AGI - La comunità internazionale si è impegnata a salvaguardare almeno il 30% degli oceani entro il 2030: è questo il senso dell'accordo raggiunto dai Paesi dell'Onu su un trattato che protegga l'Alto Mare, un trattato che era negoziato da anni e che gli esperti delle organizzazioni ecologiste considerano vitale per salvaguardare gli oceani.
L'accordo è arrivato nella notte italiana al Palazzo di Vetro, a New York, dopo una maratona negoziale cominciata il 20 febbraio e culminata con 38 ore di serrate trattative; ma erano anni che si lavorava a livello diplomatico per trovare un accordo sui finanziamenti e i diritti di pesca.
Il testo getta le basi per stabilire aree marine protette. L'ultimo accordo internazionale sulla protezione degli oceani era stato firmato 40 anni fa, nel 1982: la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.
Quell'accordo istituiva un'area chiamata Alto Mare - acque internazionali in cui tutti i Paesi hanno il diritto di pescare, navigare e fare ricerca - ma solo l'1,2% di queste acque è protetto.
Il Trattato dell'Alto Mare è per ora congelato e sarà adottato formalmente in un secondo momento, dopo essere stato controllato dai servizi legali e tradotto nelle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite. Ciononostante, "si tratta di un importante passo avanti", ha commentato Veronica Frank di Greenpeace