Roma - Due ex banchieri, ma anche due personaggi molto diversi, per certi versi antitetici. Steven Mnuchin e Wilbur Ross sono i prescelti di Donald Trump per occupare i due posti chiave della politica economica statunitense, quelli di segretario al Tesoro e quello di segretario al Commercio. Con Mnuchin al Tesoro, dopo una campagna elettorale dai toni profondamente 'anti Wall Street', Trump sembrerebbe quasi essersi 'consegnato al nemico'.
Steven Mnuchin, un uomo di Wall Street al Tesoro
Il futuro guardiano dei conti a stelle e strisce è un banchiere di 53 anni, un veterano dei mercati finanziari, ex top manager di Goldman Sachs, figlio d'arte (anche suo padre dal 1957 ha fatto parte della ristretta schiera dei partner della banca americana), produttore di Hollywood e collaboratore di George Soros, lo spregiudicato finanziere, nemico giurato del presidente eletto e di Vladimir Putin e grande sostenitore di Hillary Clinton. Steven Mnuchin è accusato di non avere esperienza politica. In effetti è un uomo di Wall Street, un banchiere che il Ceo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, ha definito uno "smart guy", un 'ragazzo sveglio', e proprio per questo rappresenta il contrario di quello che Trump ha sostenuto per tutta la campagna elettorale, durante la quale si è scagliato contro le banche, il globalismo e i fondi d'investimento, accusati di aver evaso il fisco e depredato i lavoratori americani
Tuttavia, la sua nomina non è arrivata per caso: Mnuchin conosce Trump da anni, una sua società ha contribuito a finanziare un progetto di costruzione del presidente eletto a Chicago. Inoltre, da sei mesi è il principale consigliere economico di Trump ed è stato il tesoriere della sua campagna elettorale. Dunque, in quanto suo uomo fidato e, allo stesso tempo, membro di diritto dell'establishment finanziario americano, rappresenta l'uomo ideale per 'dialogare' con Wall Street: parla la stessa lingua dei banchieri, li frequenta, ha i loro stessi gusti.
Quale ricetta per il Paese? Tagli fiscali, deregulation e finanziamenti alle infrastrutture
Sarà lui a modellare il populismo e il nazionalismo economico di Trump, a trasformarli in arte di governo, in scelte di politica economica: tagli fiscali alle imprese, deregulation per le banche, finanziamenti alle infrastrutture e sussidi per chi vorrà rinunciare alle delocalizzazioni e tornare a produrre negli Stati Uniti. Inoltre, molto probabilmente toccherà proprio a Mnuchin guidare la carica di Trump alla Fed di Janet Yellen, di cui lo stesso Mnuchin è sempre stato un critico accanito, accusandola di aver azzerato i patrimoni dei fondi pensione con la politica dei tassi d'interesse a livello quasi zero.
Una conversione recente, dagli affari con Soros alla squadra di Trump
Scorrendo il curriculum di Mnuchin, tuttavia, non si può fare a meno di notare che l'ex di Goldman Sach si è convertito al trumpismo molto di recente. Fondatore del fondo d'investimento Dune Capital Management, Munchin nel 2009, insieme a Soros, è tra gli investitori che hanno acquistano dal governo Usa la IndyMac, società californiana regina dei mutui ad alto rischio, andata in bancarotta quando è scoppiata la bolla del settore. Diventato presidente di Indymac, venne accusato di pignoramenti forzati ai clienti della banca e di non aver concesso prestiti a quanti compravano casa nei quartieri dove erano presenti minoranze etniche. Nel 2014 ha rivenduto la banca, rinominata OneWest, a più del doppio del prezzo a cui l'aveva comprata, ottenendo una una maxi-buonuscita.
Gli undici uomini (e donne) di Trump
Wilbur Ross, il magnate delle ristrutturazioni
Per il Commercio, Trump ha invece puntato su un miliardario molto più simile a lui, il 79enne Wilbur Ross, straricco (il suo patrimonio personale è valutato intorno ai 2,9 miliardi di dollari) e soprannominato il "re delle bancarotte". Ex capo della filiale Usa della banca Rothschild, gran collezionista di quadri di Magritte, ben introdotto a Wall Sreet ma più uomo d'affari alla Trump che membro dell'establishment, Ross è un finanziere d'assalto, che nei primi anni del Duemila, grazie al fondo di private equity W. L. Ross & Co., ha fatto una fortuna comprando aziende decotte, ristrutturandole, col taglio dei salari e delle pensioni, e poi rivendendole. Il suo fiore all'occhiello è la vendita per 4,5 miliardi di dollari dell'International steel, un'industria siderurgica della Pennsylvania, al colosso Mittal. La 'macchia' nel suo curriculum è invece la vicenda dell'International Coal Group in West Virginia, una miniera di carbone che Ross ha ristrutturato e rivenduto per 3,5 miliardi di dollari, nonostante un'esplosione accidentale che causò la morte di 13 lavoratori e per la quale furono tirati in ballo oltre 200 capi d'accusa per violazioni delle condizioni di sicurezza.
Wilbur Ross, per quanto ben introdotto a Wall Street, non è uomo di Wall Street: è un magnate, un raider, nato nel New Jersey nel 1937. Alla guida della filiale Usa della banca Rothschild, si specializza in salvataggi di aziende decotte, tra le quali, nel 1980, ci sono i casino di Atlantic City posseduti da Donald Trump, con il quale diventa amico e condivide le vacanze a Palm Beach, dove entrambi possiedono dimore principesche. All'inizio degli anni Duemila, Ross fonda la W. L. Ross & Co, con la quale costruisce la sua fama di 'raider' e il suo patrimonio, diventando il 232esimo uomo più ricco degli Usa, secondo Forbes. Nel 2006 vende la W. L. Ross e Invesco, mantenendone la gestione.
A lui il compito di smantellare gli accordi commerciali
E' Ross ad aver suggerito a Trump la ricetta per risvegliare l'economia americana: taglio delle tasse alle imprese dal 35% al 15%, abbuono dei debiti verso la pubblica amministrazione, facilitazioni per il rientro dei capitali dall'estero. Sarà lui a gestire la titanica impresa di smantellare gli accordi commerciali con l'estero costruiti dall'amministrazione Obama nel corso di otto anni e basati sul libero scambio, dal Tpp al Nafta. Probabilmente Ross dovrà anche gestire una politica commerciale molto più aggressiva con la Cina e fare le pulci ai vari accordi commerciali, revisionandoli ogni 5 anni, selezionandoli sulla base di un'analisi costi-benefici, controllando puntigliosamente il rispetto dei patti. "Ben venga il libero scambio - ha detto Ross - ma non lo scambio alla cieca".
L'ex democratico divenuto consigliere di Rudy Giuliani
Sposato tre volte, diplomato alle Università di Yale e Harvard, Ross è stato a lungo democratico, prima di diventare consigliere per le privatizzazioni dell'ex sindaco di New York, Rudy Giuliani. Si è legato al carro di Trump solo nel corso della campagna elettorale e ora entra nel governo. E' solo uno dei tanti dei miliardari che fanno parte della corte del presidente eletto, insieme al magnate del petrolio Harold Hamm, alla donna d'affari Betsy DeVos e a Todd Ricketts, membro della famiglia che possiede i Chicago Cubs.
I democratici, con queste nomine "non si prosciuga la palude, ma la si riempie di alligatori"
Scelte che sembrano andare poco nella direzione indicata da Trump durante la campagna elettorale: quel "prosciugare la palude" di interessi e collusioni con i poteri forti che gli hanno valso l'appoggio di una fetta dell'elettorato. E le reazioni non si sono fatte attendere. Sherrod Brown, senatore democratico dell'Ohio, non ha perso l'occasione e su Twitter ha sottolineato che "mettere Mnuchin al Tesoro non è prosciugare la palude, è riempirla di alligatori".
Per approfondire:
- Fortune - Goldman Sachs Investors Love Donald Trump's Treasury Pick
- The Independent - Former Goldman Sachs banker Steven Mnuchin confirms he is Trump’s pick for Treasury Secretary
- Cnn - Warren: Trump's treasury pick 'the Forrest Gump of the financial crisis'
- Usa Today - Wilbur Ross: From 'king of bankruptcy' to face of American business
- Abc News - Wilbur Ross: Everything You Need to Know