Ci occupiamo di verifica dei fatti nel discorso politico e non ci addentriamo mai in valutazioni politiche. Questo articolo non vuole quindi entrare in polemica con Matteo Salvini, ma ci vediamo costretti a rispondergli, poiché ci accusa di aver lavorato con approssimazione.
Lunedì 15 gennaio Salvini è tornato sull’argomento vaccini, in un’intervista a L’aria che tira su La7 (minuto 1.53’45”). La conduttrice Myrta Merlino gli aveva fatto notare che il direttore di Pagella Politica Giovanni Zagni aveva spiegato in precedenza, durante la trasmissione (minuto 2’30”), come la Francia abbia appena introdotto l’obbligo di undici vaccini.
Giovedì 11 gennaio il leader della Lega aveva infatti dichiarato a Quinta Colonna su Rete 4 (minuto 40’00”) che “l’Italia è l’unico Paese al mondo, non in Europa, al mondo, che per legge impone dieci vaccini obbligatori a tutti i bambini e senza fare delle analisi che escludano dei rischi per qualche bambino”.
La mattina di sabato 13 gennaio abbiamo pubblicato una lunga e articolata analisi di quella dichiarazione, che potete leggere qui. Per fare un breve riassunto possiamo dire che: parecchi altri Paesi europei hanno almeno dieci vaccini. Uno di questi è la Francia, che ne ha da poco introdotti undici. Inoltre, gli “esami prevaccinali” non esistono: per citare l’Istituto superiore di sanità, “al momento attuale i test prevaccinali sono l’ennesima illusione che viene fornita a genitori preoccupati per le possibili reazioni da vaccino”.
Il leader leghista ha risposto, durante la puntata del 15 gennaio, che in Francia “stanno discutendo la legge, quindi all’esperto [di fact-checking] dovete spiegare che la legge prima di entrare in vigore deve essere approvata”. E ha poi ribadito che “nessun Paese al mondo ha 10 vaccini obbligatori” e che “ci sono migliaia di bambini che non sono in grado di sostenere dieci vaccini contemporaneamente”.
Ci vediamo costretti in pochi giorni a ribadire che Salvini sbaglia. E per la seconda volta sullo stesso argomento.
La norma francese sui vaccini obbligatori (che è già legge)
Prima ancora che fosse approvato il decreto Lorenzin sui dieci vaccini obbligatori in Italia, nel luglio 2017, anche in Francia è cominciata una discussione a livello politico sull’opportunità di aumentare il numero di vaccinazioni obbligatorie a undici.
Questa discussione ha portato all’approvazione di una norma che prevede appunto, dal 1° gennaio 2018 l’obbligo di 11 vaccinazioni per i nuovi nati. Se ne è parlato molto sulla stampa francese, da Le Monde a Le Figaro, che ha dedicato alla questione la sua prima pagina del 30-31 dicembre 2017. E anche in Italia si è parlato della legge francese.
La norma è contenuta all’interno di una legge sui finanziamenti relativi alla sicurezza sociale: si parla espressamente di “élargissement de l’obligation vaccinale pour les enfants de moins de 18 mois”, cioè allargamento dell’obbligo vaccinale per i bambini al di sotto dei 18 mesi.
La norma ha avuto un iter che l’ha portata proprio il 31 dicembre 2017 alla pubblicazione sul Journal Officiel - l’equivalente francese della nostra Gazzetta ufficiale - come Loi n° 2017-1836 du 30 décembre 2017 de financement de la sécurité sociale pour 2018, dopo cinque diversi passaggi in Parlamento, tre all’Assemblée nationale - equivalente della nostra Camera - e due al Sénat - il Senato, a partire dal 31 ottobre e fino all’approvazione definitiva del 4 dicembre.
Questi però sono i passaggi di tutto il pacchetto legislativo, mentre la parte relativa ai vaccini (articolo 49), nella quale si elencano le undici vaccinazioni obbligatorie, era stata già approvata dall’Assemblée nationale il 27 ottobre con 63 voti favorevoli, 3 contrari (due dei quali di En Marche!, il partito del presidente Emmanuel Macron, e uno del gruppo misto) e nove astenuti (uno del gruppo misto e otto appartenenti all’estrema sinistra). Al Sénat invece era stata approvata il 16 novembre con 321 voti a favore, 19 contrari (principalmente senatori dell’estrema sinistra) e un astenuto.
L’intera legge è stata poi approvata al Sénat in seconda lettura l’1 dicembre con 196 voti a favore, 53 contrari e 93 astenuti. Mentre all’Assemblée nationale è passata in terza e definitiva lettura il 4 dicembre con 43 deputati favorevoli e 13 contrari.
Ben consapevoli di quanto ci ha suggerito Salvini (“la legge prima di entrare in vigore deve essere approvata”), siamo costretti a rispondergli che, come peraltro avevamo controllato, la legge francese non è più in discussione, ma è già stata approvata ed è in vigore dal 1° gennaio 2018.
Gli altri Paesi europei con almeno 10 vaccinazioni obbligatorie
Salvini ha anche voluto ribadire che “nessun Paese al mondo ha 10 vaccini obbligatori”.
Ci eravamo concentrati sulla Francia perché è un Paese vicino e dove la legislazione è stata appena aggiornata, esattamente come in Italia, ma ricordiamo che esistono numerosi altri Paesi nella sola Europa con almeno 10 vaccinazioni obbligatorie, come riportato da un articolo citato dall’Istituto superiore di sanità.
Non sono la maggioranza in Europa, né in questo campo si trovano tutti i maggiori Paesi europei, ma ci sono.
Si tratta di Bulgaria (11 vaccini), Lettonia (14), Polonia (10), Romania (10), Slovacchia (11) e Ungheria (11). Inoltre esistono Stati come la Slovenia e la Repubblica Ceca che hanno nove vaccinazioni obbligatorie. Italia e Francia non sono quindi isolate, ma l’Europa ha un nutrito gruppo di Paesi che ha imposto un numero di vaccini simile.
Sul fatto poi che “ci sono migliaia di bambini che non sono in grado di sostenere dieci vaccini contemporaneamente”, un’argomentazione dei contrari alle vaccinazioni nota come “sovraccarico immunologico”, ha invece già risposto il medico Roberto Burioni in un post pubblicato il 15 gennaio sulla sua pagina Facebook.
Non fossero sufficienti le argomentazioni di Burioni, ricordiamo anche quanto precisato dall’Istituto superiore di sanità in un documento sui vaccini: “gli studi clinici dimostrano che la somministrazione contemporanea del vaccino esavalente e del vaccino 13-valente, oltre a non determinare un aumento degli effetti collaterali severi, non produce una risposta inferiore rispetto alla somministrazione separata dei due vaccini. Lo stesso accade con gli altri vaccini del calendario di vaccinazione dell’infanzia”.
Si precisa poi che “è vero che la somministrazione contemporanea di più vaccini può provocare un aumento sia delle reazioni locali (ossia gonfiore, arrossamento e dolore nella sede di somministrazione del vaccino) sia generali (soprattutto la febbre); tuttavia tale inconveniente è ampiamente compensato dalla riduzione degli accessi al servizio vaccinale, con conseguente minore stress per il bambino”.
Inoltre l’Istituto superiore di sanità sottolinea che i vaccini contengono un numero di antigeni enormemente inferiore a quelli con i quali viene in contatto un neonato nelle prime ore di vita e cita uno studio che dimostra come “gli 11 vaccini [non obbligatori] che ogni lattante riceve contemporaneamente negli Stati Uniti, impegnano solo lo 0,1% del suo sistema immunitario”.
Conclusioni
Per la seconda volta in pochi giorni torniamo sull’argomento vaccini e di nuovo in riferimento a una dichiarazione di Matteo Salvini, che ci ha accusati di pressapochismo.
Il leader della Lega, sul punto, ha però ribadito affermazioni dimostrabilmente false e che non hanno nessun riscontro sul tema delle vaccinazioni obbligatorie. Inoltre, in riferimento al nostro presunto errore, ha mentito quando ha dichiarato che la legge sugli undici vaccini obbligatori in Francia è ancora in discussione, dal momento che è stata approvata a dicembre 2017 ed è in vigore dal 1° gennaio 2018.