Palm Beach (Stati Uniti) - Ben Carson appoggera' Donald Trump nella corsa alla nomination repubblicana per le presidenziali Usa di novembre: dopo che l'imprevedibile endorsement era stato anticipato dallo stesso Trump, e' stato lo stesso 64enne ex neurochirurgo afroamericano di Detroit a confermarlo intervenendo alla conferenza stampa successiva a un comizio dell'ex rivale a Palm Beach, in Florida, Stato-chiave dove martedi' prossimo si terranno per ambedue gli schieramenti primarie forse decisive. Qualcosa di molto simile a un voltafaccia, tenuto conto che nel corso della campagna il brillante neurochirurgo di colore e il ruvido magnate 'wasp' se ne erano dette di tutti i colori, in particolare il secondo contro il primo: in novembre, per esempio, Trump non aveva esitato a definire "pedofilo" e "patologico inguaribile" il rivale, che allora pareva in grado di dargli filo da torcere. Carson aveva replicato con un perfido: "E' triste vedere qualcuno che implode davanti ai tuoi occhi", seguito dalla sollecitazione a "pregare per lui" fintamente caritatevole. "L'ascia di guerra l'abbiamo sotterrata, era soltanto politica", ha spiegato Carson, ritiratosi il 4 marzo scorso, ammettendo di essere lui per primo rimasto stupito per una "affinita' filosofica e spirituale maggiore" di quanto avesse mai sospettato. "Era la politica", ha ripetuto a sua volta Trump. "Ho ascoltato la gente", ha proseguito l'ex candidato, il secondo a schierarsi con il controverso miliardario dopo Chris Christie, governatore del New Jersey, fuori dai giochi gia' dal 10 febbraio. "Ci sono due Donald Trump", ha spiegato Carson, "quello che vedete sulla scena, e che tale vuole apparire, e un altro molto cerebrale, con il quale si puo' intrattenere una buona conversazione, che si preoccupa profondamente dei propri connazionali". Del resto, ha tagliato corto, non di loro si tratta bensi' "dell'America, e della necessita' di recuperare lo spirito che ha reso grande questo Paese, un bel posto per chiunque". A quel punto e' toccato a Trump passare agli elogi nei confronti dell'interlocutore. Il magnate ha ricordato come Carson sia una figura "rispettata e benvoluta da tutti", da cui, dopo la conquista della Casa Bianca, si fara' assistere nei settori della sanita', naturalmente, e anche dell'istruzione. Oggi suonano cosi' profetiche le parole di Armstrong Williams, all'epoca portavoce di Carson, il quale nel pieno degli scambi d'insulti tra i due affermo' che Carson ci rimaneva male "soprattutto perche' a lui mister Trump piace molto". (AGI)