L’ex presidente del Consiglio e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, lo scorso 13 dicembre, durante la presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa a Roma, tra le altre cose ha dichiarato (min. 1.02’48”): “I reati di strada sono uno al minuto, furti in appartamento uno ogni due minuti, furti di automobili e motocicli uno ogni tre minuti, furti nei negozi uno ogni cinque minuti, via via fino ad arrivare addirittura a una rapina ogni 16 ore. Questo non è mai successo prima in Italia”.
Si tratta di un’affermazione che parte da una serie di calcoli sostanzialmente corretti, anche se leggermente imprecisi, ma che inquadra la situazione in maniera fuorviante sostenendo che siamo di fronte a un inedito.
La situazione è in realtà in netto miglioramento da anni e in passato i “ritmi” dei reati erano ancora più alti. Anche nell’anno “migliore” dell’ultimo governo Berlusconi, dal punto di vista dei reati denunciati, i “ritmi” erano sostanzialmente gli stessi di quelli attuali.
Quanti reati al minuto?
In un anno ci sono 525.600 minuti. Perché Berlusconi abbia ragione ci devono dunque essere stati 525.600 reati di strada, 262.800 furti in appartamento, 175.200 furti di automobili e motocicli, e 105.120 furti in negozio.
Guardando alle ore, in un anno ce ne sono 8.760, dunque secondo il calcolo di Berlusconi ci devono essere state 548 rapine, tre ogni due giorni.
Per verificare questi numeri possiamo consultare il database Istat (tabella http://seriestoriche.istat.it/fileadmin/documenti/Tavola_6.18.xls) che ha dati sui reati denunciati aggiornati al 2016*.
*Il 2016 è un anno bisestile, con 527.040 minuti, ma la differenza non crea scarti significativi nei calcoli
Reati di strada
Per quanto riguarda i reati di strada si pone il problema dell’assenza di una definizione di legge. Con “reati di strada” si intendono comunemente borseggi e scippi (l’Istat non utilizza le categorie “scippo” o “borseggio”, ma quelle del codice penale – in buona parte sovrapponibili – di furto con strappo e furto con destrezza). Possono tuttavia essere ricompresi nell’insieme anche i furti in auto in sosta, o furti di motorini, moto e macchine, e le rapine in strada.
Adottando questa seconda definizione, più larga, sommiamo allora i furti con strappo (16.672), quelli con destrezza (162.154), i furti in auto in sosta (178.283), i furti di motorini (14.589), moto (30.839) e auto (110.556) e le rapine in strada (18.020). Il totale del 2016 è di 531.113 “reati di strada”, anche un po’ di più dei 525.600 minuti dell’anno. Dunque Berlusconi ha ragione.
Furti in appartamento
Nel 2016 i furti in appartamento (“in abitazione”, secondo la definizione Istat) denunciati sono stati 214.053. Siamo lontani dai 262.800 che sarebbero necessari, ma facendo il calcolo si può dire che c’è un furto in appartamento ogni 2,45 minuti. Non molto diverso da quanto sostenuto dall’ex Cavaliere.
Furti di automobili e motocicli
Nel 2016 i furti di automobili, come già detto, sono stati 110.556 e quelli di motocicli 30.839. Il totale è di 141.395. Di nuovo siamo al di sotto dei 175.200 che sarebbero necessari perché fossero esattamente uno ogni 3 minuti, ma facendo i calcoli risulta comunque che ne avviene uno ogni 3,7 minuti. Berlusconi è di nuovo impreciso, ma non di molto.
Furti in negozio
I “furti in esercizi commerciali”, sempre nel 2016, sono stati 95.814. Anche in questo caso sono meno di quanti sarebbero necessari (105.120) perché l’affermazione di Berlusconi fosse precisa, ma di nuovo la distanza – in termini di secondi – non è enorme: l’anno scorso abbiamo avuto un furto in negozio ogni 5,48 minuti.
Rapine
Nel 2016 ci sono state 32.918 rapine. L’affermazione di Berlusconi è dunque clamorosamente sbagliata, ma è probabile che il leader di Forza Italia si sia semplicemente confuso parlando di “ore” invece che di “minuti”. Infatti facendo i calcoli risulta l’anno scorso esattamente una rapina denunciata ogni 15,96 minuti.
Non era mai successo prima in Italia?
Berlusconi con questi numeri, e soprattutto con l’affermazione secondo cui saremmo di fronte a una situazione inedita per il Paese, sostiene che ci sia stato un aumento della criminalità. In realtà è l’esatto contrario, i reati sono in netto calo da diversi anni.
Prendiamo i furti e le rapine, su cui si è soffermato l’ex presidente del Consiglio, gli omicidi e il totale dei reati e vediamo come sono andate le cose negli ultimi 10 anni.
Furti
I furti in totale erano 1.636.656 nel 2007. Sono scesi nel biennio successivo, fino al minimo di 1.318.076. Dal 2010 hanno ricominciato a risalire, fino al dato del 2014 di 1.573.213. Nel 2015 il totale è calato a 1.463.527 e nel 2016 è ulteriormente sceso a 1.346.630.
Dunque negli ultimi tre anni siamo in una fase di diminuzione dei furti: -226.583, un calo del 14,4%.
Rispetto al 2007 la diminuzione è di 290.026 furti, un calo del 17,7%.
Rapine
Le rapine denunciate erano 51.210 nel 2007 e da lì in poi sono costantemente diminuite fino al 2010 (33.754). Dal 2011 al 2013 sono nuovamente aumentate, arrivando a 43.754, e successivamente sono nuovamente calate: 39.236 nel 2014, 35.068 nel 2015 e 32.918 nel 2016.
Negli ultimi quattro anni c’è stata una diminuzione di 10.836 rapine, un calo del 24,7%.
Rispetto al 2007 la diminuzione è di 18.292 rapine, in percentuale del 35,7%.
Omicidi
Gli omicidi volontari nel 2007 erano 627. Da quell’anno si è poi assistito a una progressiva diminuzione, quasi costante, fino ai 400 del 2016 (nel 2013 compare un dato “anomalo” di 868 omicidi volontari, ma dipende – come spiega l’Istat – dall’aver qualificato in questa categoria le morti di 366 naufraghi, avvenute il 3 ottobre 2013, in prossimità delle coste di Lampedusa).
Il calo negli ultimi dieci anni è dunque di 227 omicidi, in percentuale del 36,2%.
Il totale dei reati
Il totale dei reati denunciati nel 2007 ammontava a 2.933.146. Dopo essere calato fino al 2010 incluso (2.621.019) è risalito fino al 2013 (2.892.155). Da quell’anno il calo è stato progressivo, a 2.812.936 nel 2014, 2.687.249 nel 2015 e 2.487.389 nel 2016.
Negli ultimi quattro anni il totale è dunque diminuito di 404.766 reati denunciati, un calo del 14%.
Rispetto al 2007 il totale è diminuito di 445.757 reati denunciati, un calo del 15,2%.
Un confronto col 2010
Per rendere più chiara la questione, facciamo un confronto col 2010, anno in cui governava Berlusconi e che – escluso il 2016 – ha fatto segnare il totale più basso di reati denunciati dell’ultimo decennio.
Allora i “reati di strada”, secondo la definizione usata, erano stati 527.837, cioè sempre uno al minuto circa. I furti in appartamento 169.163, cioè uno ogni 3,1 minuti. I furti di auto e motocicli 166.982, cioè uno ogni 3,1 minuti. I furti in negozio 90.598, cioè uno ogni 5,8 minuti. Le rapine 33.754, cioè una ogni 15,6 minuti.
Come si vede, adottando il criterio che utilizza l’ex presidente del Consiglio, non è poi cambiata molto la situazione rispetto a quando governava lui.
Inoltre, se avessimo scelto invece del 2010 il 2011 – anno in cui si assiste a un aumento generalizzato dei reati – il confronto sarebbe stato ancor più sfavorevole per Berlusconi.
Conclusione
Berlusconi ha ragione sul numero di reati al minuto, pur con qualche imprecisione. A parte la svista macroscopica sulle rapine, dove confonde le ore coi minuti, l’ex Cavaliere dà delle cifre esatte o solo leggermente imprecise.
Completamente falsa invece l’affermazione secondo cui “questo non è mai successo prima in Italia”. Come abbiamo visto, negli ultimi anni i reati sono in calo sia nel totale che nelle figure che destano maggiore allarme sociale (omicidi, rapine, furti).
Non solo. Anche facendo un confronto con 10 anni fa – prima che colpisse la crisi economica – i dati attuali risultano migliori.
Dunque è ovvio che anche nel recente passato “questo”, cioè il tasso di certi reati al minuto, sia successo. Come abbiamo visto, anche nell’anno “migliore” da questo punto di vista dell’ultimo governo Berlusconi i numeri erano simili.
In generale si può dire che i reati accadevano con una maggior frequenza nel passato rispetto ad oggi.
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