Detroit - Altro giorno di primarie negli Stati Uniti. Gli elettori di Michigan e Mississippi sono chiamati al voto per confermare o frenare l'egemonia di Donald Trump, frontrunner repubblicano, e di Hillary Clinton, che punta ad aumentare il suo vantaggio su Bernie Sanders. Per il partito repubblicano appuntamento elettorale anche alle Hawaii e in Idaho. In totale, saranno attribuiti 150 delegati repubblicani (su 1.237 richiesti per ricevere l'investitura) e 166 democratici (su 4.763).
Nella corsa del Grand Old Party la situazione evolve in fretta. Con il passare delle settimane si e' assistito all'avanzata del tycoon che con 12 vittorie su 20, ha ottenuto la maggioranza dei delegati, in regioni differenti come il nord-est o il sud del Paese. Ma proprio dietro di lui, il senatore Ted Cruz, si e' dimostrato competitivo nella sua roccaforte, il Texas, e negli stati vicini. Quanto al giovane e telegenico senatore della Florida, Marco Rubio, prediletto dall'establishment, si gioca tutto la prossima settimana in un altro super martedi' di votazioni, quando si apriranno le urne in Florida, Illinois e altri stati.
Sentendosi minacciato, Trump ha annunciato la sua campagna pubblicitaria in Florida proprio contro Rubio, che li' gioca in casa. Lo spot lo dipinge come un "corrotto", ricordando un vecchio scandalo di carte di credito. In caso di disfatta nel suo stato, Marco Rubio si vedra' costretto a gettare la spugna. Tra i democratici a essere favorita nei due Stati votanti oggi e' Hillary Clinton, soprattutto in Mississippi dove i neri rappresentano un blocco elettorale importante.
Finora negli altri stati del sud, l'elettorato nero ha dato il suo voto per piu' dell'80% ai democratici. L'ex segretario di Stato americano, sulla scena pubblica da oltre 30 anni, ama ricordare il suo impegno contro il razzismo portato avanti fin dalla gioventu' combattendo contro la segregazione nelle scuole in Alabama, sotto la direzione dell'attivista afro-americana, Marian Wright Edelman.
Il voto in Michigan passa anche dall'industria automobilistica americana che proprio qui e a Detroit ha il suo cuore pulsante. Consapevole di questo, la Clinton ha accusato Bernie Sanders di aver votato contro il piano di salvataggio del settore nel 2008/2009. Il senatore del Vermont ha sottolineato il supporto di Hillary Clinton in favore degli accordi di libero scambio che, a suo parere, avrebbero tagliato milioni di posti di lavoro. (AGI)