La Camera ha approvato lo scorso 17 ottobre una mozione del Pd in cui si chiede al governo, più o meno implicitamente, di non rinnovare il mandato dell’attuale governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco. La mossa dei democratici ha suscitato l’accusa di irritualità e di voler compromettere l’indipendenza di Palazzo Koch.
Ospite di Carta Bianca su Rai 3 lo scorso 17 ottobre, l’ex segretario del Pd e leader di Mdp-Articolo 1 Pierluigi Bersani ha dichiarato (min. 13.22): "Il governatore della Banca d'Italia viene nominato in una procedura che prevede un ruolo del governo, del presidente della Repubblica, e un'opinione del direttorio della Banca d'Italia. Questo dice la legge. Il Parlamento può modificarla questa procedura (...) ma [in base alle leggi attuali] il Parlamento non ha titolo a discutere del governatore della Banca d'Italia".
Bersani ha ragione.
La procedura di nomina del governatore della Banca d’Italia
L’articolo 19 della Legge 28 dicembre 2005, n. 262, "Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari”, dà la disciplina relativa a Banca d’Italia. In base al comma 8, “La nomina del governatore è disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia”.
Stessa procedura per la revoca, qualora si voglia sostituire il governatore prima della scadenza del suo mandato di sei anni. Dunque sono coinvolti, come afferma Bersani:
- il governo,
- il Quirinale
- e il “direttorio” di Bankitalia.
Al governo, e in particolare al Consiglio dei ministri, spetta l’onere di individuare un nome. Questo nome viene successivamente proposto dal presidente del Consiglio al Presidente della Repubblica. Questi è colui che materialmente nomina il governatore, mediante un decreto.
Con “direttorio” Bersani intende il Consiglio superiore della Banca d’Italia, un organo composto da 13 membri (più il governatore) cui spetta l'amministrazione generale nonché la vigilanza sull'andamento della gestione e il controllo interno della Banca. In base all’articolo che dicevamo, quest’organo ha solo il potere di fornire un parere al presidente del Consiglio, che dunque può tenerlo in considerazione così come ignorarlo.
Il ruolo del Parlamento
In questa procedura, il Parlamento non ha alcun ruolo. Non è previsto che la Camera o il Senato possano fornire indicazioni, vincolanti o meno, e non è previsto che eventuali commissioni o comitati parlamentari abbiano un ruolo.
Dunque ha di nuovo ragione Bersani nel sostenere che, fino a che il Parlamento stesso non vorrà modificare la norma relativa a Banca d’Italia, Camera e Senato non abbiano titolo giuridico per discutere del governatore della Banca d’Italia. La mozione presentata dal Pd e approvata dalla Camera lo scorso 17 ottobre è comunque legittima. Nella mozione si chiede in sostanza di non rinnovare l’attuale governatore Ignazio Visco, perché “l'efficacia dell'azione di vigilanza della Banca d'Italia è stata, in questi ultimi anni, messa in dubbio dall'emergere di ripetute e rilevanti situazioni di crisi o di dissesto di banche”.
Il Parlamento può infatti approvare mozioni, che sono atti di indirizzo politico, allo scopo di orientare le decisioni del governo. Ma il caso recente è per certi aspetti irrituale. Il legislatore – cioè il parlamento – non ha voluto attribuirsi un ruolo per legge nella scelta del governatore della Banca d’Italia, ancora nella recente riforma del 2005 (prima il mandato del governatore non era di 6 anni, ma a tempi indeterminato). Probabilmente non si è voluto collegare il vertice di un istituto che deve essere indipendente direttamente al potere legislativo, che è il cuore “politico” del sistema. C’erano altre possibilità – ad esempio i membri dell’Autorità anti-trust sono nominati (art. 10 l. 287/1990) dai presidenti di Camera e Senato – ma non si è scelto di percorrerle.
Che un Parlamento sfrutti la propria libertà di approvare mozioni allo scopo di rientrare in una procedura da cui si è storicamente auto-escluso, non senza ragioni, è quindi appunto irrituale.
Conclusione
Bersani ha ragione sia nel ricordare la procedura di nomina del governatore di Banca d’Italia, e i soggetti coinvolti, sia nel sottolineare l’estraneità del Parlamento da tale procedimento. Se si volesse dare a Camera e Senato un ruolo giuridicamente riconosciuto nella nomina del governatore, sarebbe necessario cambiare la legge.
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