Ospite di Corrado Formigli a Piazza Pulita lo scorso 11 maggio, Alessandro Di Battista alla domanda del conduttore, “Il governo sta pensando di rendere obbligatori i vaccini per chi va a scuola, lei è d’accordo?”, ha risposto: “Perché non li rendono gratuiti? […] La nostra proposta è vaccini gratuiti. Se vuoi ampliare la fascia delle persone che si vaccinano, quindi per contrastare delle malattie, la gratuità del vaccino è più importante dell’obbligatorietà”.
A stretto giro è poi arrivato un tweet del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, dove si legge: “Volevo informarvi che con il Piano Nazionale Vaccini in Italia i vaccini sono già gratuiti”. Chi ha ragione?
Quali vaccini erano gratuiti?
La questione di quali vaccini fossero a pagamento e quali no era abbastanza ingarbugliata, fino a poco tempo fa, e c’era anche una certa varietà tra Regione e Regione.
Esiste, in Italia, una distinzione tra vaccini obbligatori (antidifterica, antipoliomielitica, antitetanica, antiepatite virale B) e vaccini facoltativi. I primi sono, ed erano, gratuiti. All’interno dei vaccini facoltativi, ce n’erano alcuni “raccomandati”, solitamente gratuiti, e altri che, a seconda della Regione, potevano avere un costo o meno.Precisazione importante: tra vaccini “obbligatori” e “facoltativi raccomandati”, la differenza è più formale che altro. Come spiegato da un comunicato del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell'Istituto superiore di sanità, “si tratta di una classificazione obsoleta legata solamente alla mancanza di un aggiornamento della parte legislativa in questa materia”.
E ancora: “la differenza tra vaccinazioni raccomandate e obbligatorie, non prevedibile dagli allora legislatori dell’obbligo vaccinale, ha portato problemi crescenti man mano che la lista delle vaccinazioni si è allungata”.
In ogni caso, quelli facoltativi raccomandati (morbillo, parotite e rosolia (MPR), pertosse e infezioni da haemophilus influenzae B) erano già gratuiti in tutte le Regioni, mentre per gli altri – come varicella, pneumococco, meningococco etc. – poteva essere previsto o meno il pagamento di un ticket, salvo il soggetto non rientrasse in particolari categorie a rischio o non ci fosse una particolare emergenza (come il caso della meningite in Toscana).
Insomma: i vaccini obbligatori e quelli facoltativi “raccomandati” sono gratuiti da tempo. Un altro gruppo di vaccini facoltativi, invece, aveva un costo variabile da Regione a Regione. A margine: nei vaccini sempre a pagamento possiamo far ricadere quelli contro malattie non diffuse in Italia, ad esempio febbre gialla o colera, che quindi vengono normalmente comprati in vista di viaggi all’estero. La polemica politica, ad ogni modo, non riguarda di certo questa tipologia.Cosa cambia col Piano nazionale
Veniamo al Piano nazionale vaccini 2017 (PNV) cui fa riferimento il ministro Lorenzin. Il PNV è un allegato al decreto del presidente del Consiglio sui LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) dello scorso 12 gennaio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 marzo. Per la sua attuazione, in base alla Legge di Stabilità 2017 (art.1 comma 408), vengono stanziati 100 milioni di euro per l'anno 2017, 127 milioni di euro per l'anno 2018 e 186 milioni di euro a decorrere dall'anno 2019.
Che cosa prevede il Piano? Per quello che ci interessa, il numero delle vaccinazioni gratuite viene ulteriormente ampliato. Come aveva già spiegato il ministro Lorenzin, “i nuovi vaccini facoltativi [cioè quelli non che ancora non erano offerti gratuitamente in tutte le Regioni ndr.] verranno offerti gratuitamente in ogni Asl secondo il calendario e in base a età e categorie a rischio”.
In concreto, in base al nuovo Calendario vaccinale nel Piano, i nuovi nati avranno diritto a cicli di base gratuiti, ed eventuali successivi richiami, di vaccino per la prevenzione di difterite, tetano, pertosse, epatite B, polio, haemophilus influenzae B, pneumococco, meningococco B, rotavirus, morbillo, parotite, rosolia, varicella, meningococco C.
Dunque Alessandro Di Battista ha torto, in quanto lamenta la mancata gratuità di vaccini – quelli che si vorrebbero rendere condizione necessaria per l’iscrizione al sistema scolastico nazionale – che l’attuale governo ha da poco reso gratuiti. Anche prima, ad ogni modo, le vaccinazioni più importanti non erano a pagamento.
Aggiungiamo per informazione, anche se non interessa direttamente la diatriba Di Battista-Lorenzin, che in base al Piano nazionale vaccini 2017 sono stati resi gratuiti anche alcune vaccinazioni non pediatriche: gli adolescenti non pagheranno il vaccino anti-meningococco tetravalente (A, C, W, Y135) e il vaccino anti-Hpv, e i soggetti di età uguale o superiore a 65 anni non pagheranno il vaccino anti-influenzale, il vaccino anti-pneumococco e il vaccino anti-Zoster.
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