AGI - L'Unione europea fa i conti con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Si prepara, e quasi lo anticipa, sul sostegno all'Ucraina per "non permettere alla Russia di prevalere" e trovare una pace vera e giusta. Dal 20 gennaio, se gli Stati Uniti dovessero tagliare il loro supporto, il blocco europeo difficilmente ce la farà da solo a farsi carico del costo della guerra di logoramento. All'Europa Building dove i leader Ue si sono riuniti con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nessuno ha voluto dirlo direttamente. Vengono bollate come speculazioni. Ci ha pensato lo stesso Zelensky: "Dobbiamo contare di nuovo sull'unità tra Stati Uniti ed Europa. È molto difficile sostenere l'Ucraina senza l'aiuto americano, e questo è ciò di cui parleremo con il presidente Trump quando sarà alla Casa Bianca", ha detto al suo arrivo al vertice. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente eletto, Donald Trump, e gli ha trasmesso lo stesso messaggio. "Entrambi hanno concordato sul fatto che la guerra russa contro l'Ucraina duri già da troppo tempo e che sia fondamentale arrivare il prima possibile a un percorso per una pace equa, giusta e sostenibile", ha riferito il portavoce del governo federale tedesco.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha lasciato intendere che "il 2025 sarà un anno cruciale". Per il vice premier italiano, Matteo Salvini, anche lui a Bruxelles per il pre-vertice dei Patrioti, "il 2025 sarà l'anno della pace grazie a Trump". La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha confermato "il sostegno dell'Italia all'Ucraina per un pace giusta". Il capo di Stato ucraino ha comunque dettato le sue condizioni per quella che secondo lui è una pace giusta perché non vuole essere "spinto verso il burrone in cui si rischia di cadere". L'invito alla Nato per avere le giuste garanzie di sicurezza e l'avanzamento nel processo di adesione all'Unione europea sono le priorità.
Per Zelensky "le garanzie di sicurezza fornite dall'Europa non sono sufficienti" per questo serve l'apporto della Nato. Ma nel dettaglio non se n'è ancora parlato. "Così come non si è parlato di "missioni di peacekeeping". D'altronde la proposta è considerata prematura da diversi leader europei, tra cui il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "È un periodo ipotetico, intanto pensiamo al cessate il fuoco". "Riguardo all'Ucraina, dobbiamo essere molto chiari: potete contare sul nostro pieno supporto, senza pari, qualunque cosa serva, e per il tutto tempo necessario, ora in guerra e, in futuro, in pace", ha promesso il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. Mai come in questo vertice si era sentito il termine 'pace'. L'Alta rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, invita alla cautela e a non forzare l'Ucraina "a colloqui che la Russia non vuole". Lo stesso invito è stato esteso dal presidente lituano, Gitanas Nauseda: "Sento parlare molto di pace ultimamente ma la Russia è ancora in modalità offensiva. Si sente più forte in ogni possibile negoziato, e ciò non porterebbe a una pace giusta e sostenibile. Se proveremo a ricavare qualcosa da questa situazione, sarà una pace ingiusta e insostenibile", ha ammonito.
Da parte sua, Zelensky respinge categoricamente ogni invito a un cessato il fuoco che viene considerato come "un congelamento del conflitto". "Fra un mese o sei mesi Putin tornera' all'attacco e avremo perso tutti". Per il premier ungherese, Viktor Orban, quella che del cessate il fuoco - con una tregua per Natale - era una proposta concreta sul tavolo "da prendere o lasciare". Zelensky ha preferito lasciare: "Con tutto il rispetto ma il premier ungherese non è la persona più adatta per un negoziato con la Russia, visti i suoi rapporti calorosi con Vladimir Putin".
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