Ospite di Agorà su Rai3 il 2 ottobre, il senatore a vita ed ex presidente del Consiglio Mario Monti ha affermato (1h 18 min. 50 sec.): “Sapete chi ha avuto il merito principale, non solo nel votare ma nel guidare la navigazione per quella proposta [di introdurre il pareggio di bilancio in Costituzione n.d.r.]? L’allora presidente della Commissione Bilancio della Camera Giorgetti, che infatti in sede di votazione ha fatto delle dichiarazioni entusiaste”.
Davvero il deputato della Lega, e attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha avuto un ruolo di primo piano nell’approvazione di una norma oggi al centro delle polemiche tra il governo di cui fa parte e la Commissione europea?
Siamo andati a verificare e l’affermazione di Monti risulta corretta. Vediamo i dettagli.
Il pareggio di bilancio in Costituzione
Come si legge sul sito della Camera, “nel corso della seconda parte della XVI legislatura [2008-2013 nd.r.], in concomitanza con l’acuirsi delle tensioni sui debiti sovrani dell’area dell’Euro, è emersa a livello comunitario l’esigenza di prevedere negli ordinamenti nazionali ulteriori e più stringenti regole per il consolidamento fiscale e, in particolare, di introdurre, preferibilmente con norme di rango costituzionale, la ‘regola aurea’ del pareggio di bilancio”.
Il Parlamento ha quindi inserito in Costituzione, con la legge costituzionale n. 1 del 20 aprile 2012, il principio dell’equilibrio strutturale delle entrate e delle spese del bilancio (in particolare negli articoli 81 co.6 e 97, ma non solo).
La legge è stata esaminata e approvata in tempi rapidissimi (v. Iter). Il primo esame alla Camera, nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio e tesoro, è iniziato il 5 ottobre 2011. Nelle settimane successive è stato trattato dall’aula di Montecitorio, dalle commissioni e dall’aula del Senato ed è tornato alla Camera a dicembre 2011 per una seconda lettura (di nuovo sia in commissione che in aula). Dopo questa, ha quindi concluso il suo percorso con l’approvazione definitiva da parte del Senato – in seconda lettura, dopo l’esame delle commissioni e dell’aula – il 17 aprile 2012.
Il relatore per la commissione Bilancio della Camera (v. Testi) era Giancarlo Giorgetti, della Lega Nord.
Le parole di Giorgetti durante la trattazione
Durante la trattazione in commissione Bilancio e in aula, come risulta dai resoconti stenografici della Camera, Giancarlo Giorgetti si è speso molto per l’approvazione della legge, rispondendo ai dubbi dei deputati e sostenendo la bontà dell’intervento normativo.
Il 23 novembre, ad esempio, nel corso della prima lettura alla Camera Giorgetti aveva dichiarato che “il pareggio di bilancio è funzionale, in una prospettiva di medio periodo valida per tutti i Paesi dell'euro, ad assicurare il rispetto dei parametri europei in termini di deficit e di debito pubblico”, e ancora, che “occorre dare un segnale politico forte ai mercati, chiarendo che l'Italia e l'Europa hanno imboccato in modo duraturo la strada del rigore”.
Giorgetti oltretutto era consapevole delle conseguenze dell’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione: “La costituzionalizzazione del principio dell'equilibrio di bilancio ed il sostanziale divieto di indebitamento (…) è di per sé destinata a condizionare l'operato degli organi di Governo di ogni livello territoriale. La violazione di tale principio avrebbe senz'altro conseguenze a livello politico e di opinione pubblica, facilitando anche una pronta e ferma reazione delle istituzioni europee”.
Inoltre, la posizione dell’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio non era affatto isolata. Sempre il 23 novembre lo stesso Giorgetti affermava che “dall’attività svolta dalle Commissioni è emersa una generale condivisione della scelta di introdurre in Costituzione il principio del pareggio di bilancio”.
Concetto ribadito anche nella seduta del 29 novembre, quando Giorgetti dichiarò: “Anche la discussione sulle linee generali ha confermato l’ampia convergenza tra le diverse forze politiche in ordine all'inserimento del principio del pareggio di bilancio nella nostra Carta costituzionale”.
Le parole di Giorgetti al momento del voto
Il 5 marzo 2012, quando la Camera ha dato definitivamente il suo via libera – in seconda lettura – alla legge costituzionale che ha introdotto il pareggio di bilancio in Costituzione, Giorgetti si era espresso in modo nettamente favorevole al provvedimento.
Il suo intervento in aula cominciava così: “Signor Presidente, il risanamento e la stabilizzazione della finanza pubblica rappresentano la pre-condizione per consentire all'Italia di affrontare con successo gli scenari competitivi determinati dalla globalizzazione e di registrare tassi di crescita economica adeguati”.
Giorgetti, poi, sottolineava come la norma uscita dai lavori della Camera fosse coerente anche con il Fiscal Compact, che era stato approvato in sede europea successivamente all’inizio della trattazione a Montecitorio dell’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione.
Diceva a tal proposito Giorgetti: “Abbiamo anche la soddisfazione di sottolineare che ciò che abbiamo in qualche modo scritto noi in Commissione è coerente con quello che poi è stato definito in sede europea. Allo stesso tempo il provvedimento, per come è congegnato, è tale da lasciare al livello nazionale quel margine di discrezionalità necessario ad affrontare contingenze future ed eventi imprevisti”.
Insomma, per il deputato della Lega era un buon provvedimento, che non avrebbe legato eccessivamente le mani ai futuri esecutivi.
Quanto alle critiche secondo cui il rigore avrebbe limitato le possibilità di crescita per l’economia, Giorgetti infatti sosteneva che “il provvedimento (…) presenta margini di elasticità e di flessibilità non trascurabili e (…) agevola (…) il perseguimento in ambito europeo di strategie che si pongano come obiettivi la crescita, l’occupazione e la competitività”.
Come ha votato Giorgetti
Nelle due votazioni che si sono tenute alla Camera, Giorgetti ha sempre votato a favore del provvedimento: al termine della prima lettura, il 30 novembre 2011, e anche al termine della seconda, il 6 marzo 2012.
Da notare comunque che il 30 novembre non c’è stato nemmeno un voto contrario, e il 6 marzo appena tre (Belcastro e Iannaccone del Gruppo misto, e Scilipoti di Popolo e territorio).
Conclusione
Mario Monti ha ragione nel sostenere che nel 2012 Giancarlo Giorgetti, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Conte, ha sostenuto fortemente l’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione.
Non ci esprimiamo sulla qualifica di “entusiaste” riferita alle sue parole, ma dai resoconti stenografici risulta indubbiamente che il deputato della Lega fosse convinto della necessità e della bontà del provvedimento, nonché della sua capacità di conciliare il rigore con la crescita.
Nelle due votazioni finali della Camera, coerentemente con le posizioni espresse, Giorgetti ha infatti votato sempre a favore della norma.
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