Il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, lo scorso 7 febbraio ha scritto su Facebook: “Berlusconi propone un condono edilizio. E capisci che mancano tre settimane alle elezioni: lui ormai è prevedibile, il condono edilizio è la proposta che spunta sempre nell'ultimo mese. Sempre quella, la fantasia al potere”.
Si tratta di un’affermazione inesatta.
La proposta attuale
Berlusconi ha lanciato, nel corso di un’intervista a Radio24 dello scorso 7 febbraio, la proposta di un nuovo condono edilizio. In particolare il leader di Forza Italia, indicando le possibili coperture per la flat tax, ha dichiarato: “c’è anche la possibilità di una sanatoria edilizia, per i casi di quello che si chiama abusivismo di necessità”.
A chi gli chiedeva se si trattasse di un condono, l'ex presidente del Consiglio ha risposto: “Chiamatelo come volete, l’importante è che si cambino queste regole attuali”.
Berlusconi e i condoni non promessi ma fatti
A guardare gli archivi, sembra che in realtà ci sia un solo precedente di promesse di condoni prima delle elezioni da parte di Berlusconi. Mentre è accaduto almeno due volte che, senza farne un tema in campagna elettorale, condoni edilizi fossero approvati dai governi Berlusconi dopo il voto.
Nel 1994, subito dopo la “discesa in campo” di Berlusconi, si votò il 27 e il 28 marzo. Non risultano dalle fonti di stampa dichiarazioni dell’allora Cavaliere che promettessero un condono edilizio, anzi.
Il 30 maggio 1994, due mesi dopo il voto, Berlusconi dichiarò: “Vi assicuro che non ci sarà il condono edilizio”. Tuttavia, con la legge 724 del 23 dicembre 1994 (art. 39) il condono edilizio fu fatto.
Nel 1996, durante la campagna elettorale per le elezioni del 21 aprile, dai programmi e dalle fonti di stampa non risultano promesse di Berlusconi in materia di condoni edilizi.
Anche nella campagna elettorale per le elezioni del 13 maggio 2001, Berlusconi non promise condoni edilizi. Vinte le elezioni, nel dicembre 2002 anzi disse: “Il condono edilizio è un’ipotesi sconosciuta al Governo”. Ma - di nuovo - con il Decreto legge 269 del 30 settembre 2003 (art. 32) invece si fece un nuovo condono edilizio.
Nelle campagne elettorali per le elezioni del 2006 e del 2008, di nuovo, non risultano promesse di Berlusconi in materia di condoni edilizi.
Il precedente
C’è dunque un unico precedente che dia ragione a Renzi, quello della scorsa campagna elettorale, per le elezioni del 24 e 25 febbraio 2013.
L’8 febbraio Silvio Berlusconi, ospite di Lucia Annunziata su “Leader” dichiarò (min. 23.10): “Se gli elettori finalmente mi daranno la maggioranza, solo a me e al mio movimento Popolo delle Libertà, farò immediatamente un condono tombale e quindi anche un condono edilizio”.
Dunque è vero che a poco più di due settimane dalle ultime elezioni, di febbraio 2013, Berlusconi promise il condono edilizio. Le urne però non lo premiarono e, nonostante il breve periodo di coesistenza al governo con il centrosinistra nel governo Letta, non si parlò più del condono.
Conclusione
Renzi ha torto nel sostenere che a ogni elezioni a cui abbia partecipato, Berlusconi abbia promesso poche settimane prima del voto un condono edilizio. È successo solo nel 2013.
In precedenza era addirittura successo il contrario: in due diverse occasioni Berlusconi, dopo la vittoria alle elezioni, promise di non fare condoni edilizi e invece poi li fece.
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