% dei voti, sarebbe rimasto al di sotto della soglia di sbarramento: non avrebbe quindi avuto accesso alla ripartizione dei seggi, a vantaggio delle altre forze politiche. E infatti non è vero che, applicando il sistema tedesco, col 32% dei voti il Movimento 5 Stelle avrebbe ottenuto il 32% dei seggi.
Secondo la simulazione fatta da Youtrend, col sistema tedesco il M5S si sarebbe aggiudicato alla Camera 250 seggi su 618 (esclusa cioè la circoscrizione estero, che elegge 12 deputati).
Col Rosatellum ne ha invece eletti 226 (sempre su 618), oltre 20 in meno. Ricaviamo il numero – in assenza di un dato definitivo del Ministero dell’Interno – dalla consistenza del gruppo dei deputati pentastellati. Questo è infatti composto oggi da 222 membri, ma cinque “impresentabili” eletti non sono stati poi ammessi nel gruppo (Cecconi, Benedetti, Vitiello, Tasso e Caiata, ora nel gruppo misto, facendo salire il totale a 227. Bisogna però escludere Elisa Siragusa, eletta nella circoscrizione estero (Per sapere che fine hanno fatto tutti gli impresentabili, nove in totale, eletti dal M5S rimandiamo a questa nostra altra analisi).
Come dice correttamente Renzi, il M5S ha ottenuto circa il 32% dei voti alle scorse elezioni, conseguendo il 36% abbondante di seggi alla Camera (esclusa la circoscrizione estero), dunque un “piccolo premio di maggioranza”.
Ma col sistema tedesco proposto dal Movimento, al 32% di consensi sarebbe corrisposto oltre il 40% (250 su 618) dei deputati. Un “premio di maggioranza” ancor più consistente. Naturalmente, la legge elettorale modifica anche il modo in cui i partiti si presentano alle elezioni. Insomma, la simulazione è soltanto indicativa, perché se ci fosse stato un proporzionale con soglia di sbarramento le forze politiche si sarebbero organizzate diversamente in termini di alleanze e liste (in rapporto anche a eventuali disposizioni della legge su coalizioni e così via).
Conclusione
Renzi fa un’affermazione errata. Il M5S non voleva un sistema proporzionale puro ma uno “alla tedesca”, con uno sbarramento al 5%, che avrebbe comportato l’elezione di un maggior numero di deputati per il Movimento, per quanto si possa dire di come sarebbero andate le cose con un’altra legge elettorale.
È infatti vero che il Rosatellum abbia dato al M5S un “piccolo premio di maggioranza” (36% di eletti contro il 32% di voti), ma il sistema tedesco avrebbe dato – secondo la simulazione di YouTrend – un “premio di maggioranza” ancora più grande (40% di eletti contro il 32% di voti).
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