Sul blog di Beppe Grillo è stato pubblicato lo scorso 15 ottobre un post dal titolo “I partiti si indebitano, i cittadini pagano”, in cui gli esponenti del M5S Europa scrivono: “Le Regioni italiane hanno un deficit di 33 miliardi di euro. Quelle più indebitate d'Italia sono oggi tutte governare dal Pd: calcolando il disavanzo per abitante in testa c'è la Regione Lazio (1.850 euro), poi il Piemonte (1.600 euro) e la Sicilia (1.200 euro)”.
Si tratta di dati discutibili.
I dati della Corte dei Conti
Guardando alla più recente relazione della Corte dei Conti, i dati del M5S non tornano.
I disavanzi pro capite, cioè la differenza tra entrate e uscite calcolata per abitante, sono significativamente più bassi di quelli citati. Nel 2015 (ultimo dato disponibile) i tre enti territoriali messi peggio sono la Provincia autonoma di Bolzano (393,95 euro), e le regioni della Sardegna (205,42 euro) e della Valle d’Aosta (192,44 euro).
Lazio (56,45), Piemonte (1,31 euro, ma di avanzo: è cioè un dato positivo) e Sicilia (2,68 euro, di avanzo) sono più indietro - e in due casi non c’è addirittura un passivo.
Gli esponenti del M5S citano dei dati che provengono, invece, da un articolo del Sole 24 Ore del 22 agosto 2016.
Qui, elaborando i dati degli anni 2013-14-15 della Corte dei Conti, che ha rivisto la situazione delle regioni alla luce di nuovi criteri contabili, il disavanzo (deficit, cioè l’eccedenza delle uscite rispetto alle entrate) delle regioni italiane veniva quantificato in 33 miliardi di euro.
Inoltre viene fatta una tabella “la top ten del debito”, con il disavanzo pro capite delle varie regioni, in cui in effetti compaiono ai primi tre posti il Lazio (1.854,94 €) il Piemonte (1.640,59 €) e la Sicilia (1.216,11 €). Le cifre citate nel post del blog di Beppe Grillo.
È tuttavia possibile che sulle discrepanze tra l’articolo di giornale e la Corte dei Conti abbia influito il “pasticcio contabile” seguito al decreto legge 35/2013, con cui lo Stato stanziava risorse, circa 40 miliardi per gli anni 2013 e 2014, per consentire alle amministrazioni pubbliche di accelerare i pagamenti dei debiti pregressi verso i fornitori.
Tali fondi vengono prima messi tra le “entrate”, ma una sentenza della Consulta nega la validità di questa operazione. Eliminando dunque dalle entrate quei miliardi, diverse regioni si trovano con dei disavanzi di miliardi di euro. Il tutto, pare, non è un grave problema – se non contabile appunto – in quanto lo Stato avrebbe già conteggiato a debito quelle cifre.
Le regioni del Pd
I presidenti delle tre regioni citate dal M5S (e da il Sole 24 Ore) sono rispettivamente Nicola Zingaretti (Pd), Sergio Chiamparino (Pd) e Rosario Crocetta (ex Pd, ora è presidente del partito “Il Megafono – Lista Crocetta”).
A onor del vero, quasi tutte le regioni italiane sono oggi amministrate dal centrosinistra. A parte Lombardia, Veneto, Liguria (governati dal centrodestra), Val D’Aosta e Trentino (governati da formazioni politiche locali).
Il debito delle regioni
Le situazioni dei bilanci annuali sono naturalmente molto variabili. Proviamo a vedere invece che cosa emerge guardando all’indebitamento delle regioni, e non al solo disavanzo: a quanto ammontano, insomma, i debiti pregressi totali. Oossiamo fare affidamento di nuovo sulla “Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni – esercizio 2015” della Corte dei Conti, pubblicata lo scorso giugno.
Il debito pro capite è in media, per le regioni a statuto ordinario, di 1.074 euro, per le regioni a statuto speciale di 1.166 euro. Le regioni i cui abitanti sopportano un maggior debito sono la Val D’Aosta, con 4.632 euro di debito a persona, il Lazio (3.494 euro) e il Piemonte (2.371 euro).
Sono poi sopra la media anche Sicilia (1.581 euro), la Campania (1.368 euro) e il Molise (1.369 euro).
Le regioni con un minor debito pro capite sono invece la Lombardia (190 euro), l’Emilia Romagna (357 euro) e la provincia autonoma di Trento (365 euro).
Conclusione
I numeri del M5S non trovano riscontro nei dati più aggiornati forniti dalla Corte dei Conti. Sembrano provenire invece da un’elaborazione dal Sole 24 Ore di oltre un anno fa, che presentava cifre diverse forse per un complesso problema contabile emerso negli ultimi anni. L’accusa nei confronti del Pd inoltre sembra forzata, considerando che i democratici governano quasi tutte le regioni, tranne quelle del Nord che hanno storicamente i conti più in ordine (con l’eccezione del Piemonte).
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