AGI - L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha avvertito che, nonostante il cessate il fuoco in Libano, il sistema sanitario del Paese è “sovraccarico” e non perciò è ancora in grado di far fronte alle crescenti esigenze sanitarie di migliaia di persone che necessitano di interventi di chirurgia ricostruttiva e riabilitazione fisica. In un comunicato stampa, l'agenzia sanitaria delle Nazioni Unite ha dichiarato che, mentre tutti gli ospedali del Paese, tranne uno, stanno gradualmente riaprendo dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco con Israele il 27 novembre, la maggior parte di essi “non opera a pieno regime” e “manca di servizi specializzati”. “Questo bisogno di assistenza sanitaria specializzata persisterà per i mesi e gli anni a venire”, ha aggiunto il rappresentante dell'OMS in Libano, Abdinasir Abubakar, secondo cui la chirurgia ricostruttiva, l'oftalmologia e la fisioterapia sono tra le specialità mediche più richieste.
In totale, più di 530 operatori sanitari e pazienti sono stati uccisi o feriti in Libano in attacchi all'assistenza sanitaria, e migliaia di altri operatori sanitari sono stati sfollati o sono emigrati, lasciando gli ospedali e i centri sanitari in difficoltà nel soddisfare le esigenze sanitarie della popolazione. Per far fronte a questa situazione, l'OMS sta formando i chirurghi in loco per la cura dei traumi più gravi e sta sostituendo le attrezzature di riabilitazione danneggiate; inoltre, ha fornito un totale di 5.000 sacche di sangue alle banche del sangue libanesi, per combattere un'altra emergenza.
Gli aiuti a Gaza
Quello libanese non è l'unico fronte di denuncia da parte delle grandi organizzazioni internazionali. Le forze di difesa israeliane, secondo l'Onu, continuano a negare l'accesso a Gaza alle operazioni umanitarie. Lo ha detto il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric, nel corso dell' ultimo incontro con i media internazionali durante il quale ha ribadito come la situazione sia drammatica.
"Le restrizioni e altre condizioni - ha aggiunto - stanno severamente impedendo le operazioni umanitarie. Le autoritàa israeliane hanno negato un'altra richiesta Onu di raggiungere le aree assediate a Nord di Gaza per portare cibo e acqua. Come risultato i palestinesi a Beit Hanoun, Beit Lahiya e parti di Jabalya sono rimasti tagliate fuori dagli aiuti fondamentali di cui hanno bisogno per sopravvivere"