AGI - In un piccolo paese come può essere oggi Bonorva, nel Sassarese, le cose che colpiscono di più sono le piccole storie; quelle storie che tutti possono raccontare a cui tutti possono aggiungere qualcosa di importante. Anche quella del Coro Paulicu Mossa è una piccola storia, nata dalla passione per il canto sardo e che in questi giorni è stata protagonista a New York con una serie di appuntamenti tra cui un concerto che ha entusiasmato i newyorkesi. Il nome del coro non è noto a molti. Per volontà di alcuni componenti del coro della confraternita, nel 1997 venne costituito un coro di tradizioni popolari. In molti aderirono. Sul nome venne trovato subito l’accordo: sarebbe stato quello del più grande poeta in lingua sarda nato a Bonorva: Paolo Mossa detto Paulicu. Per sviluppare il progetto si affidarono alle competenze di un giovane maestro di canto sardo, Gianluca Fadda. Il Coro Paulicu Mossa prese vita ufficialmente in occasione di una festa nel vicino comune di Giave. Nel 1999 Fadda venne sostituito dal maestro Riccardo Marongiu di Macomer. Dopo un anno il coro superò per la prima volta i confini della Sardegna, per affermarsi a livello nazionale. Oggi, con il coro guidato dal maestro Marco Lambroni, sono nate collaborazioni con il poeta Antonio Strinna e il compositore Salvatore Rizzu. E in questi giorni, su iniziativa del Comune di Bonorva e in collaborazione con l’assessorato all’Industria della Regione Sardegna, è arrivata anche l’esibizione a New York, all’interno del suggestivo scenario della antica chiesa protestante nell’Upper West Side di Manhattan, dove si trova la sede del Center at West Park, comunità newyorkese molto attiva nella presentazione di eventi culturali e nell’aggregazione di culture diverse.
La chiesa, domenica, era affollata con più di 230 persone, affascinate dalla qualità del canto, davvero emozionante, unito alla recitazione di Jeff Biggers, giornalista e scrittore americano autore del libro che ha ispirato la drammaturgia dello spettacolo: “In Sardinia: An Unexpected Journey in Italy”. Più di un’ora di alta qualità per aprire una finestra sulla nobile storia della Sardegna, passando attraverso la narrazione delle bellezze naturali ma anche l’omaggio alle bellezze umane e intellettuali della Sardegna, da Antonio Gramsci a Grazia Deledda, dal jazzista Paolo Fresu agli artisti Maria Lai e Costantino Nivola. Per tutti grandi applausi e standing ovation. E applausi anche agli organizzatori e animatori dell’evento (che ha visto panel e dibattiti nei giorni scorsi sulla cultura sarda, oltre a un flash mob a Union Square con l’esibizione del coro), con Leide Porcu, Alessandro Melis e Valeria Orani, curatrice e direttrice artistica del progetto MusaMadre, che da anni lavora negli Stati Uniti ed è diventata un punto di riferimento culturale per la Sardegna e non solo. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Enit, Com.It.Es, e con DisterraUs, la fondazione privata che riunisce creativi sardi emigrati e discendenti che risiedono negli Usa.