L’inviato Onu in Libia, il senegalese Abdoulaye Bathily, ha annunciato le sue dimissioni al segretario generale Antonio Guterres, rimettendo l’incarico dopo appena diciotto mesi. Non è chiaro quando lascerà tecnicamente l’incarico che gli era stato conferito nel settembre di due anni fa per portare al voto il Paese, dilaniato dallo scontro tra due opposte fazioni, e in piena crisi dal 2011, anno della caduta di Muammar Gheddafi. “Ho girato per diciotto mesi il Paese - ha spiegato ai giornalisti, al Palazzo di Vetro - sono andato a nord, sud, est, ovest, ho incontrato comunità, fatto di tutto per trovare una soluzione”.
Bathily, che è l’ennesimo inviato Onu in Libia ad arrendersi, ha parlato di “interferenze economiche straniere” che hanno “fatto della Libia una preda” e complicato il compito di trovare una soluzione per portare il Paese verso elezioni democratiche. “Non c’è bisogno di fare nomi - ha risposto ai reporter che chiedevano di indicare quali Paesi avessero ostacolato la sua missione e quali avessero cercato di trovare una soluzione - ciò che è importante è che in questi mesi abbiamo assistito a iniziative parallele”. “Sono convinto - ha sottolineato l’inviato Onu - che fintanto la crisi sarà monopolizzata dagli attuali leader non arriveremo da nessuna parte, perché sono interessati allo status quo che è perfetto per garantire i loro interessi”. “La Libia - ha concluso - merita una migliore leadership”.