Otto anni fa, in un venerdì sera d'autunno come tanti, centinaia di persone, giovani e meno giovani, si affollavano ai tavolini all'aperto dei caffè parigini. Millecinquecento appassionati di rock erano invece stipati per partecipare all'atteso concerto del gruppo americano Eagles of Death Metal, in programma al Bataclan. Nessuno di loro immaginava che quella sera avrebbe stravolto o distrutto la loro vita.
Sono passati 8 anni da quel 13 novembre 2015, quando in diversi attacchi nei bar, allo stadio e all'interno del teatro morirono 137 persone, compresi i 7 attentatori, e centinaia di altre rimasero ferite, in alcuni casi con gravi conseguenze che perdurano ancora oggi.
Fra le 90 vittime del Bataclan, anche la ventisettenne veneziana Valeria Solesin, una ragazza solare e piena di progetti, che era andata a vedere il concerto con il suo ragazzo.
Nel giugno del 2022, al termine di un lungo e straziante processo in cui decine di testimoni hanno raccontato le loro terribili esperienze, l'unico sopravvissuto del commando, il belga di origine marocchina Salah Abdeslam, 26 anni all'epoca della strage, è stato condannato all'ergastolo. Nell'aula del tribunale di Parigi, per 10 mesi le sue dichiarazioni e quelle degli altri 19 imputati (tutti condannati tranne uno), si sono alternate alle testimonianze delle vittime, a volte insostenibili per il carico di sofferenza che ne traspariva. Fra i cronisti che hanno seguito il processo, a cercare di capire che cosa ha spinto un gruppo di giovani a ucciderne centinaia di altri e a immolarsi c'era anche lo scrittore francese Emmanuel Carrère, che ne ha tratto un libro, V13, in libreria da poco.