di Gianluca Zeccardo
New York - Da "La nostra rivoluzione" a un 'Tea Party della sinistra', il passo potrebbe essere molto breve. Con un Partito democratico sconvolto dalla devastante sconfitta alle presidenziali, tanto da rinviare al 30 novembre l'elezione del leader alla Camera (una settimana fa la conferma di Nancy Pelosi era una certezza), Bernie Sanders, dopo l'uscita, ieri, del suo libro, svela la propria strategia: proteggere le categorie a rischio sotto la presidenza Trump e riportare i democratici al potere già alle elezioni di midterm, nel 2018. Primo appuntamento dopo il terremoto dell'8 novembre per passare all'azione, giovedì a Washington, con la marcia per la giustizia e l'eguaglianza sociale ed economica, dove è previsto un intervento del senatore del Vermont. Ma gli occhi sono puntati soprattutto sul giorno successivo, venerdì, quando, sempre a Washington, centinaia di attivisti liberali provenienti de tutto il Paese si ritroveranno nella capitale per partecipare alla progressista RootsCamp convention, una tre giorni che stabilirà i temi e gli obiettivi su cui lavorare per i prossimi due anni.
Largo ai profili emergenti, come quello della 26enne Moumita Ahmed, membro di spicco del Millennials for Bernie, un gruppo impegnato a diffondere il messaggio di Sanders dopo aver lavorato per il candidato democratico durante la sua campagna. Ahmed è l'organizzatrice della 'million millennials march' contro il razzismo e la xenofobia, a Washington il 21 gennaio. "La gente è sconvolta in questo momento, non vuole marciare per il progresso, ma perchè piena di rabbia per il risultato delle elezioni. E' arrabbiata con gli americani e noi dobbiamo fare in modo di unire tutta questa energia per le elezioni del 2018 e del 2020", ha sottolineato. Secondo Ahmed il clima è simile a quello del 2008, quando Barack Obama vinse le elezioni e i Democratici controllarono sia il Senato che la Camera. Questo stimolò un movimento conservatore in vista delle midterm del 2010. "E' un momento molto simile a quello della mobilitazione del Tea Party. Ecco, è questo che pensiamo accadrà anche qui. Probabilmente assisterete alla nascita di una sorta di Tea Party della sinistra", ha auspicato citando il movimento repubblicano consolidatosi sull'onda delle proteste popolari ispirate dal Boston Tea Party, l'azione di opposizione dei coloni del Nord America alle tasse inglesi.
Colonna portante della macchina di Sanders è il People's Action, un'organizzazione progressista che conta più di un milione di volontari e circa 600 stipendiati. Il co-direttore George Goehl ha spiegato che il suo gruppo lavorerà in particolare sui delusi della Rust belt (Stati dell'industria pesante) e su quegli elettori indecisi che alla fine hanno scelto Trump con un voto di protesta. "L'anno prossimo si terranno le elezioni comunali in 48 delle 100 più grandi città del Paese. Credo che vedrete una grande spinta in quella direzione", ha promesso.
Dopo giorni di proteste di piazza contro l'elezione del nuovo presidente, il senatore del Vermont sconfitto da Hillary Clinton nelle ultime primarie del partito, ha parlato lunedì scorso a New York e ha chiesto al suo popolo di non abbassare la guardia e di continuare la mobilitazione contro Trump. Centinaia di suoi sostenitori, alcuni dei quali dopo aver trascorso la notte in strada a manifestare contro l'elezione del nuovo presidente, hanno gonfiato il serpentone sulla strada per incontrarlo, a pochi metri dalla Trump Tower, dove il prossimo inquilino della Casa Bianca lavora alla squadra del suo governo. "Devono capire che ora come non mai è fondamentale essere coinvolti nel processo politico, perchè molte delle posizioni di Trump emerse nel corso della campagna elettorale non sono condivise dalla maggioranza degli americani. Dobbiamo costringere il presidente ad ascoltare le richieste degli americani", ha spiegato il senatore democratico durante la presentazione del suo libro "La nostra rivoluzione".
"Dobbiamo proteggere tutti gli americani che si sentiranno a rischio durante la presidenza di Trump: le donne, le minoranze, gli anziani, gli studenti e i lavoratori", ha aggiunto Winnie Wong, co-fondatrice della People for Bernie, altra organizzazione che ha sostenuto la campagna di Sanders. Ed è proprio il gruppo di attivisti originariamente indipendenti, fondato per spingere la candidatura del senatore, che lavorerà con l'obiettivo di proteggere i gruppi a rischio. "Abbiamo bisogno di azioni numerose e differenziate per far quadrare il cerchio", ha spiegato la battagliera Wong in vista della RootsCamp, chiedendo uno sforzo di mobilitazione indispendabile al rinnovo delle leadership nel partito.